Categoria la Politica

San Siro Nuovo Stadio tra Vincoli Statali, Nuovi Paletti della Giunta e Salvini

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Mentre Inter e Milan in completo “silenzio stampa” fanno i conti su quanto, costeranno le richieste fatte da palazzo Marino lo scorso 22 Dicembre ad arroventare ulteriormente il dibattito sul nuovo stadio di San Siro non c'è solo l'annuncio del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che ha promesso di salvare il vecchio Meazza dalla demolizione con un vincolo della soprintendenza.

Ora la Lega di Matteo Salvini cambiando  ancora idea sull'abbattimento dello stadio.  Nel 2019 il partito chiedeva di candidare il Meazza nella lista dei monumenti  tutelati come patrimonio dell'Unesco al grido di "giù le mani da San Siro", adesso il leader della Lega  interviene dichiarando : "Già troppi anni persi, Milan e Inter non possono più perdere tempo. Si costruisca uno stadio nuovo, bello, moderno e sicuro a Sesto San Giovanni. “Basta con ritardi e soldi sprecati", scrive su Twitter il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Andiamo con ordine, per chi non avesse letto il nostro articolo:nel quale la giunta ha richiesto ai Club le seguenti modifiche al progetto “Nuovo Stadio” presentato durante il "Dibattito Pubblico":

  • Di arrivare all’obiettivo di 70 mila posti per garantire un’accessibilità popolare allo stadio.
  • Di investire almeno 40 milioni di euro sul quartiere attorno allo stadio.
  • Di portare il verde dall’attuale 18 al 50 per cento, in sostanza 140 mila metri quadrati di verde su un'area di 280 mila (sarà però sempre verde impermeabile.)
  • Più alti standard di sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area.
  • Che sia più distante dalle case di via Tesio.

Sono richieste che se accettate, farebbero lievitare in modo considerevole i costi del progetto (già aumentati da svalutazione ecc.).

Se poi aggiungiamo,  1) l’incertezza causata dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi2) lo sfaldamento della maggioranza e di parte dell’opposizione riguardo alla conferma della delibera del 2019 riguardo “L’interesse pubblico del progetto Nuovo Stadio”, 3) i due ricorsi al TAR pendenti comprendiamo il “silenzio stampa” dei Club e attendono almeno un chiarimento da parte del governo sul vincolo della soprintendenza.

In ogni caso, con il vincolo della soprintendenza o no è nostra opinione che i Club non seguiranno il consiglio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di costruire il “Nuovo Stadio” a Sesto San Giovanni poiché il ritorno speculativo edilizio del progetto realizzato nell’area di San Siro con l’abbattimento del Meazza è nettamente superiore a quello realizzabile nell’ex area Falk, tale da non permettere il risanamento degli scassati conti economici delle due squadre.

Aspettiamo e come dice Luigi Corbani, leader del Comitato Sì Meazza : Siamo solo agli inizi.

 

 

 

Milano 06 Gennaio 2023

 

La Redazione

San Siro: Votato l'ordine del giorno che fissa nuovi paletti per la costruzione del nuovo stadio.

 Giunta

 

La maggioranza tiene ma si divide. Passa il documento che impone nuove condizioni ai club

 

È un quello all'atteso ordine del giorno sul nuovo stadio di San Siro. Ma la fotografia del voto restituisce un Consiglio comunale molto diviso, sia tra i banchi della maggioranza che tra quelli dell'opposizione.

Ieri pomeriggio, nell'aula di Palazzo Marino, uno dei passaggi cruciali per la realizzazione del progetto di Milan e Inter e che pone diversi paletti al masterplan, è andato in porto con 27 voti a favore (tra cui quello del sindaco Beppe Sala), 14 contrari e un astenuto.

Il dato numerico, che, di fatto, manda avanti l'iter del progetto, sottende un dato politico che né il sindaco Beppe Sala né i club potranno sottovalutare. E cioè che sul tema ci sono divisioni insanabili nell’amministrazione.

L’ordine del giorno è stato proposto dal Dem presidente della commissione Urbanistica Bruno Ceccarelli, il compagno di partito Filippo Barberis, la capogruppo dei Riformisti Giulia Pastorella e Marco Mazzei della lista Sala.

