Quali di queste funzioni — senza perdite eccessive di volumetrie — potrebbe essere ospitato in un San Siro «rinnovato»? Ma si potrebbe pensare anche ad altre funzioni. C’è poi l’aspetto non indifferente dei costi. «Il mantenimento dell’impianto, in questa prospettiva — continua Tancredi — potrebbe anche consentire un risparmio degli elevati costi per la demolizione (43 milioni di euro ndr), e contribuire al contenimento del consumo di suolo per l’insediamento delle funzioni urbane». Ultimo appunto: «Il mantenimento di San Siro eviterebbe le possibili onseguenze critiche e di complessa gestione dell’imponente demolizione e smaltimento dei materiali. Sotto questo aspetto è peraltro di particolare criticità la movimentazione di centinaia di mezzi pesanti e l’impatto ambientale che ne deriverà a livello locale». Insomma, due stadi, uno vicino all’altro.
C’è anche un altro aspetto sottolineato dal Rup: la procedura seguita dalle due squadre, ossia la legge sugli stadi che prevede un indice volumetrico doppio rispetto al Pgt. A sollevare il tema non è solo il Comune ma anche la Regione: «Nel caso di dichiarazione di pubblico interesse si renderà opportuno valutare se la procedura proposta sia quella più appropriata o se non sia maggiormente in linea con l’interesse pubblico e l’efficacia del procedimento un percorso differente, quale a esempio un accordo di programma».
In pratica Tancredi dice due sì e un no. I sì riguardano la costruzione di uno stadio di nuova generazione, multifunzionale e la realizzazione di un nuovo quartiere che «coglie la potenziale valenza di rigenerazione attribuita all’ambito circostante lo stadio».
Il no è tutto per la demolizione di San Siro. Il Comune ha già richiesto alla Sovrintendenza la verifica di interesse culturale per il Meazza.
A sua volta la sovrintendente Antonella Ranaldi stilerà un parere che poi sottoporrà alla Direzione generale del ministero dei beni culturali. Due le possibilità: non viene riconosciuto il valore storico dello stadio e non viene apposto nessun tipo di vincolo.
Al contrario, il ministero riconosce il valore di San Siro e vincola l’intero stadio o una parte. Se si dovesse arrivare a quel punto Milan e Inter dovranno prendere la loro decisione.
Due stadi vicini, oppure trasloco a Sesto nell’ex area Falk.
di Maurizio Giannattasio
Corriere Milano 23 Ottobre 2019