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    SALVIAMO SAN SIRO

    Per dire "No" all’ abbattimento e alla cementificazione del quartiere, ma "SI" alla sua eventuale ristrutturazione che comprenda la riqualificazione dell' area con spazi dedicati ai giovani, allo sport, al verde comune e che allo stesso tempo ne venga mantenuta l' identità
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San Siro svenduto: il Black Friday del patrimonio pubblico (con beffa inclusa!)

San Siro in vendita a 197 Milioni

 


Vendita dello stadio San Siro: aperta un'indagine sui danni alle casse pubbliche

Ah, Milano, la capitale dell’innovazione, della moda e… degli sconti da outlet sugli stadi pubblici!
Il Comune ha deciso di salutare il leggendario Meazza con una straordinaria offerta speciale: 197 milioni di euro per stadio e terreni annessi, con lo stadio stesso valutato alla modica cifra di 73 milioni. Un vero affare! Per chi compra, ovviamente.

L'Agenzia delle Entrate, con la precisione di chi valuta un vecchio divano su un sito di annunci, ha stabilito che il valore di San Siro andasse drasticamente ridimensionato. Perché? Beh, secondo i club, la parte “premium” dello stadio – ovvero la sua struttura storica – è intoccabile e quindi non modificabile o valorizzabile.

M
a il vero colpo di genio arriva con lo "sconto rottamazione": ben 80 milioni di euro per demolizione e bonifica.

Un gesto generoso del Comune che non solo vende sottocosto, ma decide pure di pagare di tasca propria per fare spazio ai nuovi inquilini. Un vero slancio di altruismo con soldi pubblici!

Quindi, ricapitolando: vendiamo lo stadio a un prezzo irrisorio, offriamo uno sconto gigantesco e in più paghiamo anche per abbatterlo. La beffa nella beffa, un capolavoro gestionale da manuale.

Nel frattempo, alcuni consiglieri comunali, probabilmente poco inclini alla filosofia del “tanto paga Pantalone”, osano chiedersi: "Ma non è che stiamo regalando un pezzo di storia e un patrimonio economico della città?" E dai, che esagerazione! Pensiamo al futuro: tra qualche anno potremo ammirare un bel centro commerciale (o magari un cratere vuoto), al posto di quello scomodo e inutile simbolo del calcio internazionale che era San Siro.

E mentre la Procura e forse anche la Corte dei Conti iniziano a drizzare le antenne, noi aspettiamo con ansia il prossimo saldo dell’anno: che ne dite di un bel pacchetto Duomo + Castello Sforzesco al prezzo di un garage in periferia? Con sconto rottamazione, ovviamente.

In succesione il Regionale  di oggi che parla dell stadio e dei probabili DANNI ERARIALI provocati dalla vendita di San Siro e gli interventi al Consiglio di oggi di Enrico Fedrighini, Alessandro Giungi, Carlo Monguzzi e Mariangela Padalino.

 Regionale di oggi 24 Marzo 2025.


 

Intervento di Enrico Fedrighini.



Intervento di Alessandro Giungi.




Intervento di Carlo Monguzzi.




Intervento di Mariangela Padalino.

 

 

 

Milano 24 Marzo 2025

 

 

 

La Redazione

San Siro, addio trasparenza: il Consiglio affossa il bando pubblico alla vendita dello stadio

Privato e Cittadini


Milano, la città dove il pubblico si inginocchia al privato

Il Consiglio comunale di ieri a Milano ha respinto due proposte che avrebbero impegnato la giunta a ristrutturare lo stadio di San Siro invece di venderlo a Milan e Inter, che intendono abbatterlo e costruire un nuovo impianto. Il tutto senza Bando Pubblico !

Le mozioni bocciate erano un ordine del giorno di Europa Verde (con 5 voti a favore) e una  delibera di Enrico Fedrighini e altri: (con 7 voti a favore): "Per formulazione di un bando pubblico per la ristrutturazione dello stadio Meazza"

Il sindaco Beppe Sala ha votato contro entrambe. Il dibattito è stato ritardato a lungo: l'ordine del giorno risale a un anno fa, mentre la delibera è stata proposta dopo che a novembre 2024
Sala ha illustrato l'intenzione dei club di acquistare lo stadio e le aree circostanti.

Le opposizioni hanno lasciato l’aula criticando la lentezza del processo e divisioni interne alla maggioranza.

Ma si sa, in un paese NORMALE, le scelte urbanistiche su aree pubbliche seguirebbero percorsi trasparenti. Ma Milano, si sa, ha un'interpretazione molto creativa della normalità. Così, quando si  propone una delibera per lanciare un bando pubblico sulla ristrutturazione del Meazza – un’idea pericolosamente democratica – il Consiglio comunale decide di metterci subito una pietra sopra.

