Riprendiamo per intero l' articolo di Alessia Gallione su Repubblica Milano di Lunedi 1 Gennaio 2021 che analizza il nuovo stop al piano di Inter e Milan riguardo al nuovo San Siro.

 Palazzo Marino

Il Comune ai club: il dossier sullo stadio potrà essere valutato di “pubblico interesse” solo quando sarà chiarito il futuro societario dell’Inter.

Il destino del Meazza bis è tornato improvvisamente a essere un rebus. E questa volta, più che i dubbi all’interno di una parte della stessa maggioranza di centrosinistra, più dell’opposizione dei comitati e dei ricorsi, sono stati i tormenti societari di un’Inter messa in vendita a rimescolare le carte. Perché, è stato il messaggio che Palazzo Marino ha inviato alle squadre, fino a quando non sarà chiarito chi sarà il prossimo proprietario del club nerazzurro la giunta non valuterà il dossier del “pubblico interesse”.
Impossibile pensare di affidare un’area pubblica così strategica a un interlocutore ancora sconosciuto.


Dopo mesi di trattative e momenti di tensione in cui si era arrivati a sfiorare la rottura tra Comune e squadre, la strada sembrava (quasi) segnata con la giunta pronta a imprimere il sigillo del “pubblico interesse” al piano per il nuovo stadio di San Siro. Perché, certo, il percorso non sarebbe finito con quel via libera atteso all’inizio di quest’anno e, visti i tempi necessari per i vari passaggi (la scelta del progetto vincitore tra la Cattedrale e i Due anelli, il disegno definitivo, il passaggio in Regione per ulteriori autorizzazioni), nessuno credeva più che potesse essere questo Consiglio comunale vicino alla scadenza e in piena campagna elettorale a esprimere un voto finale.

ProgettiMa, ormai, con la versione rivista e corretta in base ai paletti imposti proprio dall’aula, Inter e Milan respiravano l’odore di un sì imminente. Eppure, il destino del Meazza bis è tornato un rebus.
E questa volta, più che i dubbi di parte dello stesso centrosinistra, più dell’opposizione dei comitati e dei ricorsi, sono stati i tormenti di un’Inter in vendita a rimescolare le carte.

Il dossier è passato nella mani del sindaco Beppe Sala che, vista la delicatezza del momento, sta tenendo direttamente i rapporti con i club. E, è stato il messaggio che Palazzo Marino ha inviato alle squadre davanti alla prospettiva che Suning Holdings Group non abbia più il controllo, fino a quando non sarà chiarito chi sarà il prossimo proprietario, la giunta non valuterà il “pubblico interesse”. Impossibile pensare di affidare un’area pubblica così strategica per un secolo e un progetto immobiliare che avrà bisogno di anni di cantieri, a un interlocutore ancora sconosciuto. In questa storia infinita, la possibilità di costruire un moderno stadio in un distretto di negozi, uffici, hotel, ristoranti, ha sempre creato un cortocircuito.

Chiunque pensi di comprare una squadra è interessato a prendersi il pacchetto completo di nuovo impianto, ma un’amministrazione pubblica ha il diritto-dovere di avere interlocutori certi e credibili per dare il consenso a un’operazione così lunga da 1,2 miliardi. Il piano è già stato modificato, tagliando ad esempio parte delle volumetrie e mantenendo in vita un pezzo del vecchio Meazza destinato a trasformarsi in una cittadella dello sport.
Lo scorso dicembre, il Comune ha chiesto ai club integrazioni allo studio di fattibilità a partire dagli approfondimenti sollecitati dall’aula sull’effettiva titolarità delle azioni — allora sembrava una richiesta diretta soprattutto al Milan e al fondo Elliott — delle società. I termini per le risposte sono scaduti lo scorso venerdì.

In teoria, dopo un’analisi degli uffici tecnici, la giunta avrebbe dovuto esaminare la proposta a breve. Ma in questi giorni scade l’esclusiva che il fondo BC Partners ha siglato con l’Inter per trattare una acquisizione delle quote. E il club, messo alle strette da una crisi di liquidità che ha provocato persino ritardi nei pagamenti degli stipendi dei giocatori, dovrà valutare l’eventuale offerta. In caso contrario, è tutto calciomercato finanziario con altri fondi che sarebbero pronti a farsi avanti.
Ed è in questo quadro incerto che è partito il messaggio del Comune.

 

di Alessia Gallione Repubblica Milano 01/02/2021

 

Milano 02 Febbraio 2021

 La Redazione

 

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