Categoria la Politica

Nuovo stadio San Siro, Sala blocca i lavori: “Vogliamo sapere chi sarà il proprietario dell’Inter”

Lo stop l'avevamo già  anticipato, ma ora il sindaco di Milano Beppe Sala l’ha ufficializzato: i lavori per il nuovo stadio di San Siro sono fermi.

La causa?: L’incertezza proprietaria futura dell’Inter.


Beppe salaIl primo cittadino è stato chiaro: “Io non posso affidare un quartiere della città, per un così lungo periodo, a realtà di cui non è certa la proprietà futura”.
Così, il primo cittadino, a margine delle commemorazione delle vittime del Covid, non ha lasciato spazio a fraintendimenti: "Penso che finché in particolare l’Inter non chiarirà il suo destino, per noi le cose devono essere necessariamente ferme"

Il sindaco di Milano, ha poi aggiunto di non voler affidare "un quartiere a chi non so", sempre in riferimento alla proprietà dell'Inter che, attualmente, resta di Suning, ma che per il futuro potrebbe cambiare, nonostante non vi siano ancora certezze al riguardo, né in un senso né nell'altro.

D
unque, Beppe Sala ha voluto spiegare che il suo, e quello della Giunta, non si tratta di un capriccio, bensì di un senso di responsabilità doveroso nei confronti di Milano e dei milanesi, perché "il punto è che non stiamo parlando solo dello stadio, e voglio dirlo con chiarezza ai cittadini. Stiamo parlando di un progetto in cui la metà dell'investimento è sullo stadio e la metà è su altre cose che portano a comporre il futuro di quell’area.Ci saranno, presumo, cinque o sei anni di lavoro. Io non posso affidare un quartiere della città, per un così lungo periodo, a realtà di cui non è certa la proprietà futura".

Qui di seguito il filmato dell' intervista a Beppe Sala:

 

    Milano 18/03/2021

 

    La Redazione

Sala a sopresa dichiara: Vado con i Verdi europei, tra i DEM troppe correnti, per San Siro cambia TUTTO ?

Milano 12 Marzo 2021

Con un'intervista a Repubblica Beppe Sala dichiara a sorpresa la sua svolta "Green", qui di seguito il testo completo dell' articolo firmato da PIERO COLAPRICO

 


Sindaco, lei è in campagna elettorale. Perché una decisione così drastica e sorprendente?
«Perché non c’è più tempo da perdere. La questione ambientale riguarda il nostro presente e il futuro dei nostri figli. Come cittadino e come sindaco sono sempre più convinto che il miglioramento delle politiche pubbliche parta dalle strategie di sviluppo delle città. E miglioramento per me significa puntare con coraggio e decisione su sviluppo sostenibile e avanguardia ambientale. Lo penso da sempre. A Milano ho creato, e gestito in prima persona, l’assessorato alla Transizione Ecologica».


Ma perché decide ora?
«Adesso questi due miei percorsi sindaco e appassionato ecologista si uniscono. E per me aderire ai Verdi Europei significa, prima di tutto, fare meglio il sindaco di Milano. E rendere Milano una città sempre più protagonista nello

scenario internazionale. La mia non è una scelta “sorprendente”, è ponderata».

E forse ha inciso anche la tragedia del Covid?
«Sicuramente. La nostra società sta subendo la pandemia e contrattacca con vaccini e lockdown. Non è sufficiente.

Occorre trovare il coraggio di reagire cambiando. Mi spiego. Non ci saranno sufficienti prove scientifiche, ma vivere in un territorio come il nostro, in una bassa pianura poco ventosa, dove ristagna l’inquinamento, e con tante industrie e tanti allevamenti intensivi, non aiuta il nostro sistema respiratorio. La difesa della salute pubblica passa dall’abbattimento di emissioni e smog».

