Milan, una mossa a tre facce
Il Milan sembra far sul serio per il nuovo stadio. Ieri ha messo nero su bianco l’acquisto dell’area San Francesco, nel comune di San Donato Milanese, a due passi da Milano. Qui vuole costruire la sua nuova casa, lasciando il vecchio San Siro. L’operazione, di cui non si conosce il prezzo, è costata meno di 40 milioni di euro.
UNA SFIDA DA 40 MILIONI - Gerry Cardinale, il boss di RedBilrd, ha sborsato 40 milioni per avviare il progetto (che include la richiesta di variante urbanistica, i terreni comprati ieri e altri dettagli legati al nuovo impianto), come rivelato da Calcio e Finanza a ottobre: “Nel corso dell’esercizio il socio di maggioranza ACM Bidco B.V. ha effettuato un versamento in conto futuro aumento di capitale a favore della Capogruppo AC Milan S.p.A. per complessivi 40 milioni di Euro necessari per coprire spese ed investimenti relativi al progetto “Nuovo Stadio” e per il rafforzamento patrimoniale della Capogruppo”.
IL CONTEGGIO ALLA ROVESCIA - A gennaio la Giunta comunale di San Donato ha dato il via libera alla proposta di variante urbanistica che il Milan aveva presentato a settembre dopo aver acquisito SportLifeCity, società già proprietaria dei terreni scelti per il nuovo stadio. SportLifeCity aveva già ottenuto il permesso per costruire un’area sportiva da circa 20 mila posti. Il Milan vuole di più: uno stadio da 70mila spettatori, su due anelli, con annesso un albergo, spazi per la ristorazione, uno store e un museo. Ci saranno anche un auditorium, due parcheggi per 3.500 posti e una grande piazza.
Il Milan spera di inaugurare il nuovo stadio nel 2028, per giocare nella nuova casa la stagione 2028-29.
LA BATTAGLIA DEL ‘NO STADIO’ - Ma non tutti sono d’accordo. Ieri mattina il “Comitato No Stadio” formato da residenti di San Donato, ha chiesto un referendum consultivo. Il comitato sostiene che il comune ha 32 mila abitanti e l’impianto ne ospiterebbe più del doppio. E poi c’è il problema di Chiaravalle, un piccolo borgo con un’abbazia, che si trova a soli 850 metri in linea d’aria dal futuro stadio.
I suoi 1.100 abitanti temono di perdere la loro tranquillità. “Volete voi, cittadine e cittadini di San Donato Milanese, che sul territorio comunale di San Donato Milanese venga realizzato un intervento a carattere sportivo e commerciale che includa l’insediamento di un nuovo stadio di calcio?”, è la domanda che il comitato vorrebbe fare a tutti gli abitanti di San Donato. Per indire il referendum servono almeno mille firme. Il comitato ne ha già raccolte 120.
Il sindaco Francesco Squeri ha ammesso che ci sono delle criticità da risolvere: viabilità, trasporti, mobilità e parcheggi, soprattutto quando ci saranno le partite.
Riguardo a questi aspetti vi ricordo la dichiarazione di Sala del 28 novembre scorso che affermava di non essere disposto a prestare i vigili di Milano a San Donato per le manifetazioni sportive:https://www.calcioefinanza.it/2023/11/28/vigili-nuovo-stadio-milan-sala/
LA GIUNTA DI PALAZZO MARINO - Del resto a Palazzo Marino sono convinti che, nonostante i rossoneri abbiano speso circa venti milioni di euro per acquistare i 265 mila metri quadrati dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto, l’impresa San Donato sia molto difficile da portare a termine. Soprattutto per oggettive difficoltà legate alla viabilità e ammesse anche dallo stesso sindaco del Comune dell’hinterland Francesco Squeri. Ne consegue che Sala Tira dritto.
Sulla ristrutturazione del Meazza, ieri il sindaco Beppe Sala ha detto che va avanti per la sua strada. «Io non perdo la fiducia nella possibilità di riuscire a salvare San Siro, credo che sia una partita ancora ampiamente aperta». Del resto, è il ragionamento di Sala, «in questi anni ne abbiamo viste di ogni, dalla proposta di costruire una nuova arena a San Siro dopo l’abbattimento del Meazza ai paletti green del Consiglio comunale che hanno rallentato l’iter, dal parere della sovrintendenza sul vincolo per il secondo anello all’ipotesi di una nuova casa del Milan nell’ex ippodrono La Maura, dal trasloco delle squadre a San Donato e Rozzano fino al rilancio di un restyling della Scala del Calcio. Un altro colpo di scena, insomma, non è da escludere».
GLI OSTACOLI - Il Milan e il Comune di San Donato in sostanza dovranno ancora superare delle complicate tappe che potrebbero allungare a dismisura i tempi della realizzazione del progetto. Si tratta di accordi di programma che riunusce i vari soggetti coinvolti nell’opera:
1) Regione Lombardia
2) Comune di Milano
3) Ferrovie dello Stato
4) Parco Agricolo Sud Milano, oltre a Sportlifecity ma senza diritto di voto.
Il Commento della Redazione
Visti i precedenti, questa mossa del Milan può avere diversi significati:una mossa a tre facce
- Affermare il suo progetto di uno stadio di proprietà, convinto che sia l’unico modo per rendere il Club più competitivo e redditizio.
- Sedurre i potenziali acquirenti, facendo salire il prezzo di vendita da 1,2 – 1,3 Miliardi a 1,6 – 1,7 Miliardi. E poi cedere il pacchetto azionario a fine anno.
- Sfidare il sindaco Sala, mettendolo sotto pressione per ottenere maggiori concessioni sulle 2 Torri con uffici e servizi, sulle aree funzionali all’esterno, sulle Aree Commerciali e quelle aree adiacenti allo stadio di San Siro, che il Comune vorrebbe rinnovare.