Categoria la Politica

San Siro Nuovo stadio: DIBATTITO PUBBLICO secondo incontro, ritorna la follia dei due stadi.

Progetti Diamante e Galleria

 

Due stadi contro. Quello nuovo presentato da Milan e Inter e quello ristrutturato e riqualificato che risponde al nome di San Siro richiesto a gran voce dai comitati dei cittadini Ma anche due stadi insieme come da proposta di Ignazio La Russa al sindaco Beppe Sala che a sorpresa ha aperto la porta al suggerimento del cofondatore di FdI, assicurando che esaminerà la proposta e la sottoporrà alle squadre. «La proposta di Ignazio La Russa che esaminerò prevede che le squadre affittino anche San Siro per 10 anni.
Se fosse così si potrebbe dire perché no, bisogna verificare la volontà delle squadre».

E aggiunge: «Le squadre ipotizzano di costruire spazi commerciali giusto dove c’è il Meazza e quello è un problema in più. Magari tutto è risolvibile, ma noi abbiamo un costo significativo per tenerlo aperto, quindi ogni cosa parte dalla disponibilità di qualcuno ad affittarlo, ma non per due anni. Mi pare che l’onorevole La Russa abbia portato la sua istanza con educazione e non con l’intento di fare polemica ma di dare un contributo».

Vedi anche nostro articolo:

Secondo incontro del dibattito pubblico. Si scontrano due visioni. Chi, al grido che «San Siro si può riqualificare» è sicuro che il Meazza possa continuare la sua esistenza con una ristrutturazione che comprenda le nuove funzioni richieste dai club e con un costo del 50 per cento inferiore al nuovo impianto e chi, come Milan e Inter che ribadiscono che «un’eventuale ristrutturazione dello stadio esistente non consentirebbe ai club di raggiungere gli elevati standard di comfort, sicurezza e prestazionali oggi richiesti per una gestione sostenibile e virtuosa del manufatto».

 

A presentare le alternative due studi. Quello dell’architetto Jacopo Mascheroni e quello degli ingegneri Riccardo Aceti e Nicola Magistretti. Il primo progetto prevede la demolizione del terzo anello. Spariscono le torri e restano le rampe «esaltate» da una nuova copertura. L’abbassamento del campo permette la realizzazione di un anello zero e la creazione di 3.000 posti premium che possono arrivare a 9.500 utilizzando gli spazi sotto la nuova copertura. I servizi al pubblico oggi insufficienti vengono implementati grazie allo sfruttamento dei vuoti presenti tra i pilastri strutturali che percorrono tutto il perimetro esterno. Anche la proposta Aceti-Magistretti prevede l’eliminazione del terzo anello e la posa di una nuova copertura che permetterebbe di inserire un nuovo volume in grado di garantire le nuove funzioni richieste dai club senza nuovo consumo di suolo: dalle attività commerciali a quelle sportive. Il costo previsto è di 350 milioni «meno del 50 per cento del costo del nuovo stadio» dicono i progettisti.

Presentazione Progetto Diamante di Jacopo Mascheroni

 

 

Presentazione Progetto Galleria Riccardo Aceti

 


Presentazione Progetto Galleria  Nicola Magistretti

 


Alternative non praticabili secondo Milan e Inter per cui la ristrutturazione del Meazza porterebbe la capienza a 58mila posti
, ulteriormente ridotti se venissero allargate le sedute. E che arriverebbero a 37 mila durante i lavori. Problemi anche per le funzioni accessorie mentre il nuovo stadio ne prevede 60.500 metri (Numeri contestati dai proponenti le ristrutturazioni).

Capitolo costi. Secondo le squadre la riqualificazione di San Siro costerebbe molto di più di quanto previsto dalle ipotesi alternative e si avvicinerebbe molto ai costi per la costruzione del nuovo impianto: 554 milioni. «Con elevatissime incertezze» e comunque «non consentirebbe in ogni caso di raggiungere gli obiettivi dei club».

A fine serata l'intervento preoccupato di una residente di Via Tesio che contesta il posizionamento del Nuovo Stadio a 80 metri dalle abitazioni.

