Categoria la Politica

San Siro: Votato l'ordine del giorno che fissa nuovi paletti per la costruzione del nuovo stadio.

 Giunta

 

La maggioranza tiene ma si divide. Passa il documento che impone nuove condizioni ai club

 

È un quello all'atteso ordine del giorno sul nuovo stadio di San Siro. Ma la fotografia del voto restituisce un Consiglio comunale molto diviso, sia tra i banchi della maggioranza che tra quelli dell'opposizione.

Ieri pomeriggio, nell'aula di Palazzo Marino, uno dei passaggi cruciali per la realizzazione del progetto di Milan e Inter e che pone diversi paletti al masterplan, è andato in porto con 27 voti a favore (tra cui quello del sindaco Beppe Sala), 14 contrari e un astenuto.

Il dato numerico, che, di fatto, manda avanti l'iter del progetto, sottende un dato politico che né il sindaco Beppe Sala né i club potranno sottovalutare. E cioè che sul tema ci sono divisioni insanabili nell’amministrazione.

L’ordine del giorno è stato proposto dal Dem presidente della commissione Urbanistica Bruno Ceccarelli, il compagno di partito Filippo Barberis, la capogruppo dei Riformisti Giulia Pastorella e Marco Mazzei della lista Sala.

 Il documento andato in votazione chiede alle società calcistiche:

  • Di arrivare all’obiettivo di 70 mila posti per garantire un’accessibilità popolare allo stadio.
  • Di investire almeno 40 milioni di euro sul quartiere attorno allo stadio.
  • Di portare il verde dall’attuale 18 al 50 per cento, in sostanza 140 mila metri quadrati di verde su un'area di 280 mila (sarà però sempre verde impermeabile.)
  • Più alti standard di sostenibilità ambientale per il cantiere e per l’area.
  • Che sia più distante dalle case di via Tesio.


«Sono tutte proposte che arricchiscono ha detto l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi esprimendo il suo parere favorevole, è chiaro che ora la giunta dovrà aprire un nuovo confronto con le squadre».


Alla fine L’odg è stato approvato con 27 voti a favore, 14 contrari e 1 astenuto.

Tra i voti a favore se ne contano 23 della maggioranza e 4 delle opposizioni: i forzisti Alessandro De Chirico e Gianluca Comazzi, cioè la totalità del partito azzurro, i consiglieri Luca Bernardo e Manfredi Palmeri della lista civica per Luca Bernardo.

Tra i contrari nella maggioranza invece, come annunciato, i tre Verdi Tommaso Gorini, Francesca Cucchiara e il capogruppo Carlo Monguzzi, i dem Alessandro Giungi, Simonetta d’Amico e Rosario Pantaleo ed Enrico Fedrighini della lista Sala.
Si è astenuto Matteo Forte di Milano Popolare, presenti senza votare Gabriele Rabaiotti della lista Sala e Marco Fumagalli di Milano in Salute.

Durissime le posizioni di Monguzzi e Rabaiotti: «Un’amministrazione poco attenta ai cittadini, con la rifunzionalizzazione del Meazza che sarebbe l’unico piano “A” e invece è ignorata».

Contrario anche Marco Bestetti, recentemente fuoriuscito da Forza Italia, da sempre critico sul nuovo stadio, secondo cui la giunta di Milano si è concentrata sulla questione delle volumetrie mentre avrebbe dovuto 'spendere' la sua posizione di forza per convincere i club a ristrutturare il Meazza.

È tutto politico il voto contrario della Lega, il cui segretario Matteo Salvini non perde occasione per ribadire l’importanza di dotare Milano di uno «stadio nuovo, moderno, sicuro ed efficiente».

Anche il sindaco Beppe Sala, sceso in aula verso il termine della discussione, ha votato a favore di fatto impegnando se stesso a presentare a Inter e Milan le proposte di modifica del loro masterplan.