Dopotutto, perché perdere tempo con trasparenza e concorrenza quando due fondi finanziari: Oaktree Capital Management (Inter), RedBird Capital Partners (Milan), possono risolvere la questione in un elegante salotto a porte chiuse?

La proposta avrebbe potuto garantire che il futuro dello stadio fosse deciso nell’interesse della città e dei cittadini. Ma niente paura! La maggioranza del Consiglio ha prontamente votato contro, dimostrando ancora una volta che le esigenze della collettività vengono dopo quelle degli investitori.

La partita del Meazza è tutt’altro che chiusa, almeno sulla carta. A livello territoriale, politico e legale, se ne continuerà a parlarne.
Nel frattempo, un noto organo vicino ai club ha espresso perfettamente la situazione: "Niente bando pubblico, niente ostacoli. Ora i club possono comprare i terreni, privatizzarli e poi farci quello che vogliono, senza fastidiosi paletti normativi a complicare i loro piani".

Insomma, il Comune ha scelto di non scegliere, lasciando campo libero ai padroni della finanza. Un colpo da maestro di quel genere di politica che preferisce il ruolo di spettatore compiacente a quello di amministratore responsabile.

E
mentre i cittadini continuano a chiedersi a chi appartenga davvero la città, la risposta diventa ogni giorno più chiara: "a chi può permetterselo !."

Di seguito gli interventi di sostegno alla delibera  :

  1. Alessandro Giungi



  2. Enrico Fedrighini



  3. Mariangela Padalino



  4. Carlo Monguzzi

 

Risultato Votazione Delibera:"Per formulazione di un bando pubblico per la ristrutturazione dello stadio Meazza"

 

 

 

   Milano 04 Marzo 2025

 

 

   La redazione

Milano svendesi: il Consiglio affossa la trasparenza e spalanca le porte alla speculazione sul Meazza

Speculazione Edilizia Meazz





Mentre la "Lettera Aperta" ai consiglieri comunali di Corbani, del Comitato "Sì Meazza" contesta la valutazione dell'Agenzia delle Entrate (ADE) sul valore dello stadio con obiezioni precise di consulenti esperti e che preannuncia un possibile contenzioso davanti alla Corte dei Conti Valore dello Stadio - Lettera Aperta di Luigi Corbani ai consiglieri comunali, ieri al Consiglio comunale di Milano: quel magico luogo dove le decisioni più ovvie diventano missioni impossibili!, ennesimo momento di coerenza politica: il consigliere Enrico Fedrighini ha osato suggerire che, forse, sarebbe il caso di fare una cosa normale nei paesi civili – ovvero, un bando pubblico per decidere il destino del Meazza. Roba da pazzi !

Ma il vero spettacolo è arrivato con il voto: 15 consiglieri a favore, 18 contrari.
E chi ha affossato la proposta ? Ma certo, la maggioranza, inclusi quei due giovani Verdi che evidentemente hanno deciso che il cemento non è poi così male se ci si può costruire sopra qualche bel progetto “finalizzato al profitto”.

Intanto, la lezione del giorno arriva dall’assessore Giancarlo Tancredi, che ha ammesso che qualcosa non ha funzionato nella gestione urbanistica di Milano. Bravo ! Ma tranquilli, è solo un dettaglio.
Il punto è che ormai sembra normale delegare ai privati la trasformazione della città, con il risultato che chi ha più soldi decide cosa diventerà il suolo pubblico. Un’idea fantastica, vero ?

E così, il messaggio è chiaro: la trasparenza e l’interesse pubblico si fermano davanti alle logiche speculative.
Il Meazza, simbolo di Milano, rischia di diventare l’ennesimo terreno di conquista per chi vede la città come un bancomat.

Ma tranquilli, ci diranno che è tutto per il nostro bene. E magari ci faranno pure pagare il biglietto per guardare i bulldozer all’opera.

Insomma, se qualcuno si chiedeva quanto fosse alta l’asticella della trasparenza, la risposta è semplice: sta sotto terra, scavata con un tunnel direttamente nel bilancio di qualche fondo speculativo.

Video Intervento del consigliere del Gruppo Misto Enrico Fedrigini.

Video della richiesta di anticipo della discussione della delibera e la relativa  votazione per formulazione di un bando pubblico per la ristrutturazione dello stadio Meazza.

 

Risultati della votazione bando pubblico per la ristrutturazione dello stadio Meazza.

