Categoria la Politica

San Siro: poco verde, troppo cemento, troppo vicino alle case: l'assemblea di Milano in Comune con Basilio Rizzo

Mercoledì 8 Luglio è stata convocata dalla lista di sinistra "Milano in Comune" una assemblea all' aperto dove si è parlato delle problematiche derivanti dal Nuovo Stadio di San Siro. Questi i temi e le considerazioni fatte.

 


Poco verde, troppo cemento, costi alti rispetto alla ristrutturazione del Meazza. Rizzo (Milano in Comune): «Pronti a far pagare alto prezzo politico per opporci».

Il verde intorno al nuovo stadio non sarà vero verde, perché sarà in superficie, a terrazze e aiuole (in pratica, arredo urbano). La conferenza dei servizi che in cui sono emersi molti pareri negativi ma che alla fine è stata "trasformata" in esito positivo. La direzione patrimonio del Comune di Milano che, addirittura, dichiara che il progetto ha lacune tali da chiedere la sospensione del procedimento. Il costo "pro capite" di 6 mila euro per ogni posto a sedere mentre i nuovi stadi europei sono costati la metà. Le case a soli trenta metri dal nuovo impianto.

Conferenza servizi: pareri negativi

MarianiNella delibera di giunta con cui si è dato il via libera al nuovo stadio non si riporta in modo trasparente i pareri della conferenza dei servizi, che sono sostanzialmente negativi, così ha affermato Gabriele Mariani, architetto ed esponente del "Comitato Coordinamento San Siro": «Ci sono uffici comunali che dicono che il progetto è discutibile, non conveniente per il Comune, lacunoso. La delibera della giunta, invece, afferma che l'area ha ampie superfici in asfalto e quindi consente una rigenerazione. Ma bisogna per forza costruire alberghi e uffici per sistemare l'asfalto?». 

Il verde "dimezzato"

Altro capitolo, la questione del verde, a cui si accennava: rispetto ai 5,2 ettari attuali di verde profondo, cioè con terreno in grado di drenare l'acqua e farla andare alla falda, il progetto del nuovo stadio prevede 2,6 ettari di arredo urbano, con aiuole e terrazze verdi, che non sarebbero in grado di drenare l'acqua. E poi il nuovo impianto sarebbe molto a ridosso delle case di via Tesio: un edificio alto come dieci piani a qualcosa come una trentina di metri.

bruschiSecondo Gabriella Bruschi, a capo del comitato contro il nuovo stadio, il motivo è che Hines ha acquistato l'ex trotto, accanto al Meazza attuale, per farci delle case a cui non vogliono mettere davanti uno stadio: «Piazzarlo davanti alle nostre, invece, va bene perché sono state già vendute».

 E poi si arriva al costo del nuovo stadio: 505 milioni di euro, secondo Milan e Inter, ovvero circa 6 mila euro per ogni posto a sedere. I nuovi stadi europei costruiti di recente sono costati esattamente la metà "pro capite". A fronte di ciò, come è noto, i club hanno chiesto un indice di edificazione di 0,63 metri cubi su metro quadrato. Il Piano di governo del territorio prevedrebbe un indice di 0,31. Per tutti gli intervenuti è assurdo che i club vadano a spendere il doppio rispetto alla media europea per poi chiedere un indice di edificazione doppio rispetto al Pgt.

Il Comune di Milano - ha commentato Basilio Rizzo, consigliere comunale di Milano in Comune - avrebbe dovuto sedersi al tavolo di trattativa dicendo alle squadre: "Noi siamo fermi sull'indice stabilito nel Pgt". Invece non l'ha fatto».

Assemblea

L'alternativa: ristrutturare il Meazza

Come si sa, i due club hanno valutato che la ristrutturazione costerebbe troppo (quasi la stessa cifra della costruzione ex novo) e costringerebbe le squadre a giocare per un certo tempo da un'altra parte. Ma non tutti sono d'accordo su questo. Due studi di progettazione hanno realizzato altrettanti progetti che prevedono entrambi l'eliminazione del terzo anello, sostituito o con una nuova copertura a forma di diamante che esalterebbe la sinuosità del secondo anello ("icona" sportiva), oppure con una galleria panoramica.

Entrambe le soluzioni costerebbero poco più di 200 milioni di euro e permetterebbero, stando ai progettisti, di riadeguare il Meazza fornendo tutti quei servizi di cui oggi è carente (ristoranti, ma anche nuovi servizi igienici e somministrazione di cibo e bevande più all'altezza), aumentando i posti "premium" e quindi i ricavi, con il vantaggio di un minore esborso di denaro e di non "toccare" quello che, come ha ricordato Rizzo, è uno stadio «nel cuore del mondo, il secondo più amato». 