 Il documento andato in votazione chiede alle società calcistiche:

  • Di arrivare all’obiettivo di 70 mila posti per garantire un’accessibilità popolare allo stadio.
  • Di investire almeno 40 milioni di euro sul quartiere attorno allo stadio.
  • Di portare il verde dall’attuale 18 al 50 per cento, in sostanza 140 mila metri quadrati di verde su un'area di 280 mila (sarà però sempre verde impermeabile.)
  • Più alti standard di sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area.
  • Che sia più distante dalle case di via Tesio.


«Sono tutte proposte che arricchiscono ha detto l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi esprimendo il suo parere favorevole, è chiaro che ora la giunta dovrà aprire un nuovo confronto con le squadre».


Alla fine L’odg è stato approvato con 27 voti a favore, 14 contrari e 1 astenuto.

Tra i voti a favore se ne contano 23 della maggioranza e 4 delle opposizioni: i forzisti Alessandro De Chirico e Gianluca Comazzi, cioè la totalità del partito azzurro, i consiglieri Luca Bernardo e Manfredi Palmeri della lista civica per Luca Bernardo.

Tra i contrari nella maggioranza invece, come annunciato, i tre Verdi Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e il capogruppo Carlo Monguzzi, i dem Alessandro Giungi, Simonetta d’Amico e Rosario Pantaleo ed Enrico Fedrighini della lista Sala.
Si è astenuto Matteo Forte di Milano Popolare, presenti senza votare Gabriele Rabaiotti della lista Sala e Marco Fumagalli di Milano in Salute.

Durissime le posizioni di Monguzzi e Rabaiotti: «Un’amministrazione poco attenta ai cittadini, con la rifunzionalizzazione del Meazza che sarebbe l’unico piano “A” e invece è ignorata».

Contrario anche Marco Bestetti, recentemente fuoriuscito da Forza Italia, da sempre critico sul nuovo stadio, secondo cui la giunta di Milano si è concentrata sulla questione delle volumetrie mentre avrebbe dovuto 'spendere' la sua posizione di forza per convincere i club a ristrutturare il Meazza.

È tutto politico il voto contrario della Lega, il cui segretario Matteo Salvini non perde occasione per ribadire l’importanza di dotare Milano di uno «stadio nuovo, moderno, sicuro ed efficiente».

Anche il sindaco Beppe Sala, sceso in aula verso il termine della discussione, ha votato a favore di fatto impegnando se stesso a presentare a Inter e Milan le proposte di modifica del loro masterplan.

Qui di seguito gli interventi di Carlo Monguzzi, Alessandro Giungi e Marco Bestetti

Intervento di Carlo Monguzzi

 

 

Intervento di Alessandro Giungi

 

 

Intervento di Marco Bestetti

 

 

Sulla base del voto di Palazzo Marino, come ha spiegato l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, ricomincerà il confronto con Inter e Milan sulle puntualizzazioni contenute nell’ordine del giorno.

Ad accordo raggiunto, nel caso, sarà la giunta a dover ribadire che si tratta di un’opera di interesse pubblico.

 



 

Milano 23 Dicembre 2022

 

La Redazione

Nuovo stadio spostato, più aree verdi: la partita San Siro torna tutta in salita

San Siro

 

Ieri incontro tra Comune e squadre per modificare il progetto dopo il Dibattito pubblico.
Le richieste:
allontanare l’arena
dalle case e migliorare la parte ambientale.
I club potrebbero non accettare e riattivare il piano B a Sesto o San Donato.


P
iù verde, diversi aggiustamenti su viabilità e parcheggi, minor impatto ambientale e, ciliegina sulla torta, spostamento dello stadio.

Conclusa la consultazione cittadina sul nuovo San Siro i nodi vengono al pettine. Incontro dopo incontro, la strada per arrivare alla costruzione di una nuova casa per Milan e Inter è sempre più in salita.

Ieri il coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon ha convocato una riunione con il Comune e i due club.
Con in mano la relazione e tutti i punti critici emersi nel confronto con i residenti,
i comitati, le associazioni di categoria e diversi consiglieri comunali, sono stati messi sul piatto alcuni capitoli come oggetto di “trattativa” tra Palazzo Marino e squadre.