Lei era indipendente nel campo del centrosinistra, adesso entra nei Verdi europei. Cosa cambia?
«Non cambia il mio impegno per la città, che rimane inalterato, anzi si rafforza. I milanesi hanno visto come in questo primo mandato abbiamo lavorato sodo, anche sui nodi del miglioramento ambientale e della giustizia sociale. Sono pronto per altri cinque anni da sindaco. E sono anche vicepresidente di C40, l’organizzazione che raccoglie le principali città del mondo. Abbiamo contribuito a rendere Milano migliore negli indici di qualità della vita, senza stravolgerla. La sostenibilità incrocia e attraversa l’istruzione, l’alimentazione, la salute, il lavoro, l’economia... Ogni città dovrebbe
fare i conti con la visione ecologista. Chi non se ne accorge, specie ai tempi del Covid, è semplicemente fuori dal mondo».

Ecologia a parte, che cosa la porta dentro i Verdi?
«Sono fermamente europeisti e sempre in difesa dei valori democratici e antifascisti. Si sono distinti per battaglie fondamentali sulla giustizia e sulla riforma fiscale, sulle questioni di genere, sulla povertà energetica e, in generale, sui diritti dei cittadini. Sanno parlare con l’impresa, essendo per natura propensi al dialogo, e promuovono l’innovazione e la ricerca di nuovi posti di lavoro. Sono paladini di politiche alternative all’austerità, anche quando sembrava un tabù.
Da loro mi sento a casa».

Il centrodestra la critica come il sindaco delle piste ciclabili e dei posteggi auto spariti, non teme ripercussioni nel voto?
«Essere ecologisti è investire nella mobilità pubblica e in quella leggera. Inquinare di meno è un dovere. Il modello della city piena di macchine è vecchio, non lo fa più nessuno nel mondo. E poi Milano, metropoli pianeggiante e

dalle dimensioni tutto sommato contenute, è perfetta per questi investimenti. Possiamo migliorare ciò che abbiamo già avviato, correggerci andando a sentire le ragioni concrete delle persone. A proposito, ho passato i 60 anni, ho
fatto tante esperienze nella vita, penso che i milanesi mi ritengano molto concreto e molto poco ideologico. Semmai sono idealista».

Secondo lei, nel Pd che effetto farà la sua scelta?
«Nella mia esperienza personale da sindaco, l’interlocuzione con il Partito democratico è stata sempre positiva e leale. Il Pd milanese è tra i più solidi d’Italia e vanta rappresentanti e militanti competenti e appassionati. In molti territori e amministrazioni locali il partito è forte ed efficiente. Ora però il Pd nazionale sta attraversando un momento difficile e io non avrei propriamente il diritto di dire la mia da “interrno”, perché non lo sono, ma Zingaretti paga la scelta del Pd di dare troppo spazio, da troppi anni, alle correnti. Spero che questo momento possa essere superato presto e aggiungo solo che seguirò con interesse l’assemblea nazionale».


E come giudica l’ipotesi Enrico Letta alla segreteria?
«Enrico è un amico e un suo ruolo attivo in questa fase non potrebbe che farmi piacere, ma, ripeto, non sta a me giudicare la discussione interna al Pd».

Verdi, a sinistra o liberal?
«Le sfide che impongono l’emergenza climatica e il riscaldamento globale prescindono dalle appartenenze.

Anche il Recovery Plan, che ha una forte impronta ecologista, è stato votato da forze eterogenee a livello europeo. L’urgenza di arrivare a un pianeta più pulito è decisamente trasversale. E i Verdi europei offrono questa prospettiva».

E i Verdi italiani?
«Hanno una storia rispettabile e a Milano una lista dei Verdi farà parte del nostro progetto. Ne sono molto contento. È però necessario rinnovarsi, costruire un processo largo, attraente, coinvolgente. In Germania i Verdi viaggiano intorno al 20 per cento e sono il secondo partito. In Francia sono al 10 per cento. Sono al governo in sei Paesi dell’Unione Europea ed esprimono sindaci in città come Amsterdam, Dublino, Stoccarda, patria delle automobili. Noi in Italia abbiamo un gruppo verde in Parlamento con tre deputati all’interno del Gruppo Misto. È un buon segno. Ma non basta. C’è molto da fare e posso dare una mano, anche per interpretare al meglio le istanze green».


