Mentre Paolo Scaroni, diventa nuovo presidente di Enel e resterà presidente del Milan, il sindaco di Milano Beppe Sala concede al Milan altri 3 Mesi per decidere se continuare con il progetto originale presentato insieme all’ Inter nel ”Dibattito Pubblico” o comunicarne formalmente la rinuncia.
Sala nell’ intervista di ieri alla presentazione "Cento giorni dei Mondiali di scherma" riguardo il progetto stadio del Milan alla Maura ha dichiarato "Finché non abbiamo un progetto è difficile dare un giudizio.
Quello che invito a fare a tutti è di aspettare di avere un progetto. I rapporti con il Milan sono molto cordiali e loro sanno che ho bisogno di questo. Perché attraverso un progetto posso dire ad esempio cosa rimane come parco pubblico e cosa ne rimane in termini di oneri di urbanizzazione. Se no si parla in maniera troppo generica e non è mia abitudine.
In maniera molto trasparente, con il Milan ci parliamo quasi quotidianamente al telefono e sanno che il tema è presentare il progetto. Eventuali vincoli? Dipende dal progetto.
È evidente che per esempio se c’è qualche possibilità di portarlo avanti bisogna costruire il meno possibile. Ma se il punto è lo stadio e non altro bene, è chiaro che sarebbe difficile approvare dove c’è molto di costruito. Ma sono cose che il Milan sa benissimo".
Intanto nell’ edizione di Milano di La Repubblica in edicola questa mattina, torna a parlare del tema relativo al nuovo stadio di Milano titolando “Stadio all’ippodromo in fuorigioco“.
Di seguito l’articolo integrale di Repubblica Milano di : Federica Venni
Troppe incognite: i no della maggioranza di Palazzo Marino nonché del Parco Agricolo Sud, il rischio che arrivi uno stop dall’Unione Europea, i ricorsi sempre in agguato, per non parlare dei tempi che si preannunciano molto lunghi.
Gli ostacoli da superare lungo il percorso per la costruzione di uno stadio all’ippodromo La Maura sono diventati troppi, tanto che il Milan sta tirando il freno a mano.
Una rinuncia ufficiale ancora non c’è dopo l’interessamento avanzato dai rossoneri per una nuova casa da edificare dove ora trottano i cavalli, ma il club sta facendo marcia indietro. Perché gli entusiasmi di Gerry Cardinale, il titolare del fondo americano RedBird Capital, l’azionista che controlla attualmente il Milan, si stanno affievolendo, smorzati dal realismo di Paolo Scaroni.
Il presidente parla un giorno sì e uno no al telefono con il sindaco Beppe Sala e ben conosce le problematiche politiche e tecniche legate a La Maura.
Stando allo scadenzario di Sala il Milan avrebbe già dovuto presentare il progetto prima di Pasqua, ma così non è andata. E nemmeno questa settimana si è concluso nulla: ufficialmente perché Cardinale non è riuscito a passare da Milano per Milan-Napoli e quindi nemmeno a incontrare il sindaco.
Ma la verità è che l’idea non convince più nessuno. Intanto, per uscire dallo stallo che ormai si è creato sulla lunga vicenda del nuovo stadio, oggi da Palazzo Marino partirà una lettera indirizzata sia al Milan che all’Inter per chiedere alle squadre di pronunciarsi definitivamente su progetto originario, quello di un nuovo stadio a San Siro, per sostituire il Meazza. Lo ha annunciato ieri Sala:
«Quello che stiamo facendo in questo momento è riscrivere alle squadre, dicendo che diamo loro un periodo congruo, credo saranno 90 giorni, per consegnarci la revisione del piano economico finanziario oppure per dirci che non interessa più».
Quello che il Comune aspetta, infatti, è un aggiornamento del dossier alla luce del dibattito pubblico e di alcuni nuovi paletti votati dal Consiglio, oppure una rinuncia formale. Per ora nessuna delle due squadre ha fatto un passo in uno o nell’altro senso.
Su San Siro, ha spiegato ieri Sala, c’è un «dialogo» ancora «aperto» con i club, proprio perché «la procedura avviata» non è ancora stata archiviata. E senza timbrare l’addio al piano A, rossoneri e nerazzurri non possono aprire l’iter per i rispettivi piani B (da portare avanti separati) che si chiamino La Maura, San Donato, Sesto San Giovanni o Rozzano (queste le ipotesi circolate in questi mesi).
Se alla fine la partita si tornerà a giocare su San Siro è molto difficile dirlo. L’ad nerazzurro Alessandro Antonello ha recentemente scritto al Comune per mettere il Milan alle strette, ma in tanti sono convinti che a nessuno dei due club interessi più un progetto costoso e comunque rischioso come il Meazza Bis.
Federica Venni Repubblica Milano 14 Aprile 2023
Milano 14 Aprile 2023
La Redazione