Categoria la Politica

San Siro Nuovo Stadio: Silenzio Stampa fino all' esito delle Regionali

 silenzio stampa

 

In assenza di novità vi proponiamo l’articolo di Di Gianni Barbacetto  Il fatto Quotidiano del 13 Gennaio 2023


Stadio & cemento a San Siro: il Vietnam del sindaco Sala

 

sala e scaroniUn Giuseppe Sala sempre più svogliato (per il presente da sindaco) e preoccupato (per il futuro senza certezze, dopo palazzo Marino) si sta logorando sull’affare San Siro. Credeva di togliersi subito il pensiero, dando il via libera all’operazione come primo atto del suo secondo mandato, già nell’ottobre 2021. Invece l’operazione San Siro è diventata il suo Vietnam.



Il progetto di demolire il Meazza per  realizzare, con la scusa del nuovo stadio, una super-speculazione da 1,3 miliardi (mega centro commerciale, torre uffici, centro congressi…) gli ha fatto perdere molti
sostenitori in città e ha provocato la rottura della maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale (gli hanno votato contro i verdi, tre esponenti del Pd, due della sua stessa lista Sala e uno di una lista a lui collegata).
In soccorso, sono dovuti arrivare i consiglieri di Forza Italia e della lista Bernardo (il presunto candidato alternativo alle elezioni, sempre d’accordo con lui, però, sugli affari).
Infine, la decisione di Vittorio Sgarbi di porre il vincolo sul Meazza bloccandone la demolizione ha chiuso il cerchio.

Nei prossimi mesi, i nodi arriveranno tutti al pettine.

Li elenchiamo a futura memoria.

1. Il progetto di abbattere il Meazza è utile solo ai misteriosi fondi esteri attuali detentori di Milan e Inter (vedi articolo di Mario Gerevini sul Corriere Economia) che cercano di salvare i conti disastrosi con il via libera alla speculazione immobiliare da 1,3 miliardi. La proprietà del Milan (di Mario Gerevini) 

2. I portabandiera dell’affare, che non serve né allo sport né alla città, sono Paolo Scaroni, eterno presidente del Milan malgrado i continui cambi di controllo societario; i lobbisti di Italia viva-Azione e l’avvocato Ada Lucia De Cesaris; e il capolista di Letizia Moratti alle prossime regionali, Manfredi Palmeri, che guarda caso è manager di M-I Stadio, la società di Milan e Inter che gestisce l’impianto di San Siro.

3. La minaccia dei club è: se non ci date lo stadio nuovo a San Siro, vi lasciamo il Meazza e andiamo a farlo
a Sesto San Giovanni, così Milano perderà l’impianto delle sue squadre. Curioso: Milano può perdere centri
d’eccellenza come l’Istituto neurologico Carlo Besta e l’Istituto dei Tumori, trasferiti proprio a Sesto, ma non
lo stadio? E poi: i fondi esteri vadano pure a Sesto (che comunque è sempre Grande Milano) e lo costruiscano a
spese loro, senza pretendere di abbattere un’icona di Milano, il Meazza, e di pagare l’operazione non con i loro
soldi, ma con un regalo pubblico: i permessi per realizzare un’immensa speculazione immobiliare a San Siro
su terreni pubblici.

4. La procedura normale e democratica, in una città normale e democratica, sarebbe quella di una gara
internazionale per la riqualificazione e la gestione del Meazza e dell’area attorno, per scegliere la soluzione più
conveniente per Milano e i suoi cittadini. In nome dell’interesse pubblico. Perché mai fare invece regali agli oscuri fondi esteri che oggi controllano (non si sa come e non si sa fino a quando) Milan e Inter? Altri soggetti interessati a riqualificare e gestire il Meazza ci sono: si è già fatta avanti, per esempio, la AsmGlobal, che gestisce centinaia di impianti sportivi nel mondo. Si confrontino dunque le proposte e poi si scelga, in nome dell’interesse pubblico, non degli interessi privatissimi di Scaroni & C.

