Inter e Milan vanno in pressing sul comune di Milano per la spedizione della lettera alla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Roma riguardo agli eventuali vincoli a cui è sottoposto San Siro.

                                                                                                               PRESSING 

L
e due società sono in pressing sul comune di Milano per far inviare in tempi brevi da quest'ultimo la lettera alla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Roma, per chiedere se San Siro sia sottoposto a qualche tipo di vincolo e, se, eventualmente, ci siano delle parti su cui si possa o meno intervenire. Dal momento che la risposta deve arrivare entro due mesi, le due società vorrebbero evitare di dilatare ulteriormente i tempi.

Il tutto per effetto di un provvedimento (l’articolo 14 del D.P.C.M. 19 giugno 2019, n. 76) entrato in vigore il 22 agosto 2019 succede infatti che la “Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio del MiBACT”,  abbia assunto “poteri di coordinamento e controllo anche in materia di tutela dei beni architettonici nei confronti della Sovrintendenza della Città Metropolitana”.

Questo comporta che la Sovrintendenza milanese si ritrovi scalzata nelle sue competenze e a decidere sull’esistenza di un “vincolo architettonico” su San Siro debba essere l’ufficio romano del ministero dei Beni culturali. Il quale avrà 120 giorni per rispondere alla richiesta del Comune di Milano.
Quindi da quando partirà la lettera da Palazzo Marino alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio potrebbero passare 4 mesi. E alla fine dell’istruttoria quest’ultima potrebbe sancire che sullo stadio Meazza esiste per l’appunto un vincolo architettonico tale da stoppare il progetto ovvero costringere a un’ulteriore revisione per salvaguardare il valore storico dell’impianto.

                                                                                     ANALISI

Nel mentre si analizza la delibera con i sedici punti fissati dal Consiglio Comunale in occasione del 'sì' al pubblico interesse del nuovo impianto. Si valuta soprattutto se il progetto sia ancora fattibile ed economicamente sostenibile.

Diminuendo le cubature e la possibilità di realizzare strutture come centri commerciali, hotel e uffici, calerebbero sia l'investimento complessivo, sia i fondi destinati alle opere di interesse pubblico. Per poter riformulare i progetti, però, resta appunto da capire cosa fare dell'attuale impianto di San Siro. Ecco perché, nel mentre, si continua a valutare l'ipotesi di spostare l'area di costruzione a Sesto San Giovanni (ex area Falk)

Milano 12/11/2019

La Redazione

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