Qui di seguito gli interventi di Carlo Monguzzi, Alessandro Giungi e Marco Bestetti

Intervento di Carlo Monguzzi

 

 

Intervento di Alessandro Giungi

 

 

Intervento di Marco Bestetti

 

 

Sulla base del voto di Palazzo Marino, come ha spiegato l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, ricomincerà il confronto con Inter e Milan sulle puntualizzazioni contenute nell’ordine del giorno.

Ad accordo raggiunto, nel caso, sarà la giunta a dover ribadire che si tratta di un’opera di interesse pubblico.

 



 

Milano 23 Dicembre 2022

 

La Redazione

Nuovo stadio spostato, più aree verdi: la partita San Siro torna tutta in salita

San Siro

 

Ieri incontro tra Comune e squadre per modificare il progetto dopo il Dibattito pubblico.
Le richieste:
allontanare l’arena
dalle case e migliorare la parte ambientale.
I club potrebbero non accettare e riattivare il piano B a Sesto o San Donato.


P
iù verde, diversi aggiustamenti su viabilità e parcheggi, minor impatto ambientale e, ciliegina sulla torta, spostamento dello stadio.

Conclusa la consultazione cittadina sul nuovo San Siro i nodi vengono al pettine. Incontro dopo incontro, la strada per arrivare alla costruzione di una nuova casa per Milan e Inter è sempre più in salita.

Ieri il coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon ha convocato una riunione con il Comune e i due club.
Con in mano la relazione e tutti i punti critici emersi nel confronto con i residenti,
i comitati, le associazioni di categoria e diversi consiglieri comunali, sono stati messi sul piatto alcuni capitoli come oggetto di “trattativa” tra Palazzo Marino e squadre.

Cioè: sulla base delle richieste che arrivano da ogni parte della città, il Comune sta chiedendo ai club alcuni ritocchi, più o meno consistenti, al piano di fattibilità esposto durante il dibattito.
Tra i temi trattati ci sono: l’aumento del verde rispetto a quanto già previsto nel masterplan; la neutralità carbonica dell’operazione per adeguare il tutto al Piano aria clima e quindi la sostenibilità ambientale sia della demolizione del Meazza che della costruzione del suo sostituto; lo spostamento dello Stadio.
In che senso? L’esigenza è quella di avere la nuova arena il più possibile lontana dalle abitazioni affacciate su

via Tesio. L’idea e non è detto che Milan e Inter riescano o vogliano metterci mano è quella di farla arretrare di qualche metro dalla via. L’ordine di grandezza, in sostanza, è questo.

Le parti parlano di «clima sereno», ma anche di «dialogo non facile e molto delicato». Perché da un lato ci sono un sindaco, Beppe Sala, e una giunta che hanno da render conto alle voci della città, certo, ma anche a quelle della propria maggioranza.

E i consiglieri che sostengono questa amministrazione contrari alla demolizione della Scala del calcio sono già a quota nove, tra inamovibili oppositori e scettici. Una grana politica non da poco. Dall’altro lato, poi, ci sono le squadre che hanno fretta e che, soprattutto, non vogliono spendere 40 milioni per confezionare il progetto esecutivo se prima non hanno la certezza che l’operazione vada in porto.
Tant’è vero che, soprattutto per quanto riguarda Milan, il famigerato piano B di costruire il nuovo campo nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni (è tornata in auge anche una seconda ipotesi, quella di San Donato) è tutt’altro che messo da parte. Anzi, si sta premendo sull’acceleratore.

Oggi ci sarà un’altra commissione comunale nel Municipio 8 che coinvolgerà anche il 7 e la prossima settimana un’altra a Palazzo Marino. Intanto, ieri, il ministro dello Sport Abodi  l’ha buttata lì: «Lo stadio San Siro? Due club, due stadi...Probabilmente potrebbe essere questa la soluzione.
Quello che peraltro avviene in tutte le capitali europee
».

 

di Federica Venni La Repubblica 13 Dicembre 2022

 

 

 

Milano 13  Dicembre 2022

 

  La Redazione

San Siro, Nuovo ricorso al TAR: MANCA LA RIFUNZIONALIZZAZIONE

 san siro

 

Altra tegola sul progetto di Milan e Inter per una nuova arena. L'associazione di Basilio Rizzo va al
Tar: manca la rifunzionalizzazione delle vestigia del Meazza.