Intanto, poiché i disastri non vengono mai soli, a Milano si è materializzato un nuovo progetto: per altri 180 mila metri cubi di cemento su 30 mila metri quadrati sopra i binari della stazione Nord di piazza Cadorna. Il sindaco “verde” (a proposito: si è poi mai iscritto Sala ai Verdi europei, come aveva annunciato?) che cosa dice del continuo consumo di suolo in una città che nel 2022 ha superato per ben 91 giorni il limite massimo di concentrazione del Pm10 nell’aria e ora aumenta il costo del trasporto pubblico?

Di Gianni Barbacetto  Il fatto Quotidiano del 13 Gennaio 2023



I Commenti della Redazione

 

Oggi 31 gennaio 2023, a dodici giorni dalle elezioni Regionali il silenzio di Beppe Sala sull’affare Stadio è “tombale”.

Le ragioni di tale tacere sono molteplici:

  1. È in attesa della risposta dei Club sui nuovi “paletti” emersi dal Dibattito Pubblico, che se non accettati da Inter e Milan gli fornirebbero una via di uscita dal "vicolo cieco" in cui si trova; ma sa per certo che saranno accolti perché facilmente eludibili.
  2. Sa inoltre che  "vincoli" sul Meazza non ce ne saranno, ma aspetta una risposta formale dal governo, una decisione che sicuramente non arriverà prima delle elezioni regionali.
  3. Sa inoltre che gli esposti al TAR regionale e nazionale non saranno accettati.

Con questi presupposti  la strada al progetto di Inter e Milan è spianata; ma non vuole essere visto come responsabile della caduta elettorale dell’alleanza PD-5Stelle.

Per evitare tutto questo Il sindaco non approverà  “L’interesse Pubblico“ prima delle elezioni regionali poiché molti elettori di “centro-sinistra” non voterebbero l’alleanza PD-5Stelle di Majorino, aggravando la già critica situazione del PD.

Concluse le Regionali e con qualsiasi risultato elettorale potrà confermare “L’interesse Pubblico“ senza però essere additato come il responsabile della eventuale débâcle dell’ alleanza PD-5Stelle.

 

San Siro Nuovo Stadio: Per il momento Interesse Pubblico in sospeso

Milano 19 Gennaio 2023

 Giunta di Palazzo Marino

 

Oggi in giunta arriva un provvedimento sul nuovo stadio di Milan e Inter, che chiederà formalmente alle squadre di integrare il loro progetto con una serie d’indicazioni venute fuori dal dibattito pubblico:

  • Di arrivare all’obiettivo di 70 mila posti per garantire un’accessibilità popolare allo stadio.
  • Di investire almeno 40 milioni di euro sul quartiere attorno allo stadio.
  • Di portare il verde dall’attuale 18 al 50 per cento, in sostanza 140 mila metri quadrati di verde su un'area di 280 mila (ma sarà sempre verde impermeabile a soletta.)
  • Più alti standard di sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area.
  • Che sia più distante dalle case di via Tesio.

I Club a loro volta dovranno dire se sono d’accordo o meno con le nuove richieste.

Per il Meazza, al momento, detto a voce dal ministro Sangiuliano, non c’è Vincolo, ma non c’è neanche l’interesse pubblico. 


A questo punto la palla ripassa ai club. 

Di seguito l'intervento di Beppe Sala di ieri:

 

 

 

   Il Commento della Redazione

 

Per i nostri lettori che non hanno letto il Corriere Economia del 09 Gennaio, vi alleghiamo l'inquietante pagina scritta da Mario Gerevini (*) riguardante gli aggiornamenti sulla PROPRIETA' del Milan:

La proprietà del Milan (di Mario Gerevini)
  *fatela girare*

Avendo come controparte tali interlocutori, l'articolo dovrebbe "far riflettere" il sindaco Sala e la relativa giunta di Palazzo Marino sull’opportunità di votare a favore dell’Interesse Pubblico al progetto Nuovo Stadio.

(*) È cronista al Corriere della Sera, tra le firme principali del suo giornale. Si è occupato, tra l'altro, degli scandali Tanzi-Parmalat e del crac Cagnotti. A maggio 2021 ha pubblicato con Solferino I mercanti del tempio, saggio sulle finanze vaticane scritto insieme a Fabrizio Massaro.

