Categoria la Politica

San Siro Nuovo stadio, Intervista al Presidente del Senato LA RUSSA: NESSUN VINCOLO SUL MEAZZA

 

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Vi proponiamo l'articolo integrale di Maurizio Giannattasio di oggi 13 Gennaio 2023 pubblicato sul Corriere Milano

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«Me lo ha assicurato il ministro Sangiuliano, ora il Comune decida, il governo non intende porre nessun vincolo su San Siro, me lo ha confermato ufficialmente il ministro della Cultura Sangiuliano a cui solo spetta la potestà di decidere, la decisione da prendere è del Comune».
È il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a fare chiarezza sul tormentone del Meazza e del nuovo stadio di Milan e Inter. «Sgarbi non  ha questa delega e non ha voce sul capitolo stadio».


Quindi, nessun vincolo da parte del governo. «Quello che dico io a Palazzo Marino è di non nascondersi dietro un dito, magari aspettando le elezioni. Se c’è da prendere una decisione la devono prendere loro e la devono prendere in fretta»
«Il Governo non intende porre alcun vincolo su San Siro, me lo ha confermato ufficialmente il ministro della Cultura Sangiuliano a cui solo spetta la potestà di decidere. La decisione da prendere è del Comune».

Tocca al presidente del Senato, Ignazio La Russa fare chiarezza sul tormentone che da settimane imperversa sul Meazza e sul nuovo stadio di
Milan e Inter. Vincolo sì, vincolo no. Con posizioni all’interno dell’esecutivo contrapposte.
Sgarbi pro-vincolo. Salvini contrario. Tanto che ieri il sindaco Beppe Sala ha colto la palla al balzo per ribadire che fino a quando il governo non si esprimerà sul vincolo non porterà in giunta la delibera sull’interesse pubblico del nuovo stadio.

Presidente La Russa, eppure Vittorio Sgarbi ha detto che gli sono state conferite le deleghe per poter decidere se apporre un vincolo su San Siro.
«Sgarbi non ha questa delega nè credo abbia mai vantato di averla. Se lo avesse fatto avrebbe sbagliato. Per carità, tutti possono esprimere la propria opinione e pur essendo molto amico di Vittorio debbo dire con chiarezza che non ha alcuna voce in capitolo sullo stadio. E visto che è mio amico colgo anche l’occasione per rimproverargli un trattamento non signorile nei confronti della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi».

Ha parlato del vincolo con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano?
«Ho parlato personalmente con il ministro per capire la situazione. Mi ha confermato che non ha ceduto la deleghe e che non intende porre alcun vincolo su San Siro. Vuole restare neutrale».


Perché?
«Perché vuole che a decidere sia, come è giusto, il Comune di Milano. Quello che dico io a Palazzo Marino è di non nascondersi dietro un dito, magari aspettando le elezioni. Se c’è da prendere una decisione la devono prendere loro e la devono prendere in fretta».


Esattamente le stesse parole usate dal sindaco Sala nei confronti del governo pochi giorni fa. «Se vincolo sia, decidano in fretta»
.

«Ripeto. Non tocca al Governo a meno che non intenda porre un vincolo, Ma il ministro mi ha confermato che non vuole porre alcun vincolo e men che meno ha delegato Sgarbi».

È anche vero però che all’interno del Governo ci sono posizioni molto differenti. Per Sgarbi che insiste sul vincolo, c’è Salvini che dice «basta con i no».
«In verità, a parte Sgarbi, nessuno ha mai parlato né immaginato di apporre alcun vincolo. Su questo non ci sono posizioni diverse e chi decide è il ministro della Cultura».


Posizioni diverse ci sono anche in città. Tra fan  sfegatati di San Siro e chi invece vuole un impianto nuovo...
«Il Comune ha davanti a se tre vie.
La prima: costruzione del nuovo stadio e abbattimento di San Siro.
Il secondo: si mantenga San Siro ma niente nuovo stadio e se le squadre vogliono può essere realizzato altrove.
Terzo: mantenimento di San Siro e costruzione del nuovo stadio accanto
».