 

Basilio RizzoNel giorno in cui i consiglieri comunali incontrano il relatore del dibattito pubblico, Andrea Pillon dopo le polemiche sulla relazione finale tenuta a porte chiuse, un’altra tegola è pronta ad abbattersi sul progetto del nuovo stadio voluto da Milan e Inter. L’Associazione Gruppo Verde Milano San Siro, primo firmatario lo storico consigliere Basilio Rizzo, ha presentato un nuovo ricorso al Tar per chiedere l’annullamento dell’ultima delibera di giunta e delle relazioni dirigenziali con cui Palazzo Marino dà atto alle squadre di aver rispettato le condizioni richieste per poter andare avanti nel progetto e far partire così il dibattito pubblico. 

Ma in realtà, come sottolinea l’avvocato Stefano Nespor, alla lista delle condizioni poste sia dalla giunta sia dal Consiglio comunale ne mancherebbe una, non proprio insignificante, ossia la rifunzionalizzazione di San Siro. Infatti, nell’aggiornamento dello studio di fattibilità presentato a settembre dalle squadre, si legge chiaramente che «a differenza della precedente proposta, nessuna vestigia dell’attuale stadio “G. Meazza” sarà oggetto di conservazione e rifunzionalizzazione». «Entrambe le relazioni istruttorie — si legge nel ricorso — però omettono qualsiasi riferimento alla demolizione dello stadio Meazza e non pongono in evidenza che la proposta aggiornata (delle squadre, ndr) non rispetta la deliberazione con cui la giunta aveva dichiarato il pubblico interesse della proposta del 2019 a condizione che fosse presentato uno “studio di fattibilità aggiornato — da sottoporre a successiva approvazione da parte della giunta comunale che abbia come obiettivo prioritario, in linea con quanto sancito dal Consiglio comunale nella seduta del 28 ottobre 2019 (...), il mantenimento e la rifunzionalizzazione dell’attuale impianto di San Siro di proprietà comunale mediante la formalizzazione di una proposta in merito da parte dei proponenti».

Conclusione: «Neppure la giunta nell’esaminare la relazione istruttoria, sembra ricordarsi della propria deliberazione del 2019 con la quale aveva dichiarato il pubblico interesse condizionandolo» al mantenimento e alla rifunzionalizzazione di San Siro». Ieri, è stata anche la giornata dove Pillon ha illustrato la relazione finale del dibattito pubblico ai consiglieri comunali. I prossimi passaggi sono già segnati: 60 giorni perché il Comune scriva la sua relazione e la presenti alla giunta che a sua volta dovrà confermare o meno l’interesse pubblico dell’opera già oggetto di precedenti delibere. Ma al di là delle procedure sono tornati in primo piano i mal di pancia di una discreta fetta di consiglieri di maggioranza a cui si affianca anche Enrico Marcora di FdI.

Carlo MonguzziTra i più critici il Verde, Carlo Monguzzi. Attacca sul raddoppio del verde: «Nulla di più falso. Spariscono 53mila metri quadrati di verde bello e ne arrivano centomila di verde pensile e disconnesso».

 

Marcora, passato da poco a FdI, ritira fuori un moto dannunziano tornato di moda: «Me ne frego degli interessi delle squadre. A me interessa il benessere dei cittadini e a oggi questa scelta non è vantaggiosa per i milanesi». Enrico Fedrighini della Lista Sala chiede la convocazione in tempi brevissimi di un Consiglio comunale: «Il ruolo del Consiglio non è non vediamo, non sentiamo e non parliamo. C’è in ballo uno dei più grandi interventi urbanistici della città e ce ne dobbiamo occupare urgentemente in Consiglio perché ci sono cose che non tornano».

Alessandro GiungiTocca ad Alessandro Giungi (Pd) tirare fuori l’argomento che è diventato oggetto del ricorso dell’Associazione San Siro: «San Siro non doveva essere totalmente abbattuto ma rifunzionalizzato. Era uno dei paletti della maggioranza». L’ultima parola è dell'assessore all’Urbanistica.