A quale elettorato guardare?
«Ci sono tante forze della società che stanno chiedendo un cambio di rotta. L’esempio più evidente è costituito dai giovani che sono scesi in piazza in massa, non solo a Milano o in Italia, ma nel mondo. Poi ci sono i genitori preoccupati per il futuro dei loro figli o, anche, le imprese e i lavoratori che sono alla ricerca di una nuova dimensione. Il campo ora è più vasto di quanto fosse già prima della pandemia».


Realistico parlare di un’alleanza organica a Milano con i 5S?
«Chiariamo due principi. Primo, la mia coalizione è e resta di centrosinistra. Secondo, le alleanze per Milano si decidono a Milano. Vediamo se i 5 Stelle faranno, in Italia e in Europa, una scelta di campo. Ho comunque una certezza granitica da amministratore: i milanesi, più che sulle alleanze fra i partiti, vogliono proposte e risposte sugli asili, sulla salute delle loro imprese, sulla qualità della loro vita. Noi, con l’idea della Milano dove hai tutti i servizi a 15 minuti a piedi da casa, stiamo rivoluzionando i quartieri popolari come mai era stato fatto sinora».


Anche i pentastellati parlano sempre di svolta ambientale…
«Un copyright sui temi ambientali non ce l’ha nessuno. M5S è al governo del Paese ormai da tre anni e non è riuscito a imprimere una vera svolta ecologista alle politiche. È vero, Beppe Grillo parla da sempre di questi temi, ma non ho visto una reale discontinuità di azione rispetto al passato».


Con i Verdi europei dice di “sentirsi a casa”. Come mai?
«È la forza politica europea con cui mi identifico maggiormente dal punto di vista dei valori e dei contenuti. Milano può
rappresentare un laboratorio nazionale e internazionale per la costruzione di una visione che sia allo stesso tempo ambiziosa e sostenibile. Colgo la sfida raccogliendo l’invito del Partito Verde Europeo a firmare la loro Carta dei Valori e poi, con i tempi giusti, a essere cooptato nel partito. Mi definirei un “moderato radicale”. La radicalità concerne la visione di un mondo decisamente più sostenibile e, se mi è permesso un “neologismo”, di un’ecologia
umana».

Intervista di  Piero Colaprico - Repubblica 12 Marzo 2021

 

 

Il Commento della Redazione

Lascio a voi valutare cosa significhi questa decisione di Sala per il progetto di Inter e Milan sul nuovo stadio.

Sala con questa dichiarazione sposta l'asse politico della sua probabile nuova giunta a favore d’iniziative che andranno a favorire una svolta ecologista in tutta la progettualità cittadina.

Quindi ?: Con queste premesse, se rieletto, riteniamo che il progetto sul nuovo stadio di Inter e Milan sarà bloccato o perlomeno rivisto nella sua interezza e amen. 

 

La Redazione

Milano 12 Marzo 2021

 

 

Nuovo Stadio di San Siro, il Comune scrive a Inter e Milan: “Servono chiarimenti sulla proprietà”

Il Comune di Milano ha inviato  ai vertici di Inter e Milan una lettera per chiedere di “poter accedere alla documentazione che attesti il possesso dei requisiti di partecipazione dei soggetti proponenti e l’effettiva titolarità delle azioni delle società”. Dubbi sulla proprietà della società rossonera erano emersi da un’inchiesta di Report.

Si legge in una nota di Palazzo Marino:

"Si parte dalla necessità, come previsto dal DPR 231/07, di poter accedere alla documentazione che attesti il possesso dei requisiti di partecipazione dei soggetti proponenti e l’effettiva titolarità delle azioni delle società proponenti".
Tema su cui da tempo la direzione appalti del Comune ha chiesto approfondimenti alle società e che, più di recente, è stato approvato anche dal Consiglio Comunale" attraverso  ORDINE DEL GIORNO 752 nella seduta del 26 Novenbre scorso.

ORDINE DEL GIORNO 752 del 26 Novembre Enrico Fedreghini (Milano Progressista e Milano in Comune)


Tra i punti inseriti nella lettera, anche la richiesta di opportuni chiarimenti rispetto alla quantità e alla qualità degli spazi che rimarranno ad uso pubblico (verde, aree pedonali, piazze, servizi). Vengono inoltre sollecitate precisazioni sulle funzioni di intrattenimento da convenzionare con il Comune di Milano e sono richieste integrazioni in merito alle valutazioni che supportano il piano economico finanziario.