È la sua proposta: due stadi uno vicino all’altro. Complicata anche questa.
«È il progetto che ho illustrato a tutti, sindaco compreso, e che mi dicono essere compatibile con i luoghi. Sarebbe addirittura vantaggioso per le società senza contare che eviterebbe a Milano un enorme danno ambientale causato dalla demolizione. Lo si è fatto in decine di città europee, in Inghilterra e in Argentina dove il calcio è quasi una religione.
Due stadi possono convivere a  poche decine di metri l’uno dall’altro. È la mia opinione e l’ho espressa. Ma chi deve decidere non sono io, deve essere il Comune e deve farlo in fretta.
Non si possono lasciare i cittadini, le società delle squadre di calcio in attesa di una decisione che non può più essere aggirata e spetta all’amministrazione. Hanno la maggioranza, sono in giunta, non devono tergiversare. La maggioranza deve decidere
».

Che le ha detto Sala quando ha presentato la sua «opinione»?
«Il sindaco ha detto che l’avrebbe esaminata. A questo punto non dico che la deve scegliere, dico semplicemente cheè l’opzione che preferisco. Ce e sono altre due: l’unica cosa che non si può fare è fingere che stiamo aspettando una decisione del Governo che non ha mai detto di voler decidere».


Perché lei è contrario alla demolizione di San Siro?
«Premesso che sono convinto che anche il nuovo stadio sia necessario, sono contrario ad abbattere San Siro. In questo momento sono in Austria. Se si chiede a uno straniero cosa conosce di Milano risponde tre cose:
il Duomo, la Scala, San Siro. Provateci anche voi. Sul podio c’è San Siro
»

Di Maurizio Giannattasio - Corriere della Sera Milano del 13 Gennaio 2023

 

  Il Commento della Redazione


Brutta notizia! In ogni caso delle tre vie a disposizione del comune prospettate da La Russa, a nostro avviso la Nr. 3 (mantenimento di San Siro e costruzione del nuovo stadio accanto) non sarebbe accettata dai Club in quanto il mantenimento del Meazza non permetterebbe la realizzazione della parte immobiliare che rappresenta la parte fondamentale di questo folle progetto speculativo.

 

Milano 13 Gennaio 2023

 

La Redazione

 

San Siro Nuovo Stadio tra Vincoli Statali, Nuovi Paletti della Giunta e Salvini

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Mentre Inter e Milan in completo “silenzio stampa” fanno i conti su quanto, costeranno le richieste fatte da palazzo Marino lo scorso 22 Dicembre ad arroventare ulteriormente il dibattito sul nuovo stadio di San Siro non c'è solo l'annuncio del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha promesso di salvare il vecchio Meazza dalla demolizione con un vincolo della soprintendenza.

Ora la Lega di Matteo Salvini cambiando  ancora idea sull'abbattimento dello stadio.  Nel 2019 il partito chiedeva di candidare il Meazza nella lista dei monumenti  tutelati come patrimonio dell'Unesco al grido di "giù le mani da San Siro", adesso il leader della Lega  interviene dichiarando : "Già troppi anni persi, Milan e Inter non possono più perdere tempo. Si costruisca uno stadio nuovo, bello, moderno e sicuro a Sesto San Giovanni. “Basta con ritardi e soldi sprecati", scrive su Twitter il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Andiamo con ordine, per chi non avesse letto il nostro articolo:nel quale la giunta ha richiesto ai Club le seguenti modifiche al progetto “Nuovo Stadio” presentato durante il "Dibattito Pubblico":

  • Di arrivare all’obiettivo di 70 mila posti per garantire un’accessibilità popolare allo stadio.
  • Di investire almeno 40 milioni di euro sul quartiere attorno allo stadio.
  • Di portare il verde dall’attuale 18 al 50 per cento, in sostanza 140 mila metri quadrati di verde su un'area di 280 mila (sarà però sempre verde impermeabile.)
  • Più alti standard di sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area.
  • Che sia più distante dalle case di via Tesio.

Sono richieste che se accettate, farebbero lievitare in modo considerevole i costi del progetto (già aumentati da svalutazione ecc.).

Se poi aggiungiamo,  1) l’incertezza causata dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi2) lo sfaldamento della maggioranza e di parte dell’opposizione riguardo alla conferma della delibera del 2019 riguardo “L’interesse pubblico del progetto Nuovo Stadio”, 3) i due ricorsi al TAR pendenti comprendiamo il “silenzio stampa” dei Club e attendono almeno un chiarimento da parte del governo sul vincolo della soprintendenza.

