Categoria la Politica

San Siro Nuovo Stadio: Sala e PD ai "FERRI CORTI" sullo stadio alla Maura

Consiglio comunale Palazzo Marino Milano

 

Il problema della costruzione del nuovo stadio del Milan all' interno del Parco Agricolo Sud - ( Ippodromo Maura) esplode nel consiglio di Palazzo Marino.

Qui di seguito l'articolo integrale del Corriere della Sera Milano di oggi 25 Marzo.

Strane alleanze a Palazzo Marino, dove Beppe Sala attacca parte della sua maggioranza, rea di un «no aprioristico» all’ipotesi del nuovo stadio rossonero nell’area dell’Ippodromo La Maura. E dove la coalizione progressista che lo sostiene si spacca, con i Verdi, la parte più a sinistra tra i dem e alcuni consiglieri della Lista Sala contrari alla linea «attendista» del sindaco, ma appoggiati, direttamente dall’altro lato dell’arco costituzionale, dai forzisti.
Sala lancia un’accusa diretta in primis ai dem: «Trovo profondamente sbagliato l’atteggiamento anche di una parte del Pd, che non avendo ancora visto il progetto dice che non va bene».

In serata sarà il governatore Attilio Fontana a «difendere» il piano rossonero, garantendo la tutela del verde nell’area e pronosticando l’inizio dei lavori «nello spazio di due o tre anni».
Ai 17 su 31 consiglieri di maggioranza schierati apertamente in difesa della Maura si aggiunge ora Forza Italia:
«Siamo da sempre per un deciso e convinto sì alla realizzazione di un nuovo stadio a Milano, ma non sull’area della Maura, del tutto inadeguata. Stop ai tentennamenti del sindaco Sala, si torni al progetto originale di Inter e Milan oppure all’area di Porto di Mare», affermano il consigliere regionale Giulio Gallera e il capogruppo in Comune Alessandro De Chirico.

Quella che si configura a Palazzo Marino è una «spaccatura» della maggioranza, su cui non le manda a dire il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi: «Non mi sembra né ragionevole né utile che si metta in crisi la maggioranza sulla Maura per assecondare le giravolte di un fondo speculativo che pensa solo a trarre profitti. Non ha senso aspettare un progetto per capire “quanto verde rimane”, non si deve a Milano costruire sul verde.
Chiediamo a tutti di rispettare il consumo di suolo zero, come scritto nel programma elettorale, nel Piano di Governo del Territorio e nel Piano Aria Clima
».

Sala però, che nel marzo 2021 aveva annunciato (e mai realizzato) l’adesione ai Verdi Europei, rivendica la «serietà» del metodo adottato: «Non sono ideologico: se il progetto non sarà tale da poterlo poi avviare per l’iter necessario, sarà un’altra cosa, ma prima non si dice di no. Dopodiché ci sta anche che il sindaco e il consiglio comunale non esprimano la stessa opinione. Mi sono candidato per fare le cose e cerco di farle, quando poi ci sono buoni motivi per non farle allora ne prendo atto».

Il sindaco ha poi ribadito che al momento non c’è alcun progetto ma solo ipotesi: «È chiaro che una cosa decisiva è quanto verde rimarrà e che tipo di parco si potrà creare: queste sono le cose su cui bisognerà confrontarsi». Tema su cui Fontana parlando ai microfoni di TvPlay garantisce: «Gerry Cardinale (proprietario del Milan, ndr) mi ha rappresentato un’idea che mi sembra molto bella. Posso dire che gran parte del parco resterà tale e questo mi sembra l’aspetto più positivo. Penso che la cosa più sbagliata sia dire sì o no aprioristicamente. Bisogna confrontarsi»

di Stefania Chiale

Corriere della Sera Milano 25 Marzo

Fuori campo arriva la secca risposta del Consigliere Enrico Fedrighini del gruppo Consiliare Beppe Sala Sindaco:

 

Stadio alla Maura: L' Articolo 9 della nostra Costituzione: “La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.”
Se un'area, come il verde ippico della Maura, viene sottoposta a norme di tutela ambientale, lo è per ragioni di interesse pubblico. E le istituzioni, a differenza delle società finanziarie immobiliari, devono agire avendo come obiettivo la tutela dell’interesse pubblico.

