Nella Foto L’assemblea all’Anteo presieduta dall’ex vicesindaco Luigi Corbani, al suo fianco il promoter Claudio Trotta e Gabriella Bruschi del Coordinamento San Siro
"Il nostro stadio non va abbattuto San Siro “è un simbolo, si può migliorare, ci facciano vedere i conti”
Un referendum per chiedere ai milanesi se abbattere o no lo stadio di San Siro.
Torna a chiederlo il Comitato SI MEAZZA, che si batte per la conservazione dello storico impianto sportivo, e che si è riunito per fare il punto della situazione in un’assemblea pubblica al cinema Anteo.
Secondo i contrari all’abbattimento del Meazza con ricostruzione di un nuovo impianto a fianco, operazione proposta da Inter e Milan, in realtà «il Comune avrebbe già dovuto dichiarare estinta qualsiasi pratica edilizia, e se la giunta comunale darà il via libera al progetto esecutivo che contempli la distruzione del Meazza e la realizzazione di altri interventi edilizi che producono un’overdose di centri commerciali e uffici il Comitato userà tutti gli strumenti a disposizione per impedire l’operazione: ricorsi al Tar, esposti alla corte dei Conti, la richiesta di un referendum abrogativo della delibera esecutiva.
Per Luigi Corbani, ex vicesindaco e presidente del comitato Sì Meazza, «distruggere lo stadio significa fare un favore all’operazione residenziale sull’ex Ippodromo del trotto, ma è tutta una vicenda kafkiana: da parte del consiglio comunale non c’è un progetto.
Dove sono le scelte, gli atti e i fatti concreti? È da tre anni che l’amministrazione fa il nulla, è assente o discute di un progetto faraonico che non si può realizzare, viste le attuali norme urbanistiche, con l’aumento dei costi dell’edilizia del 50 per cento; inoltre non c’è nessuna delibera del Consiglio comunale su questa spesa e intanto si è già scelto il coordinatore. Una cosa assurda; mi sembra poi assurdo che il coordinatore scelto per il dibattito pubblico sullo stadio, Andrea Pillon, è lo stesso che nel 2018 si è occupato del dibattito sulla riapertura dei Navigli.
Tanto più che sappiamo bene che è andato a finire in nulla. Inoltre sono esterrefatto dalla procedura di scelta del coordinatore: a chiamata e non tramite gara».
Il comitato ripete che lo stadio Meazza funziona, che non va toccato fino al 2026 ma che deve essere migliorato e aggiornato, ad esempio con il tetto e la pavimentazione mobile: «Dovevano sistemare i servizi igienici, le poltroncine.
Era compito degli attuali gestori ammodernarlo. Il secondo anello nel 1955 fu fatto in 518 giorni, senza interrompere il campionato di calcio, e per il Mondiale del 1990 si fece il terzo anello per ampliare la capienza dello stadio.
Perché adesso bisogna demolire San Siro, che il prossimo 23 settembre ospiterà Italia-Inghilterra di Nations League e quindi funziona benissimo ?».
Il Comitato chiede al Comune di dichiarare ufficialmente che non può essere prevista nessuna demolizione del Meazza, e alla giunta di assumere una delibera per avviare il confronto e il dibattito pubblico con i Municipi: «In caso contrario, faremo un esposto alla corte dei Conti per danno erariale».
Corbani chiede i bilanci della società che per conto di Inter e Milan ha in concessione lo stadio Meazza e una gara internazionale per la gestione e l’ammodernamento dello stadio, con sistemazione a verde della spianata d’asfalto e la realizzazione di ampi parcheggi sotterranei. E che si valuti l’ipotesi di due stadi diversi per Inter e Milan, dei quali uno nell’area metropolitana: «Sarebbe anche cosa giusta che Milano si dotasse di uno stadio per le gare agonistiche di atletica leggera».
Milano 30 Maggio
Il Commento della Redazione
A nostro avviso bene i ricorsi al Tar e gli esposti alla corte dei Conti ma il referendum secondo noi non ha nessuna capacità di successo in quanto le possibilità di raggiungere il quorum del 50% dei votanti dell' ultima elezione amministrativa è irragiungibile.
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