Milano una città che ci fa credere di essere GREEN

 

 

Milano è una delle città più inquinate d’Europa: polveri sottili a livelli record, smog che entra nei polmoni come ospite fisso, e una giungla di auto e cantieri che non lascia respirare. Eppure, davanti alla demolizione di San Siro, il Comune sembra avere trovato la bacchetta magica: i crediti di carbonio.

A supporto di questa iniziativa dei Club si è accorto anche il Regionale di RAI 3 Lombardia andato in onda ieri sera alle 19:30 e che potete visione qui di seguito: 


Sì, avete sentito bene. Inter e Milan vorrebbero abbattere lo stadio  di San Siro e ricostruirlo nuovo di zecca, bruciando nell’operazione circa 210mila tonnellate di CO₂. Un disastro climatico da manuale. Ma tranquilli, tutto risolto: basta “comprare” crediti verdi e il gioco è fatto. È come farsi una grigliata di carne tutte le sere e pensare di diventare vegani piantando un basilico sul balcone.

Il Comune che fa carbon washing

Il problema non è solo dei club. Se Milano accettasse questa operazione, diventerebbe la prima amministrazione pubblica al mondo a usare i crediti di carbonio. Non più le multinazionali che devono ripulire la propria immagine, ma un Comune che si comporta come una startup della Silicon Valley. Solo che qui non si vendono gadget tecnologici, ma il futuro ambientale di una città già soffocata.

E mentre i rendering mostrano stadi futuristici circondati dal verde, i numeri sono impietosi: i famosi “11 ettari” di parco compenserebbero appena il 5% delle emissioni prodotte dal cemento.
Per assorbire davvero tutto, servirebbe il 74% degli alberi piantati finora dal progetto ForestaMI. Quattro anni di fatica vanificati in un colpo solo, per giustificare l’abbattimento di un monumento del calcio.

Greenwashing da Champions League

Il paradosso è clamoroso: Milano, città soffocata dallo smog, si candida a diventare la capitale mondiale del greenwashing istituzionale. Lo slogan potrebbe essere: “Abbattiamo lo stadio, ma lo facciamo in modo sostenibile”. È un po’ come dire: “Inquino, ma con stile”.

La scelta che pesa sui polmoni (non solo sulle casse)

Alla fine non è una questione di nostalgia per San Siro, ma di buon senso. Demolire e ricostruire significa emettere CO₂ a livelli insostenibili, in una città che dovrebbe invece ridurre drasticamente le proprie emissioni.

Il Comune ha due strade davanti: farsi ricordare come il primo ente pubblico che ha usato i crediti di carbonio per abbattere un pezzo di storia, o come l’amministrazione che ha avuto il coraggio di dire “no” a un’operazione climatica insensata.

Per evitare questa calamità il consigliere Enrico Fedrighini e altri  hanno proposto al consiglio di Palazzo Marino un ordine del giorno che ha il seguente oggetto:  ORDINE DEL GIORNO A FIRMA DEL CONSIGLIERE FEDRIGHINI E ALTRI AVENTE AD OGGETTO NON UTILIZZABILITÀ DEI CREDITI DI CARBONIO COME MISURA COMPENSATIVA NEGLI INTERVENTI DI RIGENERAZIONE TRASFORMAZIONE URBANA

A tale riguardo vi consigliamo di visionare con attenzione l' intervento Paolo Pileri  (Professore di Progettazione e Pianificazione Urbanistica Politecnico di Milano) fatto durante il DIBATTITO PUBBLICO (Novembre 2022) che accerta le problematiche causate dall' abbattimento di San Siro e la sua ricostruzione in termini d'inquinamento generale (polveri sottili) e in particolare di CO2:
  

 
E il relativo documento Demolire San Siro vuol dire ferire gravemente il clima edito su altreconomia.it.

Perché Milano non ha bisogno di travestirsi da Amazon del carbonio.

Ha bisogno di respirare e come dice Paolo Pileri: i decisori (I Club, Il Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri di Palazzo Marino) saggiamente, farebbero bene a rinunciare a certe opere sbilanciate dal punto di vista climatico: non possiamo più permettercele.
Teniamoci ben stretto San Siro.

 

 

 

 

Milano 29 Agosto 2025

 

 

 

 

La Redazione

 

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