Come riporta l'edizione di sabato di Trotto & Turf, tira aria di buriana a San Siro dopo la chiusura delle mediazioni e delle trattative tra Snaitech che gestisce l'impianto milanese e tutti gli operatori che si sono scagliati contro la proprietà con i loro motivi.
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Margini di trattativa praticamente azzerati per una situazione diventata insostenibile con ovvie ricadute sull'attività ma anche sulle posizioni che a questo punto vengono difese rispettivamente secondo il proprio punto di vista.
Insomma, le due entità si sono trincerate dietro a dei dinieghi, senza voler piegare la testa o tendere la mano, e questo causa inevitabili disagi. La riapertura della stagione, prevista per il 15 Marzo, sembra molto lontana a questo punto. Tanto che il libretto della stagione, già pronto da tempo, non è stato ancora caricato sul sito ufficiale, nell'area tecnica, del sito di Trenno.
Si dice e si presuppone che questa battaglia arriverà nelle aule di un Tribunale, non ci sono stati passi in avanti nella trattativa e si è tornati praticamente alla stessa identica situazione di una settimana fa quando i lucchetti chiusi dei cancelli delle piste aveva scatenato l'ira sui social da parte degli operatori stessi. Tutto questo fino a mercoledì quando si sono incontrate le parti in una riunione fiume, dalla quale non è scaturito nulla di nuovo.
Da una parte Snaitech avrebbe proposto un contratto biennale o triennale con la premessa che, essendo aree di proprietà, niente e nessuno può disporre o decidere se non la proprietà stessa. Cosa che gli allenatori, proprietari e interessati alla vicenda hanno preso come una ammissione di dismissione alla lunga.
Nel frattempo gli operatori procedono con la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e delle istituzioni.
Serve tempo, ma al momento ci sono pochi margini tra le parti, con la speranza che tutto possa sistemarsi in maniera lineare e civile con un equilibrio sostenibile per tutti.
Una cosa è sicura: L'ippodromo di Milano galoppo è protetto da vincoli pressochè inattaccabili, mentre le aree della Maura e di Trenno, quelle di allenamento, sono inevitabilmente a rischio.