Cioè: sulla base delle richieste che arrivano da ogni parte della città, il Comune sta chiedendo ai club alcuni ritocchi, più o meno consistenti, al piano di fattibilità esposto durante il dibattito.
Tra i temi trattati ci sono: l’aumento del verde rispetto a quanto già previsto nel masterplan; la neutralità carbonica dell’operazione per adeguare il tutto al Piano aria clima e quindi la sostenibilità ambientale sia della demolizione del Meazza che della costruzione del suo sostituto; lo spostamento dello Stadio.
In che senso? L’esigenza è quella di avere la nuova arena il più possibile lontana dalle abitazioni affacciate su

via Tesio. L’idea e non è detto che Milan e Inter riescano o vogliano metterci mano è quella di farla arretrare di qualche metro dalla via. L’ordine di grandezza, in sostanza, è questo.

Le parti parlano di «clima sereno», ma anche di «dialogo non facile e molto delicato». Perché da un lato ci sono un sindaco, Beppe Sala, e una giunta che hanno da render conto alle voci della città, certo, ma anche a quelle della propria maggioranza.

E i consiglieri che sostengono questa amministrazione contrari alla demolizione della Scala del calcio sono già a quota nove, tra inamovibili oppositori e scettici. Una grana politica non da poco. Dall’altro lato, poi, ci sono le squadre che hanno fretta e che, soprattutto, non vogliono spendere 40 milioni per confezionare il progetto esecutivo se prima non hanno la certezza che l’operazione vada in porto.
Tant’è vero che, soprattutto per quanto riguarda Milan, il famigerato piano B di costruire il nuovo campo nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni (è tornata in auge anche una seconda ipotesi, quella di San Donato) è tutt’altro che messo da parte. Anzi, si sta premendo sull’acceleratore.

Oggi ci sarà un’altra commissione comunale nel Municipio 8 che coinvolgerà anche il 7 e la prossima settimana un’altra a Palazzo Marino. Intanto, ieri, il ministro dello Sport Abodi  l’ha buttata lì: «Lo stadio San Siro? Due club, due stadi...Probabilmente potrebbe essere questa la soluzione.
Quello che peraltro avviene in tutte le capitali europee
».

 

di Federica Venni La Repubblica 13 Dicembre 2022

 

 

 

Milano 13  Dicembre 2022

 

  La Redazione

San Siro, Nuovo ricorso al TAR: MANCA LA RIFUNZIONALIZZAZIONE

 san siro

 

Altra tegola sul progetto di Milan e Inter per una nuova arena. L'associazione di Basilio Rizzo va al
Tar: manca la rifunzionalizzazione delle vestigia del Meazza.

 

Basilio RizzoNel giorno in cui i consiglieri comunali incontrano il relatore del dibattito pubblico, Andrea Pillon dopo le polemiche sulla relazione finale tenuta a porte chiuse, un’altra tegola è pronta ad abbattersi sul progetto del nuovo stadio voluto da Milan e Inter. L’Associazione Gruppo Verde Milano San Siro, primo firmatario lo storico consigliere Basilio Rizzo, ha presentato un nuovo ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’ultima delibera di giunta e delle relazioni dirigenziali con cui Palazzo Marino dà atto alle squadre di aver rispettato le condizioni richieste per poter andare avanti nel progetto e far partire così il dibattito pubblico. 

Ma in realtà, come sottolinea l’avvocato Stefano Nespor, alla lista delle condizioni poste sia dalla giunta sia dal Consiglio comunale ne mancherebbe una, non proprio insignificante, ossia la rifunzionalizzazione di San Siro. Infatti, nell’aggiornamento dello studio di fattibilità presentato a settembre dalle squadre, si legge chiaramente che «a differenza della precedente proposta, nessuna vestigia dell’attuale stadio “G. Meazza” sarà oggetto di conservazione e rifunzionalizzazione». «Entrambe le relazioni istruttorie — si legge nel ricorso — però omettono qualsiasi riferimento alla demolizione dello stadio Meazza e non pongono in evidenza che la proposta aggiornata (delle squadre, ndr) non rispetta la deliberazione con cui la giunta aveva dichiarato il pubblico interesse della proposta del 2019 a condizione che fosse presentato uno “studio di fattibilità aggiornato — da sottoporre a successiva approvazione da parte della giunta comunale che abbia come obiettivo prioritario, in linea con quanto sancito dal Consiglio comunale nella seduta del 28 ottobre 2019 (...), il mantenimento e la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto di San Siro di proprietà comunale mediante la formalizzazione di una proposta in merito da parte dei proponenti».