«Secondo ingegneri e architetti, al Meazza si possono realizzare tutte le tecnologie per farlo restare ai primi livelli dei rating internazionali, dove già è ora, ce lo invidiano in tutto il mondo. Si può ristrutturare risparmiando soldi, non interrompendo il campionato, i tempi sarebbero brevi.
Sala ha promesso che sarà al Meazza l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali nel mese di febbraio del 2026, se ristrutturiamo ci stiamo. Manterremmo più posti rispetto al nuovo stadio senza cementificare intorno», ha spiegato la Bruschi.

Rizzo: «Far pagare alto prezzo politico»

RIZZOFar pagare un prezzo politico «troppo alto» a qualunque livello: la linea politica l'ha dettata Rizzo, alla fine, ed è quella di essere pronti a combattere su vari fronti «perché la Legge nazionale sugli Stadi prevede che, se il Comune la tira per le lunge, il Governo si assume la responsabilità di decidere». Un rischio da correre, perché per l'esponente di sinistra, di Palazzo Marino, sarebbe peggio se il consiglio comunale rivotasse entro il 2021, entro le prossime elezioni. «Sullo stadio c'è una maggioranza trasversale a favore del nuovo impianto, perché quando c'è da costruire qualcosa in città, c'è sempre una maggioranza trasversale per il sì. Ma anche se nel centrosinistra ci sono oggi consiglieri contrari, quanti di loro avranno il coraggio di mantenere questa posizione a ridosso delle elezioni, quando dovranno anche lottare per avere un posto in lista?».

Rizzo ha anche avvertito sulle posizioni del sindaco Beppe Sala e dell'assessore all'urbanistica Pierfrancesco Maran. Il sindaco si è da subito dichiarato "difensore" del Meazza. «Ad un certo punto, quando si "dovrà" cambiare idea, potrà dire: "Vedete? Se perfino io che ero contrario ora sono favorevole, potete essere favorevoli tutti"». In quanto a Maran, Rizzo ha ricordato che, prima dell'ultimo incontro coi club, sul tema delle volumetrie aveva "chiuso", affermando che a quelle condizioni non si sarebbe potuto far nulla. Subito dopo, con i club che si sono dichiarati disposti a "scendere", ha detto che si poteva iniziare a ragionare.

Infine un cenno alle trattative in corso per la cessione del Milan, oggi di proprietà del fondo americano Elliott. Ci sarebbe (dicono i "rumors" da parecchi mesi) l'interesse del gruppo francese Lvmh di Bernard Arnault. "Ad un acquirente del genere - ha notato Rizzo - non interessa più di tanto lo stadio, ma il lusso derivato dallo stadio. Non interessa tanto l'impianto, ma il documento che consente la costruzione dell'impianto."

Avevano promesso che una parte dei soldi sarebbe andata alle case popolari di San Siro: ce lo vedete Louis Vuitton che si preoccupa delle case popolari?».

 

MIlano 09 Luglio 2020

 

La Redazione 


San Siro, Assemblea pubblica del fronte del "NO"

San Siro: tempi più lunghi, forse si decide dopo le elezioni comunali del 2021

Dal punto di vista politico la partita è complicata. Quattro consiglieri di maggioranza sono esplicitamente schierati contro l'operazione: si tratta del Verde Enrico Fedrighini e di Carlo Monguzzi, Alessandro Giungi e Rosario Pantaleo del Pd. Forza Italia e la Lega sono invece per il sì, ma Marco Bestetti, presidente del Municipio 7 con un "peso" sempre maggiore nel partito (è stato da poco nominato responsabile giovanile nazionale di Fi), è da sempre contrario ad abbattere il Meazza.“ Qui di sequito le loro dichiarazioni.

