Nonostante la smentita dei diretti interessati, il progetto di un nuovo stadio a poco meno di un chilometro e mezzo da San Siro rimane sul tavolo.
Ieri, il Regionale della Lombardia dopo l’articolo del Corriere della Sera Milano che titolava: Uno stadio bis sulle piste ex Snai, Il progetto per salvare il Meazza ha presentato un video dove dava spazio alle aree delle piste di allenamento dei cavalli ex Snaitech. Un terreno di 75 ettari di proprietà del gruppo Fcma di Federico Consolandi, oggi Snaitech smentisce «l’avvenuta vendita delle piste di allenamento». Dove l’attenzione va posta su «proprietà», perché non c’è ancora il rogito, ma viene sostenuto che è stato sottoscritto solo un preliminare di vendita dell’area con la società F3A green di cui Fcma è socia al 50 per cento.
C’è anche una procura che consente a F3A green di potersi interfacciare con la pubblica amministrazione.
Il gruppo Fcma di Federico Consolandi era già interessato a un precedente progetto dell’archistar Stefano Boeri che prevedeva la realizzazione di un grande parco della biodiversità a uso pubblico e delle residenze nella parte Nord che è adiacente al Parco di Trenno.
Intanto il sindaco di Milano Beppe Sala, a margine della presentazione del salone del mobile 2023 al teatro Parenti di Milano, ha parlato anche della questione nuovo stadio: “A me interessa una cosa, che San Siro rimanga a Milano, è per quest’obiettivo sto lavorando da tanto tempo”.
Sala ha poi parlato in merito alla possibilità di vedere il nuovo impianto nelle aree ex Snai adiacenti l'ippodromo de La Maura: “Potrebbe essere una soluzione, ma onestamente non so ancora nulla, non c’è stata alcuna comunicazione”. Incontro con il patron del Milan Gerry Cardinale? “No, non l’ho incontrato però da quello che mi dicono, tornerà presto, quando tornerà, sarà l’occasione per confrontarci, magari anche su questa ipotesi”.
La prudenza in questo caso è ovviamente d'obbligo, perché si tratta di materia delicatissima, dove gli interessi in gioco sono pesanti e diversi.
A nostro avviso gli elementi che inducono Sala a sostenere che "potrebbe anche essere una soluzione buona". Non solo perché questo potrebbe stoppare il ricatto di Milan e Inter di abbandonare San Siro per trasferirsi a Sesto San Giovanni, San Donato o Rozzano, ma anche per non passare alla storia come il sindaco che ha permesso la demolizione del Meazza.
Condividiamo le parole del capogruppo Verde, Carlo Monguzzi: «Un altro colpo di genio, una colata di cemento su un’area verde. Si salva forse il Meazza e si penalizza un’area che doveva diventare un grande parco della biodiversità, da un disastro ecologico all’altro. Spero che il Comune resista all’aggressività della finanza speculativa e non faccia il contrario di quello che scrive nei documenti green» e sosteniamo quelle di Enrico Fedrighini, Lista Sala: «Pensare di risolvere il problema del consumo di suolo e dell’impatto ambientale, trasferendo il progetto da un’area pubblica a una privata verde, inclusa in un parco regionale e situata nel cuore di un quartiere residenziale di Milano, significa servire un’operazione di pura finanza immobiliare».
Vedi anche l'articolo di di Daniele Fiori del 7 Ottobre 2020: La partita San Siro, il centro ippico di Trenno (per ora) è salvo. Niente sfratto dalle scuderie, operatori firmano con Snaitech: ‘Atto di fiducia’
Vi ricordiamo che: L'ippodromo di Milano galoppo è protetto da vincoli pressoché inattaccabili, mentre le aree della Maura e di Trenno, quelle di allenamento, sono inevitabilmente a rischio.
Milano 16 Febbraio 2023
La Redazione
Thank you for rating this article.