È durato circa un'ora l'incontro tra Milan e Inter e i rappresentanti dell'amministrazione comunale di Milano, tra i quali l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran, per confrontarsi sul tema del nuovo stadio cittadino.

Un rendering c’è già. Del Meazza ne rimarrebbe in piedi solo una traccia. Non più di un angolo del primo e secondo anello, preservando anche le rampe elicoidali realizzate negli anni Cinquanta. Nonché, in diagonale sul lato opposto, una delle torri rosse aggiunte per Italia '90 per sostenere il terzo anello. Nel mezzo un parco e attorno edifici per uffici e negozi disposti sul vecchio perimetro, sul modello di quanto avvenuto con Highbury.



La risposta, come si era già ampiamente capito un paio di settimane fa, è stata negativa. Il doppio impianto, secondo i consulenti dei club, ingenera troppe criticità, dalla sicurezza alla viabilità, «oltre a una situazione di forte densificazione edilizia delle volumetrie complementari».????

L’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran  ha risposto per le rime: se non c’è posto per i due stadi non c’è posto neanche per tutte le volumetrie aggiuntive che avete richiesto.

A
quel punto il presidente del Milan, Paolo Scaroni e l’amministratore delegato dell’Inter, Alessandro Antonello avrebbero potuto prendere cappello e andarsene. Invece l’incontro è andato avanti per un’ora perché Palazzo Marino ha aperto una porticina dopo aver visto i rendering con le «tracce» di San Siro.
Il Comune ha invitato le due squadre a sviluppare la «suggestione». «In tale contesto — scrivono Milan e Inter — l’amministrazione ha quindi richiesto ai club un ulteriore sforzo di analisi di un’alternativa di rifunzionalizzazione del Meazza (come disposto dalla giunta accogliendo l’indicazione del Consiglio Comunale) che includa funzioni sportive non professionistiche e che possa prevedere anche la modifica dell’ingombro dello stadio».


A
ttenzione alle parole,  in quanto” Funzioni sportive non professionistiche”. Fanno tramontare l’idea di un San Siro ridotto a 26mila posti per ospitare il calcio femminile o giovanile.

S
econdo i club non sarebbe gestibile dal punto di vista economico. I club hanno fatto due conti: mille spettatori a 5 euro non valgono la candela.
“Funzioni sportive non professionistiche” può significare di tutto:dalla sgambatella mattutina alla partitella di calcio tra amici.

Così come sembra tramontare lo spazio alternativo per i concerti vista la mancanza di una copertura. L’altra parola magica usata dai club è «modifica dell’ingombro dello stadio». Che significa? Secondo i club significa che è possibile ridurre in maniera significativa la presenza del Meazza, il cui «ingombro» ridurrebbe le volumetrie richieste dalle squadre.

Detto con parole meno diplomatiche modificare l’ingombro significa demolire il Meazza, Abbatterlo, se non lasciando in piedi porzioni «simboliche».

Intanto gli assessori all’Urbanistica e allo Sport, Pierfrancesco Maran e Roberta Guaineri, insieme al direttore generale Christian Malangone e gli architetti del Comune  continuano  a NON parlare di RISTRUTTURAZIONE del Meazza.????
I progetti presentati  confermano che: che costerebbero la metà di quanto dicono le squadre, i tempi sarebbero più contenuti, il campionato potrebbe continuare, i posti premium sarebbero assicurati e ugualmente verrebbero introdotti tutti i servizi e gli optional che richiedono i grandi stadi moderni.

Vedi nostro Articolo: San Siro Demolite una ad una le obiezioni dei Club sul restyling del Meazza
 

Il prossimo incontro riguarda Comune e Ceas che spiegherà nei dettagli perché non è possibile il doppio stadio. Poi il Comune si rivedrà con il Politecnico che dirà quali sono state le esperienze di successo o di insuccesso nel recupero di parti di impianti sportivi.. Solo dopo questi passaggi i vertici del Comune si rincontreranno con i vertici di Milan e Inter.

 

Commento Certificato di Claudio

Il MONOLITE

Salta subito alla memoria Odissea nello spazio. Il Monolite. Le vestigia di ciò che rimarrà del Meazza.  Questa è l’ultima proposta della Multinazionale che senza un minimo di pudore ha proposto di tenere solo uno dei piloni dell’ultima ristrutturazione dello stadio, in memoria di quello che per molti è un emblema di Milano subito dopo il Duomo.

Si parla ancora di ridurre, si parla di sostituire, si parla di costruire (molto più del consentito) ma si parla pochissimo, anzi quasi si è dimenticato, di ciò che comporterà l’abbattimento del Meazza dal punto di vista dell’inquinamento.

L’inquinamento delle polveri sottili sarà devastante, l’inquinamento acustico renderà invivibile il quartiere per mesi e per finire la viabilità e relativa possibilità di parcheggio sarà la ciliegia di una previsione catastrofica dei prossimi due/tre anni.

Che cosa respiriamo

Il materiale particolato aero-disperso è l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide sospese in ambiente. Il Pm 10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10µm.
Questo inquinante può avere sia origine naturale sia antropica: tra le sorgenti antropiche la maggiore responsabilità è da attribuire al traffico veicolare. Ma le particelle davvero capaci di superare le mucose delle vie respiratorie sono le Pm 2,5. Sono più piccole, capaci di raggiungere gli alveoli dei polmoni, la parte più profonda. Come il Pm10, anche questo particolato è in parte emesso in atmosfera (Pm2,5 primario) e, in parte, è formato da reazioni chimiche fra altri inquinanti (Pm 2,5 secondario).


Gli effetti sulla salute

Tra gli inquinanti atmosferici il particolato è quello con il maggior impatto sulla salute umana. Lo dimostrano anche i più recenti studi epidemiologici dell’Oms sugli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico: a rischio sono soprattutto gli anziani e i bambini che sviluppano precocemente malattie cardiovascolari, asma e tumori. Anche l’incremento di tumore polmonare è stato associato recentemente all’inquinamento ambientale, e in particolare alla frazione fine dell’aerosol: il materiale particolato aerodisperso è stato inserito dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro tra i cancerogeni di gruppo 1 (agenti cancerogeni per l’uomo). Ma conviene stare attenti anche al Pm2,5: date le ridotte dimensioni, una volta inalate, queste particelle penetrano in profondità nel sistema respiratorio umano e, superando la barriera tracheo-bronchiale, raggiungono la zona alveolare. Tuttavia, le concentrazioni medie annuali di polveri sottili sono nella maggioranza dei casi inferiori al valore limite di legge.


Milano 17/12/2019


La Redazione

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