 

 

 

 

Milano 25 Febbraio 205

 

 

 

 

La Redazione

 

 

 

San Siro: tra cemento, interessi privati e illusioni di democrazia

Commissione Consiliare 24 Gennaio 2025

 

 

Milano, 24 gennaio 2025, nella cornice della Commissione consiliare, va in scena l’ennesimo atto sul futuro dello Stadio di San Siro.
L’ultima proposta, firmata da Enrico Fedrighini del gruppo misto e da alcuni consiglieri di maggioranza contrari al nuovo stadio (Rosario Pantaleo, Alessandro Giungi e Angelica Vasile del Pd, Carlo Monguzzi di Europa Verde e Marco Fumagalli della Lista Sala), punta a due obiettivi ambiziosi:

1) un bando pubblico per ristrutturare il glorioso Meazza
2) mantenimento della proprietà dello stadio in capo al Comune di Milano.


Ma, come sempre, la trama si infittisce di colpi bassi, scontri interni e battaglie per il "bene pubblico" che, manco a dirlo, pare coincidere sempre meno con le decisioni della giunta.


La resa ai club: un atto politico o una tragedia annunciata?

Fedrighini apre i lavori ricordando a tutti che il volere di Inter e Milan non dovrebbe sovrastare il bene pubblico.
Il consigliere Carlo Monguzzi rincara la dose, definendo la gestione del sindaco Sala una lunga serie di concessioni: “Ha detto di sì a tutto: demolire il Meazza, costruire alla Maura, distruggere il Parco dei Capitani. Non c’è stata contrattazione, ma resa.”
L'idea di un bando pubblico per salvare lo stadio sembra l’ultima speranza per impedire che San Siro diventi un simbolo di interessi privati mascherati da innovazione urbanistica.


Le difese del PD: "Non è una resa, ma un percorso già tracciato"

Bruno Ceccarelli del PD si erge a difensore delle decisioni già prese, opponendosi con fervore alla delibera. Secondo lui, questa rappresenterebbe una minaccia all’ordine stabilito dal Consiglio: “È in contrasto con decisioni precedenti e rischia di mandare tutto all’aria. E poi, vogliamo davvero che i club si trasferiscano a San Donato Milanese, con tutta la concorrenza sleale che ne deriverebbe?

Un argomento interessante, ma che sembra più un assist a favore degli interessi dei fondi proprietari dei club che una reale preoccupazione per i cittadini milanesi. Forse Ceccarelli dimentica che “concorrenza sleale” è proprio lasciare che un patrimonio pubblico come San Siro finisca svenduto per soddisfare le richieste di Inter e Milan, con un nuovo stadio costruito in nome di una “modernità” che avvantaggia esclusivamente i grandi investitori.

L’idea che questa sia la strada migliore per Milano suona come una barzelletta: lo stadio, che potrebbe essere riqualificato e mantenuto di proprietà pubblica, diventerebbe invece un simbolo della privatizzazione spinta, con il Comune a fare da spettatore impotente.
Forse il vero problema non è il rischio di “concorrenza sleale” con San Donato, ma il fatto che il PD sembri più preoccupato di accontentare i club piuttosto che tutelare il bene pubblico.


Il mito delle squadre milanesi “altrove”

Tommaso Gorini di Europa Verde cerca di riportare la discussione alla realtà: “Inter e Milan che giocano fuori Milano? Non facciamo ridere. Expo si è tenuto a Rho e non lo chiamiamo ‘Expo di Rho’. L’Olimpia gioca ad Assago e resta l’Olimpia Milano. Basta con questi scenari apocalittici.


San Siro, il bottino conteso

Dal centrodestra arriva un sorprendente sostegno alla proposta di Fedrighini.
Enrico Marcora e Mariangela Padalino applaudono l’idea di riportare il dibattito sullo stadio all’aula consiliare: “San Siro non è solo un impianto sportivo; è un pezzo di città. E come tale, deve essere discusso politicamente.” Una posizione condivisibile, se non fosse che il centrodestra stesso sembra incline a sfruttare il caos per fare pressione sulla giunta.


Il grande assente: il cittadino

Tra le battute e le dichiarazioni, resta una domanda fondamentale: che ruolo hanno i cittadini in tutto questo? Per ora, il futuro di San Siro sembra appannaggio esclusivo di club milionari, fondi di investimento e una classe politica impegnata più a proteggere il proprio orticello che a rappresentare gli interessi collettivi.


In attesa di ulteriori sviluppi, il Meazza osserva silenzioso. Un monumento storico e sportivo trasformato nell’ennesimo campo di battaglia tra cemento e politica, dove il gioco più praticato non è il calcio, ma la speculazione edilizia.

Di seguito il testo della delibera: Proposta di delibera N° 1618 2024 - Indirizzo per la formulazione di un bando pubblico per la ristrutturazione dello stadio Meazza

 
 
 
 
 
 
La Redazione
 
 

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