Un intervento edilizio all’interno del verde ippico, come uno stadio da 70.000 spettatori, significherebbe non solo ulteriore consumo di suolo: implicherebbe la realizzazione di nuove infrastrutture (strade, parcheggi, percorsi di accesso, servizi) tali da compromettere un vasto ecosistema che va dal Parco di Trenno al Bosco in Città alla campagna dell’ovest milanese. Per sempre.


Questo ecosistema è stato inserito nel Parco Sud proprio per tutelarne la conservazione.

Ora: alla proposta del Milan di realizzare uno stadio nella pista Maura, non si risponde chiedendo di vedere il progetto: si risponde nell'unico modo possibile per chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni: “Mi spiace, quell’area è tutelata, le norme di salvaguardia del verde di cintura urbana non consentono, per ragioni di interesse pubblico, l’edificazione di un simile impianto”.

Enrico Fedrighini

Di seguito l'intervento di Enrico Fedrighini intervistato davanti all'ingresso dell' Ippodromo La Maura

 

 

 

 

  Il Commento della Redazione

 

Davanti a queste evidenze siamo in pieno accordo con le dichiarazioni dei consiglieri Monguzzi e Fedrighini che difendono gli interessi dei cittadini e della città tutta. Sapendo che Milano è una delle tre città più inquinate D'Italia CHIEDIAMO a piena voce che tutti rispettino il consumo di suolo zero, come scritto nel programma elettorale, nel Piano di Governo del Territorio e nel Piano Aria Clima.

San Siro Nuovo Stadio: Certificazioni di proprietà, il Milan chiede una proroga di tre mesi

 

 

Stiamo parlando della documentazione che il Comune di Milano ha chiesto a Inter e Milan che certifica la proprietà del club. Questi documenti sono fondamentali per portare avanti il piano che prevede la realizzazione del nuovo stadio.

In questo quadro si è inserito il recente interesse del Milan non per il nuovo San Siro, bensì per la costruzione di un nuovo impianto, da realizzare in solitaria, nell’area dell’ippodromo La Maura in cui convergerebbe, oltre allo stadio, anche Casa Milan.
Certo, il sindaco di Milano, Beppe Sala, recentemente ha annunciato che attende una rinuncia formale delle squadre al progetto sul nuovo San Siro, ma il no ufficiale non è ancora arrivato.


Questo temporeggiamento del Milan, però, fa propendere per un voluto allungamento dei tempi per non procedere nella direzione della costruzione del nuovo San Siro


S
ull' argomento sono intervenuti tramite COMUNICATO STAMPA i consiglieri Alessandro Giungi e Simonetta D'Amico, componenti del Consiglio comunale di Milano

 

 Alessandro GiungiAlessandro Giungi

Simonetta D'AmicoSimonetta D’Amico

Qui di seguito il testo del comunicato:

«Fin dal 2019 si è assistito ad una continua richiesta, da parte di Milan e Inter, di velocizzare l’iter di approvazione del progetto su San Siro, come se abbattere uno dei simboli di Milano, realizzare un nuovo impianto a fianco e procedere con la costruzione di un centro commerciale e vari grattacieli fosse come richiedere una semplice licenza edilizia.
In realtà i passi previsti dalla legge, a partire dal dibattito pubblico e quelli più strettamente politici spettanti a Giunta e Consiglio comunale sono stati fatti in tempi più che accettabili, anche a fronte della (ovvia) contrapposizione dialettica tra favorevoli e contrari.
Del resto, il Consiglio comunale non è un cda societario ma un organo democraticamente eletto, con un proprio regolamento ed uno statuto che lo disciplinano e che ne dettano anche i tempi.

