Categoria la Politica

Lo stadio di San Siro può essere abbattuto

demolito


Così il ministero dei Beni culturali, attraverso la commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, ha risposto al Comune di Milano che il 13 novembre dello scorso anno aveva chiesto di verificare se sullo stadio cittadino esiste un interesse culturale, vista la possibilità di abbattimento legata al progetto del nuovo stadio di Inter e Milan:

Trattasi, allo stato attuale, di un manufatto architettonico in cui le persistenza dello stadio originario del 1925-’26 e dell’ampliamento del 1937-’39 risultano del tutto residuali rispetto ai successivi interventi di adeguamento realizzati nella seconda metà del Novecento e pertanto non sottoposti alle disposizioni perché non risalenti a oltre 70 anni. Le stratificazioni, gli adeguamenti e gli ampliamenti fanno dello stadio un’opera in continua trasformazione in base alle esigenze legate alla pubblica fruizione e sicurezza e ai diversi adeguamenti normativi propri della destinazione ad arena calcistica e di pubblico spettacolo

Questa sentenza fa pendere ancor di più la bilancia a favore del buon esito della trattativa tra le parti, attualmente divise dagli indici volumetrici da realizzare.
“Il parere della Soprintendenza sul Giuseppe Meazza è molto chiaro: non c’è un vincolo. Il percorso di confronto con le squadre resta sempre complesso e vedremo se ci saranno le condizioni per un accordo”.
Così l’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, ha parlato sulla sua pagina Facebook del percorso di confronto con Inter e Milan sul progetto di realizzazione del nuovo stadio.
 “Noi avremmo preferito una ristrutturazione mentre invece loro sono per un nuovo stadio, lì o altrove. Mi sembra indubbiamente positivo che anche in periodo di crisi vogliano proseguire con gli investimenti ed è molto interessante l’idea di rifunzionalizzare il Meazza – ha aggiunto – perché diventi un parco per lo sport di base come si sta ragionando di fare, salvaguardando parte della struttura del primo e secondo anello.
Restano poi sicuramente aperti ancora tanti punti, a cominciare dai diritti edificatori connessi al nuovo Stadio”.
Il parere della soprintendenza “indica che si può decidere liberamente e ci si deve ovviamente assumere le responsabilità delle scelte – ha concluso -. Quando se ne è discusso in Consiglio comunale in autunno infatti c’era il dubbio che ogni ragionamento potesse essere bloccato da vincoli”.

E ADESSO QUALI SONO I PASSI SUCCESSIVI ?

A breve arriverà il nuovo e forse decisivo vertice in Comune per la tanto attesa fumata bianca sul nuovo stadio.
Ma attenzione, anche se l’accordo generale sembra a un passo, l’iter sarà comunque lungo e accidentato.
Il nuovo studio di fattibilità dovrebbe arrivare entro l’estate, mentre a settembre ci dovrà essere l’approvazione in giunta in vista poi del progetto definitivo che dovrà ricevere il sì della Regione (ogni grande superficie di vendita necessita del placet del Pirellone), prima della variante urbanistica che dovrà superare ancora lo scoglio del Consiglio comunale.

Quando arriverà il sì definitivo? In un arco di tempo compreso tra aprile e ottobre dell’anno prossimo.
In pratica: nel mezzo della campagna elettorale o addirittura nella nuova consigliatura. In entrambi i casi la questione stadio promette di essere al centro del dibattito politico della città.
Eccone un assaggio. «Ci manteniamo contrari alla realizzazione di edilizia con indici raddoppiati rispetto a quelli
indicati dal Pgt», commentano gli esponenti del Pd Carlo Monguzzi e Alessandro Giungi. Anche l’ambientalista di
Milano progressista Enrico Fedrighini è scettico: «A maggior ragione rimane aperta e conveniente l’ipotesi di un restyling del Meazza». Nella maggioranza di centrosinistra i contrari alla «colata di cemento» restano insomma
tantissimi.

Ci stiamo poi dimenticando che San Siro è di gran lunga lo stadio più importante d’Italia e uno dei più famosi al mondo. Abbatterlo è una NON SOLUZIONE, comunque la distruzione di un mito. E’ la filosofia americana, per cui si costruisce e ricostruisce in continuazione, senza tregua, senza nemmeno possibilità di farsela una storia. O almeno lasciandola solo nei ricordi dei tifosi.

 

 Milano 22 Maggio 2020

La Redazione

Il Corona Virus mette il Turbo al progetto del Nuovo Stadio di San Siro

Milano 08 Maggio 2020-05-08

 

Il Corona Virus mette il Turbo al progetto del Nuovo Stadio di San Siro

Anticipati dal TG3 Regionale della Lombardia delle 19:30 (07 Maggio) tutte le principali fonti giornalistiche escono oggi, a caratteri cubitali che l’accordo sul nuovo Stadio in sostanza è fatto ed è possibile avviare un progetto da oltre un Miliardo di Euro a Milano. All’unisono dicono: “Un'opera che genererebbe migliaia di posti di lavoro e rappresenterebbe un'opportunità di rilancio per la città e per il sistema calcio italiano”.

Qui di seguito lo stralcio del TG3 Regionale del 07 Maggio delle 19:30


I Club vogliono costruire per 180.000 MQ modificando l’indice del PGT da 0,35 a 0,63.

barberisAl momento come dichiarato dal Capogruppo PD in giunta Filippo Barbieris: “Gli indici volumetrici sono ancora troppo alti, sul resto si può ancora lavorare per migliorare, quest’aspetto deve essere cambiato”, gli risponde il Capogruppo di Forza Italia Fabrizio de Pasquale Per Forza Italia la priorità deve essere aiutare il commercio in crisi e naturalmente aiutare le famiglie in difficoltà; il comune dovrà adesso verificare che lo stadio sia progettato secondo le nuove esigenze”.

