Crisi San Siro: tra silenzi istituzionali, ricorsi al TAR e l’ombra lunga della speculazione
Mentre il sindaco Beppe Sala accelera sulla vendita dello stadio San Siro a Inter e Milan, ritenendosi coperto da pareri legali e dal fallimento del bando pubblico di manifestazioni di interesse (chiuso con un sonoro nulla di fatto), la realtà si fa via via più torbida.
I Comitato cittadini, hanno ufficializzato ricorsi al TAR Lombardia e contestano una serie di atti giudicati illegittimi, compresa la famigerata delibera di Giunta 324 del 18 marzo e l’avviso pubblico del 24 marzo.
Nel mirino anche l’avvio della conferenza dei servizi indetta “indebitamente” dal sindaco.
Dietro l’apparente formalità dell’iter, si scorge però una regia opaca. Il ricorso denuncia come lo stadio sia in realtà solo il pretesto per una vasta operazione speculativa: demolire il Meazza significherebbe garantire visibilità alle future abitazioni nella zona del Trotto. Il danno ambientale paventato – insieme alla perdita di un simbolo cittadino – è denunciato come "gigantesco".
Bonifiche ambientali rivelate all’ultimo minuto: la bomba ecologica che pesa sulla trattativa
Ma il colpo di scena è arrivato il 30 aprile, proprio nel giorno di chiusura del bando, quando il Comune ha notificato la necessità di una bonifica ambientale dell’area di San Siro per la presenza di idrocarburi e metalli pesanti.
Un dettaglio non da poco, tenuto nascosto fino alla fine, non comunicato né ai potenziali offerenti né all’Agenzia delle Entrate, che ha stimato il valore del comparto in 72 milioni. Ora si scopre che quell’area è contaminata e che i costi – potenzialmente molto elevati – potrebbero ricadere sul Comune, cioè su tutti i cittadini milanesi.
Nonostante l’apparente serenità del sindaco (“non credo ci saranno grandi problemi”), la questione economica è tutt’altro che chiusa. Anzi, mina alla base la congruità del prezzo di vendita e riaccende il sospetto che l’interesse pubblico sia stato messo all’angolo.
Silenzio su Bellavia, il tecnico “scomodo” di Report: un’audizione che non s’ha da fare
Nel frattempo, un altro fronte si apre in Consiglio Comunale. Il consigliere Fedrighini ha denunciato il blocco – definito “inspiegabile” – dell’audizione di Gian Gaetano Bellavia, esperto di finanza e volto noto della trasmissione REPORT, chiamato a illustrare le complesse architetture dei fondi che possiedono Milan e Inter.
Un’assenza istituzionale che sa di censura preventiva.
REPORT scende in campo: il 12 maggio ha intervistato i residenti, Salviamo San Siro anticipa i contenuti
Ed è proprio REPORT che ora si prepara a gettare nuova luce sull'affare. Il 12 maggio, una squadra della trasmissione di Sigfrido Ranucci ha intervistato i residenti presso il Parco dei Capitani.
Presente Salviamo San Siro, che anticipa i contenuti dell’intervista a Massimo Mazzonzelli e Marco Bolchini, due rappresentanti del quartiere e volti simbolo della resistenza cittadina.
Report Intervista i residenti di San Siro: Massimo Mazzonzelli
Report Intervista i residenti di San Siro: Marco Bolchini
E per finire, un problema di… metropolitana
Come se non bastasse, emerge un documento del 2009 che evidenzia un problema logistico: il nuovo stadio dovrebbe sorgere proprio accanto alla stazione M5, in una posizione che, già in passato, era stata considerata inadeguata dalla Questura per ragioni di sicurezza.
All’epoca si decise infatti di spostare il capolinea della metro più a ovest per evitare rischi durante gli afflussi.
Oggi si rischia di tornare esattamente al punto di partenza.
Conclusione:
Tra bonifiche nascoste, atti contestati, speculazioni edilizie mascherate da sviluppo urbano e l’imbarazzante silenzio sul fronte della trasparenza, il caso San Siro si sta trasformando in un manuale di cattiva amministrazione.
E mentre le istituzioni dribblano le responsabilità, tocca ai residenti – e ora anche alla TV pubblica – provare a fare chiarezza.
Milano 24 Maggio 2025
La Redazione