vi proponiamo per intero l'articolo Andrea Senesi di oggi (16 Febbraio) del Corriere della Sera Milano che spiega al meglio il divenire delle trattative tra Milan-Inter e Palazzo Marino.
Cento milioni di euro per vecchio Meazza di euro e 50 per le aree circostanti: il totale per la concessione del diritto di superficie a 99 anni dell’attuale San Siro dice quindi 150 milioni, un «ritocco» sostanziale rispetto alla valutazione iniziale che da 70 era poi stata rivista a 90 milioni di euro.
Ora l’«aggiornamento» decisivo, su cui anche le società hanno dato via libera. Rimane invece il nodo delle volumetrie la forbice tra «domanda» e «offerta» è ancora ampia. Milan e Inter «chiedono» 180 mila metri cubi di nuovi edifici per rientrare dall’investimento, il Comune ne propone non più di 95 mila.
Alla fine della settimana prossima è in programma un nuovo vertice in Comune.
Il prezzo di San Siro (ora) è giusto. Cento milioni di euro per il vecchio Meazza e 50 per le aree immediatamente circostanti: il totale per la concessione del diritto di superficie a 99 anni dell’attuale stadio dice quindi 150 milioni,
un «ritocco» sostanziale rispetto alla valutazione iniziale che da 70 era poi stata rivista a 90 milioni di euro.
Ora l’«aggiornamento» decisivo, su cui anche le società hanno dato un sostanziale via libera: 150 milioni di euro che faranno lievitare l’investimento totale dei due club calcistici milanesi a quota 1,3 miliardi di euro. Si tratta però del primissimo punto di incontro di natura finanziaria intorno alla complicatissima vicenda dello stadio che c’è e di quello
che verrà.
Il sì di massima è arrivato venerdì pomeriggio dall’incontro super-tecnico tra l’assessore al Bilancio Roberto Tasca coi rappresentanti di Milan e Inter, un vertice che era stato definito dai protagonisti come «positivo» ma anche «interlocutorio». Vedi nostro articolo: San Siro Nuovo Stadio: Ieri, 14/02/2020 incontro Inter e Milan-Giunta sull' impatto economico del progetto
Il piccolo passo in avanti non cancella infatti le difficoltà di una trattativa ancora tutta da scrivere. Il sì dei due club
al «ritocco» sulla valutazione del Meazza va comunque letto come un segnale di disponibilità a procedere nel negoziato.
Un passo nelle direzione del compromesso. Senza abbandonare definitivamente la suggestione di un possibile piano B in direzione di Sesto San Giovanni, le dirigenze dei due club si aspettano ora un segnale nella medesima direzione da parte dell’amministrazione. Il segnale di disponibilità tanto atteso dovrebbe arrivare dal fronte delle volumetrie, perché in questo caso la forbice tra «domanda» e «offerta» rimane molto ampia.
I club «chiedono» 180 mila metri cubi di nuovi edifici per rientrare dall’investimento, il Comune ne propone non più di 95 mila (secondo quanto previsto dalla delibera di pubblico interesse licenziata da Palazzo Marino a fine ottobre).
Tradotto in indici, i club «domandano» lo 0,63 per cento, quello che secondo loro permetterebbe l’equilibrio dei conti, il Comune per la stessa area «offre» poco più della metà: 0,35 per cento. Il punto d’incontro non si vede ancora all’orizzonte.
Il vertice della «verità», quello dove si proverà a indicare un compromesso sulle volumetrie, è previsto per la fine della settimana prossima. All’appuntamento, oltre all’assessore al Bilancio Tasca, ci saranno questa volta anche
l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran e la titolare dello Sport, Roberta Guaineri. E per l’occasione sono attesi i vertici dei club, Paolo Scaroni per il Milan, Alessandro Antonello per l’Inter.
Soldi e cemento. Prima dell’accordo intorno alla valutazione del vecchio Meazza, un fondamentale passo avanti, nell’economia della trattativa, era stato compiuto intorno al destino dell’attuale campo da gioco. Dopo i paletti fissati
dall’amministrazione e dopo un lungo periodo di impasse, a gennaio era arrivata la svolta.
L’indicazione del Comune era di «rifunzionalizzare» San Siro, mantenendone in vita le parti più caratteristiche e tutelandosi così da possibili altolà in arrivo dalla Soprintendenza e dal ministero. Smaltita la delusione iniziale per i tanti paletti fissati dalla giunta (su input del Consiglio comunale) i club si erano presentati al primo appuntamento del 2020 a Palazzo Marino con due nuovi rendering sotto braccio, coi due progetti cioè, uno firmato Manica-Cmr , l’altro Populous, riveduti e corretti per tenere conto proprio dell’esigenza di non abbattere del tutto il Meazza e di destinarlo allo sport di base.
Nel progetto di Manica sopravvivrebbe solo la facciata della tribuna arancio con le rampe della curva Sud e una sola delle quattro torri che sorreggono il terzo anello. E quelli che erano gli spalti verrebbero riutilizzati per funzioni retail e nell’area che ospitava il campo di San Siro, troverebbe spazio una serie di impianti per lo sport di base gratuiti e
aperti a tutti.
L’altro progetto, quello firmato Populous, col nuovo impianto a richiamare l’immagine delle guglie del Duomo, del vecchio Meazza salverebbe invece, oltre alla tribuna arancio, metà della curva Nord e meta della Sud.
* di Andrea Senesi Corriere della Sera Milano 16/02/2020
Il Commento della Redazione
I Club, accettando l' aumento delle concessioni da 100 a 150 Milioni Euro eliminano quasi del tutto il rischio di una eventuale "Asta" pubblica che renderebbe ancora più oneroso il progetto.
Milano 16/02/2020
La Redazione
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