 

 

Qui di seguito il filmato dell' intera seduta:

 

 



Milano 04 Ottobre 2022

 

La Redazione

 

San Siro Nuovo stadio: DIBATTITO PUBBLICO, primo confronto

I Club Presentato il dossier. Ma Monguzzi attacca:«Così non é un dibattito, è una lezione»


Primo appuntamento del dibattito pubblico. Sala esaurita e 445 persone tra quelle in presenza e quelle collegate online.

Le squadre presentano il loro dossier sulla rigenerazione urbana di 280 mila metri quadrati di città, gli ambientalisti e i comitati pro Meazza attaccano sulla trasparenza e chiedono lumi su volumetrie e verde, ma i tifosi puntano tutte le loro domande su un’unica preoccupazione: la capienza limitata del nuovo impianto e il timore che il costo del biglietto sia destinato ad aumentare.

Tocca al coordinatore Andrea Pillon aprire le danze con il solito garbo. Due ore e mezzo d’illustrazione della proposta aggiornata. Alla fine le domande. E qui l’atmosfera si scalda.



Tocca al Verde, Carlo Monguzzi partire all’attacco: «Cominciamo molto male, non è un dibattito, è una lezione universitaria di due ore, se iniziamo così per me il dibattito è già finito anche perché come è stato detto stiamo parlando non di un progetto ma di un’ipotesi emozionale».


È il via a una serie di attacchi. A partire dal raddoppio del verde. Una bugia secondo gli ambientalisti. Una verità letterale, secondo l’Advisor del Milan, il top manager Beppe Bonomi: «Rispetto alla prima proposta delle squadre, il verde profondo è raddoppiato».

Poi tocca agli indici volumetrici che eccederebbero gli 0,35 previsti dal Pgt e quindi richiederebbero una variante, la risposta arriva dall’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi: «Gli uffici hanno esaminato attentamente la proposta delle squadre rispetto agli indici preposti perché nella Grande funzione urbana tutte le aree generano volumetria, nessuna esclusa. Lo 0,35 è stato applicato in modo corretto, in conformità con il Pgt».

Veniamo alle preoccupazioni dei tifosi. La capienza del nuovo impianto è di 60mila posti. Di cui circa 9.000 posti corporate che possono arrivare fino a 13.500. La paura è che il costo dei biglietti «normali» possa arrivare alle stelle. Il primo a cercare di rassicurare il popolo rossonero è Bonomi: «Lo spazio destinato all’hospitality ci consente di riequilibrare i nostri ricavi e portarci a una maggiore
competitività con gli altri top club europei e ci permetterà di fare una politica dei prezzi ponderata sui restanti posti. Può funzionare da effetto calmieratore».
A spiegare perché la capienza è comunque sufficiente per soddisfare tutti i tifosi è l’Advisor dell’Inter, Mark Van Huuksloot: «La vendita media dei biglietti delle due squadre dal 2015 fino a oggi a San Siro è sempre stata sotto la capienza dei 75mila posti. È vero che questo limite è superato in occasioni come il derby o nelle sfide con la Juventus, ma per gran parte della stagione il problema non si pone, ma a ridurre la capienza c’è anche un fattore economico. Il nuovo impianto (sia la Cattedrale o sia qualcosa di diverso) prevede solo due anelli e due anelli non possono ospitare 80mila persone «ma 60mila o 62 0 63mila».

«Per costruire il terzo anello servono 10mila metri e questo porterebbe l’altezza 55 metri, molto vicina a quella del Meazza. Ma per farla occorrerebbe potenziare tutta la struttura destinata a sopportare il peso del terzo anello: «La costruzione per avere 15mila posti in più costerebbe 200 milioni di euro».

Il prossimo appuntamento è il 3 ottobre. La sede sarà quella di Palazzo Reale, sempre alle 17. Il focus è sulle ragioni dell’intervento. Previsto il confronto tra i progettisti delle squadre e gli architetti che hanno presentato un progetto per la ristrutturazione del Meazza.