 

 

Nuovo San Siro: Ritorna l'incubo dei due stadi a 200 metri l'uno dall' altro

San Siro i due stadi

 

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano mette la parola fine alla polemica sul futuro dello stadio Meazza sollevata dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. «Non c’è nessun vincolo sullo stadio di San Siro. Dovrà essere il sindaco Beppe Sala a decidere cosa fare». Contemporaneamente Il presidente del Senato La Russa rilancia l’idea di mantenere il vecchio stadio a fianco di quello nuovo progettato da Inter e Milan «Lo conoscono in tutto il mondo»

Un vero incubo per i cittadini, vedi anche:.

Siamo ben lontani dal finto progetto "Green" che Palazzo Marino vorrebbe realizzare nella Zona San Siro.

Nei giorni scorsi il sindaco Sala aveva detto che prima di far partire tutto l’iter del progetto esecutivo voleva sgombrare il campo da ogni possibile vincolo.
Ora, dopo le dichiarazioni di Sangiuliano che sembrano dare il via libera, il sindaco preferisce non commentare, ma in Comune ci si aspetta una presa di posizione «formale» da parte del ministro, il quale non ha mai risposto alle richieste di chiarimento scritte da Palazzo Marino.

Giovedì la giunta dovrebbe votare una delibera che chiude il percorso del "dibattito pubblico": il testo non è ancora definitivo e, da qui a cinque giorni, potrebbe essere modificato con riferimenti all’affaire vincolo e all’interesse pubblico del progetto di Milan e Inter.
Se sarà approvato "L'Interesse Pubblico", come indicato nell' intervento in giunta di Marco Bestetti (Ex presidente Municipio 7) del 22 dicembre 2022, sarà confermata la volontà del Sindaco e della sua giunta di dare il via a un progetto speculativo immobiliare che serve solo agli azionisti di Milan, Inter ma non produce nessuna ricaduta positiva sulla Città e Cittadini di Milano.

 

Inoltre l'eventuale via libera al progetto creerà non pochi problemi alla coalizione di Centro Sinistra - 5 Stelle nelle imminenti votazioni Regionali,  nella quale i contrari al progetto dei Club sono maggioranza.

Attendiamo testo della delibera ed eventuale votazione della conferma dell' Interesse Pubblico.

 

 

Milano 15 Gennaio 2023

 

La Redazione

San Siro Nuovo stadio, Intervista al Presidente del Senato LA RUSSA: NESSUN VINCOLO SUL MEAZZA

 

san siro

Vi proponiamo l'articolo integrale di Maurizio Giannattasio di oggi 13 Gennaio 2023 pubblicato sul Corriere Milano

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«Me lo ha assicurato il ministro Sangiuliano, ora il Comune decida, il governo non intende porre nessun vincolo su San Siro, me lo ha confermato ufficialmente il ministro della Cultura Sangiuliano a cui solo spetta la potestà di decidere, la decisione da prendere è del Comune».
È il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a fare chiarezza sul tormentone del Meazza e del nuovo stadio di Milan e Inter. «Sgarbi non  ha questa delega e non ha voce sul capitolo stadio».


Quindi, nessun vincolo da parte del governo. «Quello che dico io a Palazzo Marino è di non nascondersi dietro un dito, magari aspettando le elezioni. Se c’è da prendere una decisione la devono prendere loro e la devono prendere in fretta»
«Il Governo non intende porre alcun vincolo su San Siro, me lo ha confermato ufficialmente il ministro della Cultura Sangiuliano a cui solo spetta la potestà di decidere. La decisione da prendere è del Comune».

Tocca al presidente del Senato, Ignazio La Russa fare chiarezza sul tormentone che da settimane imperversa sul Meazza e sul nuovo stadio di
Milan e Inter. Vincolo sì, vincolo no. Con posizioni all’interno dell’esecutivo contrapposte.
Sgarbi pro-vincolo. Salvini contrario. Tanto che ieri il sindaco Beppe Sala ha colto la palla al balzo per ribadire che fino a quando il governo non si esprimerà sul vincolo non porterà in giunta la delibera sull’interesse pubblico del nuovo stadio.