In ogni caso, con il vincolo della soprintendenza o no è nostra opinione che i Club non seguiranno il consiglio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di costruire il “Nuovo Stadio” a Sesto San Giovanni poiché il ritorno speculativo edilizio del progetto realizzato nell’area di San Siro con l’abbattimento del Meazza è nettamente superiore a quello realizzabile nell’ex area Falk, tale da non permettere il risanamento degli scassati conti economici delle due squadre.

Aspettiamo e come dice Luigi Corbani, leader del Comitato Sì Meazza : Siamo solo agli inizi.

 

 

 

Milano 06 Gennaio 2023

 

La Redazione

San Siro: Votato l'ordine del giorno che fissa nuovi paletti per la costruzione del nuovo stadio.

 Giunta

 

La maggioranza tiene ma si divide. Passa il documento che impone nuove condizioni ai club

 

È un quello all'atteso ordine del giorno sul nuovo stadio di San Siro. Ma la fotografia del voto restituisce un Consiglio comunale molto diviso, sia tra i banchi della maggioranza che tra quelli dell'opposizione.

Ieri pomeriggio, nell'aula di Palazzo Marino, uno dei passaggi cruciali per la realizzazione del progetto di Milan e Inter e che pone diversi paletti al masterplan, è andato in porto con 27 voti a favore (tra cui quello del sindaco Beppe Sala), 14 contrari e un astenuto.

Il dato numerico, che, di fatto, manda avanti l'iter del progetto, sottende un dato politico che né il sindaco Beppe Sala né i club potranno sottovalutare. E cioè che sul tema ci sono divisioni insanabili nell’amministrazione.

L’ordine del giorno è stato proposto dal Dem presidente della commissione Urbanistica Bruno Ceccarelli, il compagno di partito Filippo Barberis, la capogruppo dei Riformisti Giulia Pastorella e Marco Mazzei della lista Sala.

 Il documento andato in votazione chiede alle società calcistiche:

  • Di arrivare all’obiettivo di 70 mila posti per garantire un’accessibilità popolare allo stadio.
  • Di investire almeno 40 milioni di euro sul quartiere attorno allo stadio.
  • Di portare il verde dall’attuale 18 al 50 per cento, in sostanza 140 mila metri quadrati di verde su un'area di 280 mila (sarà però sempre verde impermeabile.)
  • Più alti standard di sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area.
  • Che sia più distante dalle case di via Tesio.


«Sono tutte proposte che arricchiscono ha detto l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi esprimendo il suo parere favorevole, è chiaro che ora la giunta dovrà aprire un nuovo confronto con le squadre».


Alla fine L’odg è stato approvato con 27 voti a favore, 14 contrari e 1 astenuto.

Tra i voti a favore se ne contano 23 della maggioranza e 4 delle opposizioni: i forzisti Alessandro De Chirico e Gianluca Comazzi, cioè la totalità del partito azzurro, i consiglieri Luca Bernardo e Manfredi Palmeri della lista civica per Luca Bernardo.

Tra i contrari nella maggioranza invece, come annunciato, i tre Verdi Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e il capogruppo Carlo Monguzzi, i dem Alessandro Giungi, Simonetta d’Amico e Rosario Pantaleo ed Enrico Fedrighini della lista Sala.
Si è astenuto Matteo Forte di Milano Popolare, presenti senza votare Gabriele Rabaiotti della lista Sala e Marco Fumagalli di Milano in Salute.

Durissime le posizioni di Monguzzi e Rabaiotti: «Un’amministrazione poco attenta ai cittadini, con la rifunzionalizzazione del Meazza che sarebbe l’unico piano “A” e invece è ignorata».

Contrario anche Marco Bestetti, recentemente fuoriuscito da Forza Italia, da sempre critico sul nuovo stadio, secondo cui la giunta di Milano si è concentrata sulla questione delle volumetrie mentre avrebbe dovuto 'spendere' la sua posizione di forza per convincere i club a ristrutturare il Meazza.

È tutto politico il voto contrario della Lega, il cui segretario Matteo Salvini non perde occasione per ribadire l’importanza di dotare Milano di uno «stadio nuovo, moderno, sicuro ed efficiente».