 

Qui di seguito il filmato dell' intera seduta:

 

 

 

  Il Commento della Redazione

 

La prima domanda è: «Ma chi ci guadagna da questa operazione? e quanto ognuno degli attori in campo guadagnerà ?» Gli 1,3 miliardi dell'investimento attorno al nuovo San Siro faranno sicuramente godere i fondi, molto meno le società e soprattutto il Comune destinato a perdere entrate importanti per decine di milioni di euro.
Per i Tifosi e i Cittadini il saldo è sicuramente NEGATIVO, i primi subiranno un aumento dei prezzi causa lo spazio destinato all’hospitality che riduce il numero di posti a prezzi ridotti, mentre i Cittadini vivranno almeno per 3 anni con un alto inquinamento causato dai detriti causati dall' abbattimento del Meazza e la costruzione del nuovo distretto con un'esplosione del traffico locale causato dai blocchi stradali intorno all' area dei lavori.  

 

Milano 30 Settembre 2022

 

La Redazione

 

San Siro Nuovo stadio, la richiesta: - Nel dibattito confronto sulla ristrutturazione -

Andrea Pillon

 

E’ stata fissata dal sindaco Sala una nuova data per la partenza del dibattito pubblico: il 28 settembre, ossia appena dopo le elezioni. La Commissione nazionale per il dibattito pubblico ha acceso il semaforo verde e ha validato il dossier presentato da Milan e Inter e inviato dal Comune senza chiedere integrazioni di sorta e già oggi Palazzo Marino potrebbe portare in giunta la ratifica.

Il tutto dovrebbe durare tra i 30 e i 40 giorni, con 10 o 12 incontri in base alle esigenze di approfondimento che man mano verranno fuori. Entro la fine di novembre sarà poi redatta la relazione finale e consegnata al Comune con le eventuali richieste di modifica del progetto.

Tra i temi del dibattito ci saranno i costi del nuovo stadio paragonati con quelli che servirebbero per rendere San Siro altrettanto funzionale e moderno. Le squadre sostengono che il costo di ristrutturazione del Meazza sarebbe superiore alla realizzazione di un nuovo impianto, mentre i comitati contrari all’abbattimento dello stadio contestano queste cifre.

Per questo, il consigliere della Lista Sala Enrico Fedrighini ha chiesto una perizia terza (oltre a quella degli ingegneri Aceti e Magistretti) per stimare i costi della riqualificazione del Meazza. «Agli atti esistono al momento due sole stime: una presentata dai club nel 2019 di 510 milioni, un’altra presentata e illustrata in sede istituzionale dagli Aceti e Magistretti di 300 milioni».

«Perché non mettere a confronto i costi di tutte le funzioni che Milan e Inter ritengono indispensabili per un nuovo impianto con quello che costerebbe farlo a San Siro? Il Comune non dovrebbe far altro che un copia e incolla dei servizi che i club ritengono una condizione irrinunciabile per uno stadio e quantificare il loro costo sul Meazza», ha spiegato.

 

Una richiesta accolta dal coordinatore Pillon con un’aggiunta: il confronto tra i progettisti delle squadre e quelli che hanno lavorato alla riqualificazione di San Siro: «Per non eludere il tema, è mia intenzione aprire un confronto tra progettisti così che possano illustrare come sono giunti a quelle quantificazioni dei costi, così da comprendere le ragioni di differenti stime, così che possano illustrare come sono giunti a quelle quantificazioni dei costi e comprendere le ragioni di differenti stime».

 

Milano 20 Settembre 2022

 

La Redazione

San Siro nuovo stadio, il comune di Milano dice no ai referendum

 Referendum

Il comune di Milano non ha ammesso i due referendum proposti per il nuovo stadio.
Il parere degli uffici comunali è che sia difficile sostenere l’ammissibilità dei due referendum da un punto di vista tecnico.
Secondo i tecnici infatti, è possibile mantenere la struttura attuale, ma i lavori di ristrutturazione potrebbero causare problemi alle due squadre in corso d'opera, dato anche dal fatto che la capienza sarebbe notevolmente ridotta, senza garantire le prestazioni di uno stadio di ultima generazione. Ora tocca al Collegio dei Garanti, che dovrà esprimere il proprio giudizio vincolante sull’ammissibilità o meno dei referendum entro il prossimo 3 agosto.

