Ogni riferimento alle volumetrie (da 0,35 a 0,63!) che circondano il progetto del nuovo stadio è puramente voluto: centro commerciale, alberghi, grattacieli per gli uffici. Tutte da realizzare su un’area di proprietà del Comune. In altre parole, il timore del sindaco è che il nuovo stadio sia il cavallo di Troia per un’operazione fortemente speculativa. «Se le squadre vogliono fare lo stadio, facciamolo domani mattina Nessuno vuole frenarlo ma se vogliono fare hotel, uffici e centri commerciali se ne discute e non accetto nessuna pressione perché ci sono regole precise da rispettare. Per cui visto che si farebbe anche su terreni nostri, il progetto deve essere compatibile con le necessità della città e del quartiere».
Soprattutto per quanto riguarda gli spazi destinati al commerciale. «Da quando sono sindaco non abbiamo autorizzato altri commerciali perché cerchiamo un equilibrio diverso sugli spazi commerciali anche per tutelare i piccoli negozi». Insomma una partenza di trattativa in salita dove il Comune non è intenzionato a rinunciare a quelle che sono le sue prerogative e tantomeno farsi mettere fretta dalle squadre che vorrebbero chiudere la fase preliminare e farsi trovare pronte con il progetto esecutivo esattamente tra un anno Intanto è stata rinviata alla
prossima seduta utile del Consiglio regionale, la mozione della Lega che propone la candidatura dell’impianto del Meazza a patrimonio dell’Unesco.
di Maurizio Giannattasio
Corriere della Sera Milano 06/11/2019
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