Palazzo Marino

 

Mentre Inter e Milan scrivono Nero su Bianco nella relazione tecnica che sarà presentata all’avvio del dibattito pubblico (previsto nella settimana 19-23 Settembre) che lo stadio Meazza  sarà completamente demolito i comitati a favore dello stadio Meazza si sono riuniti nel tardo pomeriggio di mercoledì 14 settembre, davanti Palazzo Marino per manifestare contro l'abbattimento dell'impianto e per ribadire il loro no alla costruzione del nuovo stadio di Milan e Inter.

A loro si è unito anche Ignazio La Russa che ha rilanciato la sua proposta "per i due stadi".

Accompagnati da una banda musicale, i rappresentanti dei vari comitati si sono stretti in un grande girotondo umano, cingendo Piazza della Scala.

Con la catena umana attorno a Palazzo Marino, vogliamo sottolineare che Palazzo Marino è il luogo e il simbolo degli interessi generali della città, che debbono sempre prevalere su quelli di parte” hanno affermato Luigi Corbani e Claudio Trotta del Comitato SiMeazza.

Secondo il comitato, “demolire il Meazza significa distruggere un simbolo di Milano, non solo del calcio o dello spettacolo. È come demolire metà del Duomo o il Pirellone. Per di più la demolizione di San Siro reca un gravissimo danno ambientale. Dopo tre anni di trattative private tra il Sindaco e società con proprietà incerte, è ora di promuovere un concorso internazionale per l’ammodernamento del Meazza, e delle aree limitrofe e per la sua gestione, a cui ovviamente possono partecipare anche le due società. La soluzione del concorso internazionale è l’unica che valorizza i beni e i terreni di proprietà pubblica, e salvaguarda, con il massimo risultato possibile e in assoluta trasparenza, gli interessi sociali, culturali ed economici della città di Milano”.

Secondo la presidente del Comitato Referendum per San Siro, Maria Campese, la scelta se lasciare il vecchio stadio Meazza o meno dovrebbe spettare ad una consultazione popolare: “Oggi abbiamo unito le forze con il comitato SiMeazza e il comitato referendum per San Siro che da mesi affrontano la questione dello stadio che si vuole abbattere per costruire un altro stadio nuovo a cura delle squadre, che diventerà di proprietà privata, che avrà un impatto ambientale su quella che è l’area di San Siro. Il comitato SiMeazza da subito ha voluto preservare lo stadio. Il comitato referendum per San Siro ha invece chiesto che sia la cittadinanza ad esprimersi”. La presidente ha poi denunciato che i quesiti referendari sono stati respinti dalla commissione del comune di Milano “utilizzando virgolettati delle squadre, quindi rappresenta l’interesse del privato che prevale sul pubblico, noi stiamo facendo ricorso perché riteniamo che al di là di tutto sia la cittadinanza milanese che sia ad esprimersi su quello che è un simbolo di questa città”.

La RussaAlla manifestazione ha preso parte anche il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, Fdi, che ha ribadito il suo progetto di una “terza via”: “Siamo qui perché condividiamo il 50% dei motivi per cui questa gente è qua. Siamo d’ accordo che non va abbattuto San Siro ma siamo contrari ai no al nuovo stadio. Il nuovo stadio è modernità, San Siro è il mantenimento di un’icona di Milano. Il mio progetto è due stadi, uno vicino all’altro. Il progetto è economicamente vantaggioso, sia per le società che per il Comune” ha ricordato il senatore.

I motivi che hanno mosso i comitati cittadini a intervenire sono molteplici. Il primo riguarda appunto l’ambiente. Da uno studio di Paolo Pileri – professore di Pianificazione e progettazione urbanistica presso il Politecnico di Milano, la demolizione di San Siro e il suo smaltimento annullerebbero tutti i progressi in materia di riduzione delle emissioni fatti dal 2005 al 2020, con un’emissione nell’atmosfera di circa 210.500 tonnellate di CO2. Il progetto di Populous – come riportato sul sito ufficiale dello studio – prevede l’introduzione di un’area verde attorno al nuovo stadio di circa 90mila mq per ovviare all’isola di calore che si creerebbe a causa della cementificazione.
Inoltre, il Comune di Milano ha limitato l’indice di edificabilità per il nuovo progetto da 0,51 a 0,35 mq/mq, riducendo quindi il numero di “edifici extra-calcistici” (ristoranti, hotel…) attorno al “fu Meazza”, e aumentando di 50mila mq le aree verdi. Ilfattoquotidiano.it ha contattato Andrea Bonessa – architetto e promotore del comitato Referendum x San Siro – che ha commentato: “Chi tratta di urbanista sa bene che molte volumetrie non saranno ascritte a questo 0,35 perché identificate come ‘servizi’. Quindi la cementificazione sarà uguale se non addirittura maggiore”. Dello stesso avviso è Off Topic: secondo il collettivo, la riduzione delle volumetrie non comprende le opere di urbanizzazione accessoria (ad esempio le strade asfaltate), che sono state invece incrementate.

 

Milano 17 Settembre 2022

 

La Redazione

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