Insomma sulle volumetrie l’accordo finale ancora non c’è ma sullo stimolo della “Ripartenza” tutto passa in secondo piano.

Ovviamente non si parla di “Inquinamento da polveri sottili”, di “Aumento dello spreco del  Suolo” di “Impianto troppo a ridosso della zona residenziale di via Tesio (30-50 m) e di “Ristrutturazione dell’ attuale

Vedi articoli:


Milano 08 Maggio 2020

 

La Redazione

San Siro Nuovo Stadio: Dichiarazione di Beppe Sala 08 02 2020, Non sarà ultimo derby a San Siro

Milano, 8 febbraio 2020

Dichiarazione di Beppe Sala, Non sarà ultimo derby a San Siro


sala"E' impossibile" che quello di domani tra Inter e Milan sia "il derby d'addio" allo stadio di San Siro.
Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. "Comunque i tempi saranno molto lunghi", per quanto riguarda la costruzione del nuovo stadio, "quindi mi sentirei di escluderlo", ha sottolineato in riferimento ad alcune indiscrezioni che paventavano l'ipotesi. "Il Meazza sicuramente per un po' di anni ospitera' altri derby. Poi vedremo", ha aggiunto il primo cittadino.

Ma quello che che più ci preoccupa è che con queste parole il Sindaco da ormai per scontata la sorte del Meazza: ABBATTIMENTO ????

 

Milano 10/02/2020

 

La Redazione

San Siro Nuovo Stadio: 01-02-2020, I Club pronti a pagare subito: Più vicina l’intesa per San Siro

Per il nuovo stadio di Milan e Inter si apre la fase due. Dopo il tira e molla sull’abbattimento o meno del glorioso San Siro e la decisione di recuperarne metà, tocca alla parte economica. Siamo solo agli inizi ma ieri l’incontro tra gli assessori al Bilancio Roberto Tasca e allo Sport Roberta Guaineri con i tecnici delle due squadre sembra essere partito con il piede giusto.

A
lmeno per quanto riguarda il riconoscimento da parte dei club del valore patrimoniale del Meazza stimato dall’Agenzia delle entrate in 100 milioni di euro e soprattutto il cambio di passo per quanto riguarda il diritto di superficie di 99 anni. Nel piano economico presentato a suo tempo da Milan e Inter le due squadre avrebbero cominciato a versare nelle casse del Comune il corrispettivo dopo aver raggiunto l’equilibrio dei conti e cioè a partire
dal trentatreesimo anno.
Invece ieri le due squadre si sono rese disponibili a pagarlo «dall’anno zero», ossia da subito. «Le squadre prevedevano di pagare dopo 32 anni per il diritto di superficie — ha detto Tasca — Noi gli abbiamo detto no, il diritto di superficie cominciate a pagarlo nel momento in cui iniziate ad avere il bene in gestione.
Quindi da subito. Anche su questo hanno capito le nostre ragioni. Vorremmo avere, anche per questioni di cassa, un flusso dall’anno zero che alimenti quello che perdiamo dall’altra parte, con 10 milioni della convenzione che oggi le squadre pagano ogni anno per l’utilizzo di San Siro».

In ogni caso non si è ancora parlato di numeri quanto — specifica Tasca — «di criteri». Nel piano originale dei due
club il Comune avrebbe incassato complessivamente 478 milioni di euro. Adesso bisognerà procedere al ricalcolo
del piano economico finanziario: «Abbiamo trovato una corrispondenza di visioni — conclude l’assessore —, le squadre hanno capito il tema dei 100 milioni: noi come Comune abbiamo un valore patrimoniale che è di 100 milioni per la proprietà del Meazza, che diventano 90 in caso di diritto di superficie, un valore che oggi noi dobbiamo trovare ripreso all’interno del piano economico e finanziario».
Insomma Un costo che dovrebbe inglobare anche il valore del vecchio San Siro, stimato dall’agenzia delle entrate in 100 milioni di euro. 
 
Il piano però dovrà essere rivisto anche per un’altra ragione: i maggiori costi che derivano dal mantenimento e dalla rifunzionalizzazione di circa metà San Siro e della realizzazione di una cittadella sport. Anche qui bisognerà capire se le funzioni sportive previste (dalla pista d’atletica alla parete per il climbing) siano aperte e gratuite per tutti e quindi considerate servizi o invece siano private. Tutte considerazioni e conti che portano al vero cuore della trattativa, ossia la questione delle volumetrie.
I club hanno previsto un indice volumetrico dello 0,63, quello che secondo loro permetterebbe l’equilibrio dei conto. Il Comune per quell’area indica un indice quasi dimezzato, pari allo 0,35 per cento. L’incontro potrebbe arrivare a metà strada.

Poi se finalmente si troverà il giusto compromesso, sarà via libera? No, non ancora perché incombe la decisione della Soprintendenza in merito al vincolo sul vecchio San siro, attesa a marzo. Un progetto definitivo, che ottenga la dichiarazione di pubblica utilità, dovrà ovviamente tener conto di cosa si può o non si può abbattere. Di qui la necessità di procedere senza grandi clamori, almeno per un po’.

 

Milano 01/02/2020

 

La Redazione

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