SABATO 20/9: CORTEO IN DIFESA DELL'AREA DELLA MAURA, CONTRO LA SVENDITA DI SAN SIRO E PER LA DIFESA DEL BOSCO DI VIA FALK
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La Maura: un ex ippodromo nel mirino della speculazione
L’ippodromo del trotto La Maura, situato a Lampugnano, è stato inaugurato nel 2015 e da allora ha ospitato eventi sportivi e concerti.
La pista è chiusa dal 2024: la sua dismissione ha riaperto il dibattito sul destino dell’area.
Diversi progetti di rigenerazione sono stati proposti: alcuni prevedono un grande parco urbano con orti, spazi sociali e attività sportive, altri contemplano volumi edilizi incompatibili con le norme del Parco Sud e con il vincolo paesaggistico
Secondo Urbanfile, il progetto di F3A Green per La Maura potrebbe contemplare circa 130.000 m² di edificazioni libere, capaci di ospitare migliaia di nuovi residenti, variando le regole urbanistiche del Parco Sud. Urbanfile
Il consigliere comunale Enrico Fedrighini (gruppo misto) ha denunciato la proposta come “una speculazione edilizia mascherata da progetto partecipativo”, sottolineando che la normativa vigente vieta la costruzione di nuovi edifici su terreni vincolati del Parco Sud senza varianti specifiche. Urbanfile+2ArcipelagoMilano+2
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Il Parco dei Capitani e il progetto del nuovo stadio
Il Parco dei Capitani — una vasta area verde adiacente allo Stadio Meazza — è al centro del dibattito per l’ipotesi di costruire lì il nuovo stadio di Milan e Inter. Il progetto prevede infatti la demolizione del Meazza e la realizzazione di un nuovo impianto sportivo sul parco comunale, compromettendo circa 52.000–53.000 mq di verde.
Da gennaio 2025 sono in corso polemiche e proteste per i carotaggi e indagini geologiche avviate all’interno del Parco dei Capitani.
Il consigliere Carlo Monguzzi (Europa Verde) ha denunciato: «È veramente assurdo cementificare 53mila metri quadri di verde per fare il nuovo stadio quando si può ristrutturare il ‘Meazza’» Corriere Milano+1
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Via Falk: un bosco in pericolo
Il bosco di via Falk è descritto come una “meravigliosa area boschiva”, difesa da anni dal Comitato popolare, ma ora classificata come edificabile nonostante il suo valore ambientale e la sua importanza per il tessuto urbano.
La previsione di costruire in questa zona è vista come un attacco diretto non solo al verde pubblico, ma anche al diritto dei milanesi a una città vivibile. Pur essendo meno citata sui media rispetto a San Siro o La Maura, via Falk è presentata come un tassello fondamentale di una cintura verde che sembra scomparire sotto i colpi di speculazioni edilizie.
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Una critica politica: il conflitto tra bene comune e interessi privati
Il filo rosso che collega queste tre aree è la critica all’amministrazione comunale: secondo noi, qualche politico tra cui: Enrico Fedrighini, Carlo Monguzzi, Alessando Giungi e molti osservatori, Milano sta privilegiando interessi privati — in particolare quelli legati ai club calcistici e agli operatori immobiliari — a scapito del bene comune e della sostenibilità urbana.
Inchieste giudiziarie e rilievi sulla gestione urbanistica di Palazzo Marino hanno alimentato l’idea che l’amministrazione stia sacrificando il verde e i diritti dei cittadini per favorire operazioni lucrative, rendendo Milano una “città in vendita”.
Oppositori al progetto sottolineano che la scelta tra demolizione e ricostruzione del Meazza, e la decisione di edificare sul Parco dei Capitani, non sono inevitabili: esistono alternative, tra cui la ristrutturazione dello stadio esistente, che garantirebbero una soluzione meno invasiva e più compatibile con le esigenze del quartiere.
- Perché scendere in piazza il 20 settembre
- Per difendere il diritto a una Milano verde: ogni metro quadro di parco sottratto è un colpo alla qualità della vita, alla biodiversità urbana e alla salute dei cittadini.
- Per reclamare trasparenza e partecipazione: i processi decisionali legati a La Maura, a San Siro e a via Falk sono stati finora percepiti come opachi, tecnocratici, incapaci di prevedere seriamente l’alternativa “zero” o di coinvolgere realmente i residenti.
- Per respingere il modello di sviluppo urbano basato sul consumo di suolo e sulla rendita finanziaria: la riqualificazione non può essere sinonimo di speculazione, né può passare attraverso la distruzione del verde e l’allontanamento delle comunità già insediate.
- Per riaffermare il valore del bene comune: la battaglia non riguarda soltanto tre aree specifiche, ma la visione di città che vogliamo — ovvero una Milano vivibile, giusta, partecipata, capace di coniugare sport, arte urbana, verde pubblico e socialità senza sacrificare i diritti dei cittadini sull’altare del profitto.
In conclusione
Il corteo del 20 settembre non è una manifestazione locale: è una chiamata per tutta Milano. Le aree in questione — La Maura, via Falk, Parco dei Capitani / San Siro — sono simboli di un conflitto più ampio, che vede contrapposti modelli di sviluppo completamente diversi: uno sostenuto dagli interessi privati e dall’urbanistica speculativa, l’altro fondato sul diritto alla città, sul verde come bene pubblico, sulla partecipazione e sulla qualità della vita.
Se Milano diventa una città dove costruire significa cementificare e vendere, allora perderebbe l’anima. E perdere un po’ di noi. È per questo che sabato decine di migliaia di cittadini sono invitati a mobilitarsi: per dire no alla svendita del verde, no a una visione esclusivamente privata del futuro urbano, sì al diritto a continuare a vivere — non solo a sopravvivere — in una Milano che sia verde, vivibile, comune.
Mobilitiamoci, prima che sia troppo tardi.
MIlano 18 Settembre 2025
La Redazione