Conclusione: «Neppure la giunta nell’esaminare la relazione istruttoria, sembra ricordarsi della propria deliberazione del 2019 con la quale aveva dichiarato il pubblico interesse condizionandolo» al mantenimento e alla rifunzionalizzazione di San Siro». Ieri, è stata anche la giornata dove Pillon ha illustrato la relazione finale del dibattito pubblico ai consiglieri comunali. I prossimi passaggi sono già segnati: 60 giorni perché il Comune scriva la sua relazione e la presenti alla giunta che a sua volta dovrà confermare o meno l’interesse pubblico dell’opera già oggetto di precedenti delibere. Ma al di là delle procedure sono tornati in primo piano i mal di pancia di una discreta fetta di consiglieri di maggioranza a cui si affianca anche Enrico Marcora di FdI.

Carlo MonguzziTra i più critici il Verde, Carlo Monguzzi. Attacca sul raddoppio del verde: «Nulla di più falso. Spariscono 53mila metri quadrati di verde bello e ne arrivano centomila di verde pensile e disconnesso».

 

Marcora, passato da poco a FdI, ritira fuori un moto dannunziano tornato di moda: «Me ne frego degli interessi delle squadre. A me interessa il benessere dei cittadini e a oggi questa scelta non è vantaggiosa per i milanesi». Enrico Fedrighini della Lista Sala chiede la convocazione in tempi brevissimi di un Consiglio comunale: «Il ruolo del Consiglio non è non vediamo, non sentiamo e non parliamo. C’è in ballo uno dei più grandi interventi urbanistici della città e ce ne dobbiamo occupare urgentemente in Consiglio perché ci sono cose che non tornano».

Alessandro GiungiTocca ad Alessandro Giungi (Pd) tirare fuori l’argomento che è diventato oggetto del ricorso dell’Associazione San Siro: «San Siro non doveva essere totalmente abbattuto ma rifunzionalizzato. Era uno dei paletti della maggioranza». L’ultima parola è dell'assessore all’Urbanistica.

 

Giancarlo Tancredi: «Siamo consapevoli che la nostra sarà una decisione delicatissima. La cosa che vorrei evitare è arrivare a uno scenario zero, ossia lasciare l’area e lo stadio così come sono». Magari con San Siro vuoto e le squadre a Sesto.

 

di Maurizio Giannattasio    Corriere  Milano 25 Novembre 2022

 

 

 Il Commento della Redazione

 

Per i lettori facciamo un po' di STORIA sulle Dichiarazioni di Sala e Scaroni riguardo al progetto "NUOVO STADIO"

sala - scaroni

Dichiarazioni di Sala - 7.11.2022 (fonte: https://www.pianetamilan.it 7.11.2022) "L'intenzione, il programma dell'Amministrazione è chiaro. Stiamo facendo quello che la legge ci chiede di fare. La legge ci diceva che non potevamo dare alle società diritti volumetrici eccedenti le regole comunali, e così abbiamo fatto. Due anni di discussione? Sì, ma abbiamo riportato le squadre a quello”

DOMANDA: se non ricordiamo male non era previsto che per rispettare lo 0,35 potevano radere al suolo il Meazza per far spazio a un polo commerciale di 88.000 mq su 3 piani. Se non sbagliamo era scritto altro !

Come può affermare ciò se poi nel progetto immobiliare sono previsti: l’allargamento del sottopasso Patroclo e 4530 posti auto x stadio, polo commerciale e di intrattenimento ?

Inoltre non abbiamo dimenticato le dichiarazioni del Sindaco in merito ai centri commerciali: “da quando sono sindaco non abbiamo autorizzato altri centri commerciali perché cerchiamo un equilibrio diverso sugli spazi per tutelare i piccoli negozi “ (fonte : https://milano.fanpage.it/ 5.11.2019) ; Sala sul nuovo San Siro: “sì allo stadio, no all’area commerciale” (fontehttps:/www.lastampa.it 9.11.2019 di Chiara Baldi); “Milano, chiude un negozio ogni 12 ore e sala annuncia: stop agli ipermercati” (fonte : Corriere della Sera 30.9.2017 - di Sara Bettoni).

Perché su San Siro ha cambiato idea?

E poi se questo, secondo scaroni, è il famoso regalo irrinunciabile per la città di Milano"  (fonte https://soloxmilanisti.com – 21.11.2021) noi residenti ne facciamo volentieri a meno anche perché non rispetta minimamente l’obiettivo Carbon Neutral previsto dal piano Aria Clima del Comune.


 

Milano 25 Novembre 2022

 

La Redazione

 

                       

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