Anche il sindaco Beppe Sala, sceso in aula verso il termine della discussione, ha votato a favore di fatto impegnando se stesso a presentare a Inter e Milan le proposte di modifica del loro masterplan.

Qui di seguito gli interventi di Carlo Monguzzi, Alessandro Giungi e Marco Bestetti

Intervento di Carlo Monguzzi

 

 

Intervento di Alessandro Giungi

 

 

Intervento di Marco Bestetti

 

 

Sulla base del voto di Palazzo Marino, come ha spiegato l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, ricomincerà il confronto con Inter e Milan sulle puntualizzazioni contenute nell’ordine del giorno.

Ad accordo raggiunto, nel caso, sarà la giunta a dover ribadire che si tratta di un’opera di interesse pubblico.

 



 

Milano 23 Dicembre 2022

 

La Redazione

Nuovo stadio spostato, più aree verdi: la partita San Siro torna tutta in salita

San Siro

 

Ieri incontro tra Comune e squadre per modificare il progetto dopo il Dibattito pubblico.
Le richieste:
allontanare l’arena
dalle case e migliorare la parte ambientale.
I club potrebbero non accettare e riattivare il piano B a Sesto o San Donato.


P
iù verde, diversi aggiustamenti su viabilità e parcheggi, minor impatto ambientale e, ciliegina sulla torta, spostamento dello stadio.

Conclusa la consultazione cittadina sul nuovo San Siro i nodi vengono al pettine. Incontro dopo incontro, la strada per arrivare alla costruzione di una nuova casa per Milan e Inter è sempre più in salita.

Ieri il coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon ha convocato una riunione con il Comune e i due club.
Con in mano la relazione e tutti i punti critici emersi nel confronto con i residenti,
i comitati, le associazioni di categoria e diversi consiglieri comunali, sono stati messi sul piatto alcuni capitoli come oggetto di “trattativa” tra Palazzo Marino e squadre.

Cioè: sulla base delle richieste che arrivano da ogni parte della città, il Comune sta chiedendo ai club alcuni ritocchi, più o meno consistenti, al piano di fattibilità esposto durante il dibattito.
Tra i temi trattati ci sono: l’aumento del verde rispetto a quanto già previsto nel masterplan; la neutralità carbonica dell’operazione per adeguare il tutto al Piano aria clima e quindi la sostenibilità ambientale sia della demolizione del Meazza che della costruzione del suo sostituto; lo spostamento dello Stadio.
In che senso? L’esigenza è quella di avere la nuova arena il più possibile lontana dalle abitazioni affacciate su

via Tesio. L’idea e non è detto che Milan e Inter riescano o vogliano metterci mano è quella di farla arretrare di qualche metro dalla via. L’ordine di grandezza, in sostanza, è questo.

Le parti parlano di «clima sereno», ma anche di «dialogo non facile e molto delicato». Perché da un lato ci sono un sindaco, Beppe Sala, e una giunta che hanno da render conto alle voci della città, certo, ma anche a quelle della propria maggioranza.

E i consiglieri che sostengono questa amministrazione contrari alla demolizione della Scala del calcio sono già a quota nove, tra inamovibili oppositori e scettici. Una grana politica non da poco. Dall’altro lato, poi, ci sono le squadre che hanno fretta e che, soprattutto, non vogliono spendere 40 milioni per confezionare il progetto esecutivo se prima non hanno la certezza che l’operazione vada in porto.
Tant’è vero che, soprattutto per quanto riguarda Milan, il famigerato piano B di costruire il nuovo campo nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni (è tornata in auge anche una seconda ipotesi, quella di San Donato) è tutt’altro che messo da parte. Anzi, si sta premendo sull’acceleratore.

Oggi ci sarà un’altra commissione comunale nel Municipio 8 che coinvolgerà anche il 7 e la prossima settimana un’altra a Palazzo Marino. Intanto, ieri, il ministro dello Sport Abodi  l’ha buttata lì: «Lo stadio San Siro? Due club, due stadi...Probabilmente potrebbe essere questa la soluzione.
Quello che peraltro avviene in tutte le capitali europee
».

 

di Federica Venni La Repubblica 13 Dicembre 2022

 

 

 

Milano 13  Dicembre 2022

 

  La Redazione

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