Presidente La Russa, eppure Vittorio Sgarbi ha detto che gli sono state conferite le deleghe per poter decidere se apporre un vincolo su San Siro.
«Sgarbi non ha questa delega nè credo abbia mai vantato di averla. Se lo avesse fatto avrebbe sbagliato. Per carità, tutti possono esprimere la propria opinione e pur essendo molto amico di Vittorio debbo dire con chiarezza che non ha alcuna voce in capitolo sullo stadio. E visto che è mio amico colgo anche l’occasione per rimproverargli un trattamento non signorile nei confronti della direttrice d’orchestra Beatrice Venezi».

Ha parlato del vincolo con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano?
«Ho parlato personalmente con il ministro per capire la situazione. Mi ha confermato che non ha ceduto la deleghe e che non intende porre alcun vincolo su San Siro. Vuole restare neutrale».


Perché?
«Perché vuole che a decidere sia, come è giusto, il Comune di Milano. Quello che dico io a Palazzo Marino è di non nascondersi dietro un dito, magari aspettando le elezioni. Se c’è da prendere una decisione la devono prendere loro e la devono prendere in fretta».


Esattamente le stesse parole usate dal sindaco Sala nei confronti del governo pochi giorni fa. «Se vincolo sia, decidano in fretta»
.

«Ripeto. Non tocca al Governo a meno che non intenda porre un vincolo, Ma il ministro mi ha confermato che non vuole porre alcun vincolo e men che meno ha delegato Sgarbi».

È anche vero però che all’interno del Governo ci sono posizioni molto differenti. Per Sgarbi che insiste sul vincolo, c’è Salvini che dice «basta con i no».
«In verità, a parte Sgarbi, nessuno ha mai parlato né immaginato di apporre alcun vincolo. Su questo non ci sono posizioni diverse e chi decide è il ministro della Cultura».


Posizioni diverse ci sono anche in città. Tra fan  sfegatati di San Siro e chi invece vuole un impianto nuovo...
«Il Comune ha davanti a se tre vie.
La prima: costruzione del nuovo stadio e abbattimento di San Siro.
Il secondo: si mantenga San Siro ma niente nuovo stadio e se le squadre vogliono può essere realizzato altrove.
Terzo: mantenimento di San Siro e costruzione del nuovo stadio accanto
».


È la sua proposta: due stadi uno vicino all’altro. Complicata anche questa.
«È il progetto che ho illustrato a tutti, sindaco compreso, e che mi dicono essere compatibile con i luoghi. Sarebbe addirittura vantaggioso per le società senza contare che eviterebbe a Milano un enorme danno ambientale causato dalla demolizione. Lo si è fatto in decine di città europee, in Inghilterra e in Argentina dove il calcio è quasi una religione.
Due stadi possono convivere a  poche decine di metri l’uno dall’altro. È la mia opinione e l’ho espressa. Ma chi deve decidere non sono io, deve essere il Comune e deve farlo in fretta.
Non si possono lasciare i cittadini, le società delle squadre di calcio in attesa di una decisione che non può più essere aggirata e spetta all’amministrazione. Hanno la maggioranza, sono in giunta, non devono tergiversare. La maggioranza deve decidere
».

Che le ha detto Sala quando ha presentato la sua «opinione»?
«Il sindaco ha detto che l’avrebbe esaminata. A questo punto non dico che la deve scegliere, dico semplicemente cheè l’opzione che preferisco. Ce e sono altre due: l’unica cosa che non si può fare è fingere che stiamo aspettando una decisione del Governo che non ha mai detto di voler decidere».


Perché lei è contrario alla demolizione di San Siro?
«Premesso che sono convinto che anche il nuovo stadio sia necessario, sono contrario ad abbattere San Siro. In questo momento sono in Austria. Se si chiede a uno straniero cosa conosce di Milano risponde tre cose:
il Duomo, la Scala, San Siro. Provateci anche voi. Sul podio c’è San Siro
»

Di Maurizio Giannattasio - Corriere della Sera Milano del 13 Gennaio 2023

 

  Il Commento della Redazione


Brutta notizia! In ogni caso delle tre vie a disposizione del comune prospettate da La Russa, a nostro avviso la Nr. 3 (mantenimento di San Siro e costruzione del nuovo stadio accanto) non sarebbe accettata dai Club in quanto il mantenimento del Meazza non permetterebbe la realizzazione della parte immobiliare che rappresenta la parte fondamentale di questo folle progetto speculativo.

 

Milano 13 Gennaio 2023

 

La Redazione

 

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