 

RizzoBasilio Rizzo (Milano in Comune): Assemblea pubblica

Sul fronte del no al nuovo stadio, la lista Milano in Comune di Basilio Rizzo organizza, per l'8 luglio, un'assemblea pubblica. «Non siamo in presenza della sola concessione di un indice edificatorio superiore a quanto previsto dal Pgt, ma di un vero e proprio furto a danno della cittadinanza milanese», si legge in un comunicato della lista: «Attualmente Milan e Inter corrispondono all'amministrazione comunale un canone per l'area in cui sorge lo stadio di circa dieci milioni di euro annui. Per costruire il nuovo stadio, per il quale non c'è nessun "pubblico interesse", le società chiedono "in cambio" la concessione dell'area a titolo gratuito per i prossimi 99 anni, in modo di ripagarsi (con un surplus enorme) i costi di abbattimento del vecchio stadio e di costruzione del nuovo. Il surplus (ovvero la vera e propria speculazione immobiliare) non deriva dagli introiti che verranno prodotti dal nuovo stadio, ma dal centro commerciale, dall'albergo e dai grattacieli ad uso ufficio che le società calcistiche costruiranno. Cosa ci guadagnerà il Comune di Milano (e i suoi cittadini) in questa vicenda? Niente, se non vedersi restituire (forse) l'area tra 99 anni con costruzioni ormai vetuste. Cosa ci perderanno tutti e tutte i milanesi? dieci milioni di introiti annui (di cui cinque al netto dei costi di manutenzione)».

La lista "Milano in Comune" con il supporto del comitato "Coordinamento San Siro" ha organizzato per l'8 Luglio una assembea pubblica che si terrà in Via Harar angolo Via Federico Tesio dalle ore 18:30.

 

MonguzziMonguzzi (Pd): «Perché fare una cosa inutile che toglie voti?»

Durissimo il consigliere del Pd Carlo Monguzzi, da sempre contrario ad abbattere il Meazza: «Perché abbandonare uno stadio che fa parte della storia popolare di Milano? Perché sostituirlo con uno stadio che popolare non sarà? Perché consumare nuovo suolo in una città che, giustamente, ha dichiarato l'emergenza ambientale? Perché costruire un nuovo spazio commerciale quando il commercio già soffre? Perché costruire nuove case accessibili solo a pochi? Ma, soprattutto, perché fare una cosa inutile che toglie più voti di quanti ne porti?», chiede retoricamente sottolineando tra i vari aspetti anche il fatto che la città è divisa e che la "mozione degli affetti" per il Meazza è ben più presente nella cittadinanza di quanto si possa pensare.

BestettiBestetti (Fi): «Distruggono un parco realizzato quattro anni fa»

Anche Marco Bestetti, presidente del Municipio 7 ed esponente di Forza Italia, non abbandona di un millimetro la sua posizione contro l'abbattimento dello stadio di San Siro. E rimarca che solo quattro anni fa è stato realizzato il parco Facchetti-Maldini, appena riammodernato con un sistema d'illuminazione costato 500 mila euro: esattamente l'area su cui sorgerebbe il nuovo impianto. Il presidente del Municipio sottolinea però anche che il confronto dei diritti di edificazione andrebbe fatto «non con il primo progetto, assolutamente sovradimensionato rispetto alle reali necessità, ma con gli indici sanciti dal Pgt». Quindi a Milan e Inter verrebbe concesso di edificare per 145 mila metri quadrati anziché i 98 mila previsti dal Piano di governo del territorio.

 

FedreghiniFedrighini (Verdi): «Fermiamo il treno in corsa»

Il consigliere Verde Enrico Fedrighini preferisce non parlare di sì o no all'operazione, anche se si capisce chiaramente che sta dalla parte del no. Ma sottolinea che, prima del voto in aula a Palazzo Marino, occorrono numerosi passaggi e si può anche tentare di «fermare il treno in corsa» senza nemmeno arrivare al voto. Fedrighini chiede e propone anzitutto un dibattito pubblico sulla necessità o meno di abbandonare il Meazza, che però sia corroborato da una seria analisi costi-benefici mai presentata finora. Fedrighini non è convinto nemmeno dell'aumento dell'indice edificatorio rispetto alla prescrizione del Pgt, dovuto al fatto che mantenere e "rifunzionalizzare" il Meazza costerebbe 74 milioni di euro. «E' conveniente per la città preservare il feticcio al costo di 74 milioni e di nuove volumetrie private?», si chiede l'esponente dei Verdi. Ed infine, la superficie permeabile prevista nell’intera area di progetto è appena il 10 per cento: «Un dato molto scadente per l’ecosistema urbano milanese, dal quale occorre invece partire».

 

 

Milano 28 Giugno 2020

 

La Redazione



 

Nuovo stadio San Siro, Maran: “No a referendum, facciamo sì che sia il progetto più bello possibile”

Dopo l'accordo sulle volumetrie tra i Club e Palazzo Marino ieri Fanpage.it  ha intervistato l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran per fare un punto sulla vicenda e chiarire alcune delle criticità che si prospettano da qui ai prossimi mesi,
qui di seguito l'intervista.