 

Giancarlo Tancredi: «Siamo consapevoli che la nostra sarà una decisione delicatissima. La cosa che vorrei evitare è arrivare a uno scenario zero, ossia lasciare l’area e lo stadio così come sono». Magari con San Siro vuoto e le squadre a Sesto.

 

di Maurizio Giannattasio    Corriere  Milano 25 Novembre 2022

 

 

 Il Commento della Redazione

 

Per i lettori facciamo un po' di STORIA sulle Dichiarazioni di Sala e Scaroni riguardo al progetto "NUOVO STADIO"

sala - scaroni

Dichiarazioni di Sala - 7.11.2022 (fonte: https://www.pianetamilan.it 7.11.2022) "L'intenzione, il programma dell'Amministrazione è chiaro. Stiamo facendo quello che la legge ci chiede di fare. La legge ci diceva che non potevamo dare alle società diritti volumetrici eccedenti le regole comunali, e così abbiamo fatto. Due anni di discussione? Sì, ma abbiamo riportato le squadre a quello”

DOMANDA: se non ricordiamo male non era previsto che per rispettare lo 0,35 potevano radere al suolo il Meazza per far spazio a un polo commerciale di 88.000 mq su 3 piani. Se non sbagliamo era scritto altro !

Come può affermare ciò se poi nel progetto immobiliare sono previsti: l’allargamento del sottopasso Patroclo e 4530 posti auto x stadio, polo commerciale e di intrattenimento ?

Inoltre non abbiamo dimenticato le dichiarazioni del Sindaco in merito ai centri commerciali: “da quando sono sindaco non abbiamo autorizzato altri centri commerciali perché cerchiamo un equilibrio diverso sugli spazi per tutelare i piccoli negozi “ (fonte : https://milano.fanpage.it/ 5.11.2019) ; Sala sul nuovo San Siro: “sì allo stadio, no all’area commerciale” (fontehttps:/www.lastampa.it 9.11.2019 di Chiara Baldi); “Milano, chiude un negozio ogni 12 ore e sala annuncia: stop agli ipermercati” (fonte : Corriere della Sera 30.9.2017 - di Sara Bettoni).

Perché su San Siro ha cambiato idea?

E poi se questo, secondo scaroni, è il famoso regalo irrinunciabile per la città di Milano"  (fonte https://soloxmilanisti.com – 21.11.2021) noi residenti ne facciamo volentieri a meno anche perché non rispetta minimamente l’obiettivo Carbon Neutral previsto dal piano Aria Clima del Comune.


 

Milano 25 Novembre 2022

 

La Redazione

 

                       

Dibattito Pubblico San Siro presentazione RELAZIONE CONCLUSIVA 18-11-22

Dibattito Pubblico Relazione Finale

 

Dopo sei incontri pubblici e altri cinque di approfondimento, tre attività nel quartiere di San Siro, 49 quaderni degli attori e poco più di 3 mila partecipanti  ma con oltre 153 mila persone raggiunte grazie agli streaming si è concluso il dibattito pubblico sullo stadio. Ieri il coordinatore Andrea Pillon, insieme alla co-coordinatrice Francesca Fazio e all’assessora alla Partecipazione Gaia Romani, hanno illustrato i tratti salienti della discussione.

Il primo e più rilevante dato emerso è che ai milanesi che hanno partecipato agli incontri  lo 0,22% dei residenti condividono «la necessità per Inter e Milan di dotarsi di un impianto moderno e al passo con le nuove esigenze sportive, economiche e commerciali già perseguite dai più importanti club». Tuttavia, i milanesi, come ha chiarito Pillon, «si dividono sulle soluzioni: da una parte c’è chi ritiene che si debba ristruttura il Meazza e dall’altra c’è chi pensa che sia necessaria la costruzione di un nuovo stadio».

Una necessità che si sposa con un altro concetto che «in più momenti e da più parti è stato sottolineato»: ovvero, «la consapevolezza che l’area di San Siro presenti già delle evidenti criticità, soprattutto durante gare e concerti, che vanno affrontate». E la riqualificazione deve riguardare anche piazzale Selinunte.