Non ci si può allora che augurare che tale pausa serva per riflettere su quella che resta la soluzione migliore: procedere con un restyling/riammodernamento dello stadio, come fatto da club importantissimi quali Real Madrid, Liverpool e Olimpique Marsiglia.

Se il rinvio fosse legato all’idea di costruire lo stadio sul terreno della Maura, si scontrerà con la totale contrarietà di migliaia di cittadini che già hanno pacificamente dimostrato contro tale progetto e dei tanti esponenti politici, tra cui gli scriventi, che in varie modalità e occasioni si sono detti contrari a costruire in un’area verde vincolata del Parco Sud e irrinunciabile polmone verde rimasto a Milano».

 

 

 

 

     Milano 23 Marzo 2023

 

 

     La Redazione

 

Il Municipio 8 dice di NO allo stadio del Milan all' interno dell' ippodromo La Maura

 

 municipio 8 salone

 

 

 

Mentre a Palazzo Marino stiamo attendendo le due mozioni ( mozione 1, mozione 2) della maggioranza che hanno lo scopo di "blindare" l' area del Parco Agricolo Sud - Maura dagli appetiti speculativi del Milan AC, (Vedi nostro articolo: ieri sera presso Municipio 8 si è svolta una riunione di Consiglio avente come Ordine del Giorno: Ipotesi Stadio all' ippodromo La Maura.

Risultato:

20 favorevoli, la maggioranza e Movimento 5 stelle
Astenuti: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega
Contrari: nessuno

 

Risultato positivo, ma constatiamo che su un tema così importante per la nostra comunità non ci sia stato, come in realtà ci saremmo aspettati, un voto unanime al 100%.

Qui di seguito il documento votato dal Consiglio:

 

Municipio 8 Ordine del Giorno: Ipotesi Stadio all' ippodromo La Maura 16 Marzo 2023
         





Milano 17 Marzo 2023

 

 

La Redazione

San Siro Nuovo Stadio: Silenzio Stampa fino all' esito delle Regionali

 silenzio stampa

 

In assenza di novità vi proponiamo l’articolo di Di Gianni Barbacetto  Il fatto Quotidiano del 13 Gennaio 2023


Stadio & cemento a San Siro: il Vietnam del sindaco Sala

 

sala e scaroniUn Giuseppe Sala sempre più svogliato (per il presente da sindaco) e preoccupato (per il futuro senza certezze, dopo palazzo Marino) si sta logorando sull’affare San Siro. Credeva di togliersi subito il pensiero, dando il via libera all’operazione come primo atto del suo secondo mandato, già nell’ottobre 2021. Invece l’operazione San Siro è diventata il suo Vietnam.



Il progetto di demolire il Meazza per  realizzare, con la scusa del nuovo stadio, una super-speculazione da 1,3 miliardi (mega centro commerciale, torre uffici, centro congressi…) gli ha fatto perdere molti
sostenitori in città e ha provocato la rottura della maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale (gli hanno votato contro i verdi, tre esponenti del Pd, due della sua stessa lista Sala e uno di una lista a lui collegata).
In soccorso, sono dovuti arrivare i consiglieri di Forza Italia e della lista Bernardo (il presunto candidato alternativo alle elezioni, sempre d’accordo con lui, però, sugli affari).
Infine, la decisione di Vittorio Sgarbi di porre il vincolo sul Meazza bloccandone la demolizione ha chiuso il cerchio.

Nei prossimi mesi, i nodi arriveranno tutti al pettine.

Li elenchiamo a futura memoria.

1. Il progetto di abbattere il Meazza è utile solo ai misteriosi fondi esteri attuali detentori di Milan e Inter (vedi articolo di Mario Gerevini sul Corriere Economia) che cercano di salvare i conti disastrosi con il via libera alla speculazione immobiliare da 1,3 miliardi. La proprietà del Milan (di Mario Gerevini) 

2. I portabandiera dell’affare, che non serve né allo sport né alla città, sono Paolo Scaroni, eterno presidente del Milan malgrado i continui cambi di controllo societario; i lobbisti di Italia viva-Azione e l’avvocato Ada Lucia De Cesaris; e il capolista di Letizia Moratti alle prossime regionali, Manfredi Palmeri, che guarda caso è manager di M-I Stadio, la società di Milan e Inter che gestisce l’impianto di San Siro.