L
’amministrazione comunale resta ora in attesa delle spiegazioni richieste, nella speranza di ricevere riscontro in tempi brevi per poter procedere all'esame della proposta.

Riassumendo, dopo questo chiarimento da parte dei Club, se tutto va per il verso giusto (effettiva titolarità delle azioni delle società proponenti) il piano dovrà comunque essere valutato dagli uffici preposti che si dovrebbero esprimere tra fine anno e inizio 2021; poi va presentata la progettazione definitiva (al momento sono in corsa due opzioni) che può richiedere mesi per il completamento. Anche perché su un intervento da oltre 1 miliardo (con albergo e centro commerciale/direzionale) i costi di progettazione sono elevati, di alcune decine di milioni.
Il colosso Webuild studia già il dossier ma deve pur sempre arrivare la dichiarazione finale
di pubblico interesse.

Quindi, azzardando qualche previsione riteniamo che: "l'ok definitivo non arriverà prima di ottobre o novembre 2021. Tenendo presente che anche la Regione Lombardia ha voce in capitolo".


Milano 12 Dicembre 2020

 

La Redazione

 

 

 

San Siro Nuovo Stadio:La Giunta Comunale approva la prosecuzione delle interlocuzioni con ANAC

Il consiglio comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno promosso da due gruppi consiliari di centro-sinistra (Milano Progressista e Milano in Comune)sulla comunicazione dei titolari effettivi di Inter e Milan con riferimento al progetto del nuovo stadio di San Siro.

In sostanza sono arrivati i primi effetti dopo l'inchiesta di Report sul Milan. L'approfondimento giornalistico di Rai Tre ha avanzato dei dubbi su chi sia il reale proprietario del club rossonero: il fondo statunitense Elliott oppure i consiglieri Salvatore Cerchione e Gianluca D'Avanzo.

In particolare, ieri al consiglio comunale di Milano sono stati sottoposti due Ordini del Giorno, il 750 e il 752 che avevano in comune il condizionare le gare di appalto in mancanza della comunicazione del: "Titolare Effettivo delle Società".

Con L'ordine del Giorno 752 approvato ieri, il consiglio invita la giunta comunale a "proseguire nell'interlocuzione con Anac, insistendo nel sostenere come la mancata comunicazione del titolare effettivo della controparte dell'amministrazione, possa essere motivo di esclusione dalle gare d’appalto e da ogni trattativa pubblica in essere. Per poi attivarsi affinché venga in ogni caso richiesta la comunicazione del titolare effettivo a ogni società con cui l'amministrazione comunale abbia avviato o intenda definire procedimenti riguardanti concessioni d'uso, convenzioni urbanistiche, procedure di appalto per l'acquisizione di servizi, forniture, lavori, opere e per concorsi pubblici di progettazione. Con particolare attenzione e urgenza per quanto concerne il procedimento riguardante il progetto stadio, per la rilevanza che esso riveste sul territorio urbano e anche alla luce delle recenti notizie emerse dai media".

Per Vostra info, qui di seguito abbiamo stralciato i due Ordini del Giorno con gli interventi dei consiglieri e i risultati delle due votazioni.


ORDINE DEL GIORNO 750
Bedori Patrizia (5 Stelle)

ORDINE DEL GIORNO 752 Enrico Fedreghini (Milano Progressista e Milano in Comune)

Il Commento della Redazione

Per quanto riguarda i due Ordini del Giorno noi pensiamo che il 750 (4 Punti) oltre richiedere il "Titolare Effettivo" esercitasse un controllo progettuale più vicino alle esigenze dei cittadini (es. Effettivo interesse Pubblico del Progetto e una Commissione Comunale per verificare la possibilità di Ristrutturazione dell' attuale San Siro, mentre il 752 si limita alla richiesta del "Titolare Effettivo" esercitata dall' ANAC.

 

Milano 27 Novembre 2020

 
 

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