Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head di Hines Italy – affiancato dall’Assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e insieme a Brian Girard, Design Principal di KPF Associates, Andreas Kipar, Ceo di LAND e all’architetto Leopoldo Freyrie – ha presentato l’innovativo progetto EXTM, sottolineandone l’importanza in chiave di impatto sociale.
Punto focale dell’evento è stata la presentazione del masterplan, che prevede la realizzazione di un mercato urbano, servizi educativi e sportivi per la comunità, un parco e spazi pubblici con un mix di soluzioni abitative, tra cui: residenze in vendita a regime privato (66%), residenze arredate in affitto a canone convenzionato per senior, famiglie e giovani coppie (33%).
Di seguito il commento di Gianni Barbacetto sul Fatto Quotidiano di oggi
Lo “Stile Milano”’ è inconfondibile. I grandi affari immobiliari, gentilmente permessi dalla pubblica amministrazione ai grandi operatori privati, presentati con l’enfasi e il glam di una sfilata di moda.
Un esempio iconico? La “rigenerazione” dell’area Trotto, a San Siro. In una dolce giornata d’inizio autunno 2023, giornalisti, operatori e amministratori pubblici furono invitati sul luogo dell’operazione.
La presentazione di EXTM, sigla impronunciabile che poi vuol dire Ex Trotto Milano, avviene in un’atmosfera surreale. Una presentatrice in bilico tra Telelombardia e The Truman Show elenca su un piccolo palco le meraviglie del progetto e dà la parola agli ospiti, mentre sul grande schermo alle sue spalle scorrono le immagini di una città meravigliosa, tutta verde e gente felice, asili, scuole, cieli, nuvole, fiori, piante, biciclette, bambini.
Qui, dove una volta correvano i cavalli, arriveranno tanti alberi: 700. E mica tutti di uno stesso tipo: no, piante e arbusti di tante specie, in nome della biodiversità, noci del Caucaso, tigli, frassini, liquidambar… La parola più usata: sustainability, “sostenibilità”. Insieme a “verde”, “coraggio”, “fiducia”,“sogno”. L’unica parola che invece non si pronuncia, l’unica cosa che neppure si vede, in questo piccolo clone milanese del film Barbie, è l’oggetto del progetto: i palazzi di cemento che cresceranno sulla ex pista dell’ippodromo del trotto di Milano.
Indicibili. Invisibili. Fantasmi.
Nei render colorati e meravigliosi che scorrono sullo schermo compaiono come ectoplasmi trasparenti, sottili linee bianche che spuntano riluttanti nel verde pieno di un parco che sembra una foresta. Eppure sono i palazzi il business per cui Hines, grande operatore immobiliare con cuore negli Stati Uniti, ha convocato qui giornalisti, politici, operatori. Sono i palazzi l’affare futuro con cui è stata pagata questa presentazione country sul ghiaietto della piccola pista dove un tempo sgambavano i cavalli, prima di lanciarsi sulla pista grande del trotto.
Qui sorgeranno, su 130 mila metri quadrati, 25 edifici e quattro torri, 1.300 appartamenti per almeno 3 mila persone.
Un investimento di circa 450 milioni. I due terzi circa degli edifici saranno residenze di lusso in vendita in regime di libero mercato. Se ne accenna rapidamente, di sfuggita. Per soffermarsi invece su quel terzo che sarà impegnato per il “senior housing” e il “social housing”: piccoli appartamenti in affitto a prezzi convenzionati per anziani e famiglie. Saranno affittati alla metà dei prezzi di mercato, promette Mario Abbadessa, il capo di Hines Italia. Ma quale prezzo di mercato? Abbadessa è il gentile padrone di casa, l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi è il gradito l’ospite: rappresentazione plastica dei rapporti tra pubblico e privato a Milano, i privati realizzano, gli interessi collettivi sono “ospiti”. La città ridotta a spazio privato.
Ma subito via, a parlare di servizi di quartiere, il mercato urbano, il nido, l’asilo, la palestra, il babysitting, il doposcuola... E dei 6 milioni di euro che saranno impegnati in dodici “progetti di rigenerazione urbana” ne l quartiere di San Siro, quello appena fuori i confini del Truman Show, quello di via Arar e di piazzale Segesta, periferia degradata di Milano. È il “progetto Mosaico”: sembra una grande novità, quasi un gentile omaggio di Hines. In realtà trattasi dei normali oneri d’urbanizzazione (a Milano i più bassi d’Europa) pagati per legge dagli operatori che fanno profitti su quel bene comune che si chiama città.
Kafkiana anche la metamorfosi della pista del trotto: è stata sottoposta a vincolo. Non proprio la pista, ma la forma della pista. Un vincolo ectoplasmatico. Così i palazzi sorgeranno nell’ovale interno e le torri all’esterno, mentre la forma della pista resterà, memoria di un passato equestre, anello verde pedonale con gli alberi della biodiversità.
Intanto lo stadio Meazza incombe (per ora) a pochi metri dalla città di Barbie.
Di GIANNI BARBACETTO: Il Fatto Quotidiano di Venerdì 8 Dicembre 2023
Milano 08 Dicembre 2023
La Redazione