3. La minaccia dei club è: se non ci date lo stadio nuovo a San Siro, vi lasciamo il Meazza e andiamo a farlo
a Sesto San Giovanni, così Milano perderà l’impianto delle sue squadre. Curioso: Milano può perdere centri
d’eccellenza come l’Istituto neurologico Carlo Besta e l’Istituto dei Tumori, trasferiti proprio a Sesto, ma non
lo stadio? E poi: i fondi esteri vadano pure a Sesto (che comunque è sempre Grande Milano) e lo costruiscano a
spese loro, senza pretendere di abbattere un’icona di Milano, il Meazza, e di pagare l’operazione non con i loro
soldi, ma con un regalo pubblico: i permessi per realizzare un’immensa speculazione immobiliare a San Siro
su terreni pubblici.

4. La procedura normale e democratica, in una città normale e democratica, sarebbe quella di una gara
internazionale per la riqualificazione e la gestione del Meazza e dell’area attorno, per scegliere la soluzione più
conveniente per Milano e i suoi cittadini. In nome dell’interesse pubblico. Perché mai fare invece regali agli oscuri fondi esteri che oggi controllano (non si sa come e non si sa fino a quando) Milan e Inter? Altri soggetti interessati a riqualificare e gestire il Meazza ci sono: si è già fatta avanti, per esempio, la AsmGlobal, che gestisce centinaia di impianti sportivi nel mondo. Si confrontino dunque le proposte e poi si scelga, in nome dell’interesse pubblico, non degli interessi privatissimi di Scaroni & C.

Intanto, poiché i disastri non vengono mai soli, a Milano si è materializzato un nuovo progetto: per altri 180 mila metri cubi di cemento su 30 mila metri quadrati sopra i binari della stazione Nord di piazza Cadorna. Il sindaco “verde” (a proposito: si è poi mai iscritto Sala ai Verdi europei, come aveva annunciato?) che cosa dice del continuo consumo di suolo in una città che nel 2022 ha superato per ben 91 giorni il limite massimo di concentrazione del Pm10 nell’aria e ora aumenta il costo del trasporto pubblico?

Di Gianni Barbacetto  Il fatto Quotidiano del 13 Gennaio 2023



I Commenti della Redazione

 

Oggi 31 gennaio 2023, a dodici giorni dalle elezioni Regionali il silenzio di Beppe Sala sull’affare Stadio è “tombale”.

Le ragioni di tale tacere sono molteplici:

  1. È in attesa della risposta dei Club sui nuovi “paletti” emersi dal Dibattito Pubblico, che se non accettati da Inter e Milan gli fornirebbero una via di uscita dal "vicolo cieco" in cui si trova; ma sa per certo che saranno accolti perché facilmente eludibili.
  2. Sa inoltre che  "vincoli" sul Meazza non ce ne saranno, ma aspetta una risposta formale dal governo, una decisione che sicuramente non arriverà prima delle elezioni regionali.
  3. Sa inoltre che gli esposti al TAR regionale e nazionale non saranno accettati.

Con questi presupposti  la strada al progetto di Inter e Milan è spianata; ma non vuole essere visto come responsabile della caduta elettorale dell’alleanza PD-5Stelle.

Per evitare tutto questo Il sindaco non approverà  “L’interesse Pubblico“ prima delle elezioni regionali poiché molti elettori di “centro-sinistra” non voterebbero l’alleanza PD-5Stelle di Majorino, aggravando la già critica situazione del PD.

Concluse le Regionali e con qualsiasi risultato elettorale potrà confermare “L’interesse Pubblico“ senza però essere additato come il responsabile della eventuale débâcle dell’ alleanza PD-5Stelle.

 

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