Intanto I comitati salva-Meazza dichiarano: “Sala vuole evitare il confronto su San Siro e denunciamo come il sindaco Sala e l’amministrazione stiano cercando, con tutti i mezzi, di evitare sia il confronto, sia il giudizio della cittadinanza su un intervento che interessa un bene pubblico e una vasta area della città».
È piuttosto dura la reazione del Comitato promotore dei referendum contro il nuovo stadio di San Siro alla bocciatura, da parte del Comune, dei quesiti.

C
ome anticipato, gli uffici di Palazzo Marino hanno dato un giudizio negativo sulla fattibilità tecnica e contabile dei referendum. Un parere, quello dei tecnici, previsto come passaggio obbligato dal Regolamento comunale che norma gli istituti partecipativi. Uno step che precede il responso, vincolante, del Collegio dei Garanti: saranno loro infatti, anche sulla base delle considerazioni dei dirigenti comunali, a dover decidere se dare o meno il via libera ai due referendum.

C’è tempo fino al 3 agosto, ma il verdetto potrebbe arrivare anche nei prossimi giorni. I portavoce del Comitato Referendum X San Siro, che accusano Palazzo Marino di voler «influenzare» il «parere dei Garanti», attaccano: quelle degli «uffici» sono «tesi pretestuose che ricalcano le opinioni dei fondi immobiliari privati, i quali propongono la speculazione edilizia sull’area di San Siro». Non vanno tanto per il sottile, insomma, e annunciano ricorsi: «Preannunciamo, fin da oggi, che non lasceremo nulla di intentato e perseguiremo tutte le azioni legali e politiche per garantire alle cittadine e ai cittadini il diritto democratico di esprimersi».
Fino ad oggi i promotori dei referendum hanno raccolto le oltre 1.400 firme necessarie per presentare i quesiti ai Garanti. Qualora fosse dato l’ok — opzione su cui scommettono in pochi — ne servirebbero in tutto 15 mila per far votare i milanesi che dovrebbero esprimersi, nel caso, su due referendum.
Il primo, propositivo, chiede in sintesi di salvaguardare il Meazza nella sua attuale funzione senza edificare un nuovo stadio a San Siro e di avviare un concorso internazionale per la ristrutturazione della Scala del calcio e per la riqualificazione della zona intorno.
Il secondo, abrogativo, chiede di cancellare la delibera di giunta che, a novembre dello scorso anno, ha dichiarato l’interesse pubblico sulla costruzione di una nuova casa per Inter e Milan.

In attesa del responso, il 3 agosto è stata convocata a Palazzo Marino una commissione congiunta Ambiente, Urbanistica, Sport e Olimpiadi. Ad annunciarlo è il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi, da sempre in prima fila contro la demolizione del vecchio Meazza: «Chiediamo la partecipazione del coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon e dell’assessore Giancarlo Tancredi affinché ci illustrino procedure, tempi e tutte le questioni sul tavolo». E attacca: «Il Comune deve garantire la possibilità di espressione e partecipazione dei cittadini favorendo lo svolgimento del referendum anche contro il parere dei dirigenti e assicurando che il dibattito pubblico sia autorevole e indipendente». Insomma, chi si oppone al nuovo San Siro chiede che vengano garantiti sia il referendum sia il dibattito pubblico. Di quest’ultimo si discuterà martedì in un incontro a Roma, per fare il punto con la Commissione nazionale preposta. La consultazione dovrebbe partire la prima settimana di settembre, se non ci saranno intoppi e se le squadre consegneranno il dossier di progetto sulla loro nuova casa e su ciò che diventerà tutta la zona intorno.

Da parte nostra i referendum proposti da Bonessa e Mariani non avevano nessuna probabilità di successo  per l’impossibilità  raggiungere il quorum del 50% dei votanti dell'ultima elezione amministrativa.
Inoltre se gli ancora pendenti ricorsi al TAR andranno a sentenza dopo un risultato favorevole a Palazzo Marino del famigerato “Dibattito Pubblico”, pensiamo senza essere accusati di “Cassandre” che saranno inesorabilmente rigettati.

A questo punto  senza azioni fattibili e legali da parte dei Comitati Cittadini i Club inizieranno il loro sconsiderato piano di abbattimento del Meazza.

 

 

 

Milano 24 Luglio 2022

 

La Redazione

 

 

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