Spiega Pillon: «Alcuni cittadini hanno proposto che gli oneri di urbanizzazione del nuovo stadio per riqualificare il quartiere di piazzale Selinunte invece di utilizzarli per il rifacimento del sottopasso Patroclo e delle aree verdi circostanti». In questo senso, «la proposta dei club è di 94 milioni di euro che vengono realizzati in opere urbanistiche».

A preoccupare i milanesi è poi la questione del costo dei biglietti, poiché la capienza del nuovo stadio sarà di circa 60 mila posti  contro i 75 mila attuali e di questi circa 12-13 mila saranno «corporate». «In realtà  ha precisato il coordinatore del dibattito  col nuovo stadio i ricavi dovrebbero aumentare. C’è stata una rassicurazione sul fatto
che i biglietti più popolari e gli abbonamenti standard non dovrebbero subire un aumento». Infine, un’altra criticità  oltre al verde, ai cantieri e alla sicurezza  riguarda l’aspetto commerciale «soprattutto per la presenza di altri grandi centri commerciali.
Secondo molti bisognerebbe valorizzare di più il commercio di vicinato, di prossimità», spiega Pillon.

Tutti gli aspetti evidenziati  dovranno ora passare al vaglio del Comune che già ieri, insieme alla Commissione nazionale per il dibattito pubblico, ha ricevuto la relazione di Pillon. Palazzo Marino avrà fino a 60 giorni per presentare il proprio dossier conclusivo in cui si evidenzia la volontà o meno di realizzare l’intervento, le eventuali modifiche da apportare al progetto e le ragioni che hanno condotto a non accogliere eventuali proposte.

Il 24 novembre Pillon porterà in Consiglio comunale la relazione finale del dibattito. Al nuovo stadio si oppongono 8 consiglieri comunali (Carlo Monguzzi, Francesca Cucchiara e Tommaso Gorini dei Verdi, Rosario Pantaleo,

Simonetta D’Amico e Alessandro Giungi del Pd, Enrico Fedrighini di FdI e Marco Fumagalli di Milano in Salute) che chiedono, invece, la ristrutturazione del Meazza.
Monguzzi preme anche sui tempi: «Chiederemo di votare in Consiglio subito, appena la Giunta avrà fatto la sua delibera voteremo su quella, di certo non fra un anno». Mentre il dem Giungi pone «il tema dell’interesse pubblico e il dibattito pubblico non mi ha fatto cambiare idea».

«Di certo  ha sottolineato l’advisor del Milan Giuseppe Bonomi si può contestare il merito della nostra proposta , ma difficilmente il livello di approfondimento tecnico, dopodiché noi ci siamo messi in una fase di ascolto e tra poco si aprirà un confronto serrato col Comune, sulla base della relazione conclusiva del dibattito pubblico, che dovrà sfociare nelle determinazioni conclusive del Comune il più in fretta possibile»

 

Di Chiara Baldi 

Corriere Milano 19 Novembre 2022

 

Di Seguito il filmato della Relazione Conclusiva di Andrea Pillon:

 

 

  Il Commento della Redazione


A Milano non può essere costruito un nuovo stadio a pochi metri dalle case dei residenti al posto di un Parco.

Uno stadio, il Meazza demolito per liberare la vista ai palazzi che verranno costruiti nell'area dell' ex-trotto, un dibattito pubblico organizzato per magnificare le gesta dei progettisti delle due società sportive che non lascia spazio anzi strumentalizza le osservazioni dei cittadini e che si conclude "al chiuso" con la stampa in presenza ed il pubblico fuori alla finestra !

INSOMMA, non c'è limite alla sfrontatezza di queste società che con la scusa del "Nuovo Stadio" mettono in atto a spese dei cittadini una gigantesca speculazione edilizia solo utile a risanare i loro conti economici.

VERGOGNATEVI !.

 

 

 

Milano 19 Novembre 2022

 

La Redazione

 

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