Assessore Maran, qual è il valore dell'intesa raggiunta tra il Comune e Inter e Milan? È un passo avanti significativo verso il nuovo stadio? E quali sono i prossimi passaggi? 

Riassumiamo un po' la vicenda. L'estate scorsa le squadre ci avevano presentato una proposta che, dopo il voto del Consiglio comunale, era stata valutata positivamente dalla giunta nei suoi elementi generali, ma con la necessità di rivedere molti dei punti qualificanti e quindi di ripresentare uno studio di fattibilità. In particolare, anziché abbattere il Meazza bisognava intervenire su una rifunzionalizzazione. L'elemento più debole era che le squadre dicevano: ‘Costruiamo un nuovo stadio con a fianco un po' di uffici e spazi commerciali'. Il lavoro fatto quest'anno ha portato invece a una proposta che cerca di creare un'offerta sette giorni su sette, qualcosa che si integra anche con le zone limitrofe in maniera molto positiva. Per presentare la proposta c'erano alcuni passaggi, legati al modo e ai costi per rifunzionalizzare il Meazza. Su quest'ultimo punto le squadre hanno stimato che i costi siano 74 milioni di euro in più e in base a questo avevano giustificato una richiesta di indice edificatorio che era sostanzialmente uguale a quella della proposta precedente.

I 74 milioni sono quindi una stima?

Sì, e ci sta che in una fase preliminare sia una stima spannometrica, quando poi presenteranno la proposta reale dovranno argomentarla e verificarla. Noi comunque abbiamo fatto alcune controdeduzioni che abbiamo presentato loro lunedì, dicendo sostanzialmente: ‘Diamo per buono che la rifunzionalizzazione costi 74 milioni, secondo noi quei soldi non valgono come indice edificatorio quello che avete scritto voi, ma valgono 0,16 mq/mq che sommato allo 0,35 già nel Pgt fa 0,51'. Questa stima loro la accettano e la condividono: chiarirsi sugli elementi di calcolo è già un elemento importante in una discussione che ha tanti aspetti, ma sicuramente anche un aspetto economico tra di essi. Diciamo che mi sembra che abbiamo smarcato un punto qualificante perché loro possano ripresentare una proposta valutabile.

Questo incremento sulle volumetrie rispetto al Pgt comporterà necessariamente un passaggio in Consiglio. 

I passaggi consiliari sarebbero stati da farsi anche qualora i numeri fossero stati nelle regole del Pgt, perché è una proposta di diritto di superficie su suolo di proprietà comunale. I due grandi casi in questo momento in Italia sono lo stadio di Milano e di Roma: dal punto di vista amministrativo, posto che la legge sugli stadi ha elementi di difficile interpretazione e si presta a varie letture, la differenza è che lo stadio della Roma è su un'area privata, quello di Milano su un'area comunale. Quindi comunque bisogna avere il voto del Consiglio comunale, non solo sul sì alla proposta, ma anche sulle variazioni urbanistiche collegate alla proposta. Diciamo che in ogni caso quindi il Consiglio comunale avrebbe dovuto votare. Un voto finale del Consiglio comunale serve, ed è anche il motivo per cui l'estate scorsa quando è arrivato il progetto, prima di esprimerci come giunta abbiamo chiesto al Consiglio quali fossero gli elementi essenziali per arrivare a un'approvazione. Tra le cose discutibili della legge stadi c'è l'elemento che il Consiglio è l'organo che deve dare l'approvazione definitiva, ma si esprime a valle di tutto il percorso e solo con un sì e con un no. Quindi diciamo che ci siamo ‘inventati' quel passaggio preliminare perché sia la giunta sia le squadre potessero lavorare con delle linee di indirizzo.

Tra i vari passaggi nell'iter verso il nuovo stadio era stata in passato anche ipotizzata la possibilità di un referendum. Lei la esclude?

Ad oggi la escludiamo, nel senso che ci sembra giusto che siano gli organi preposti ad assumersi una responsabilità, sia perché è il loro compito e sia perché hanno accesso a una serie di valutazioni e informazioni che vanno comprese. Dal nostro punto di vista è giusto che in un sistema di democrazia rappresentativa siano gli enti come il Consiglio comunale a doversi esprimere sulla vicenda.

Tra le critiche di alcuni consiglieri, anche di maggioranza, c'è la mancanza di un'analisi costi-benefici oggettiva da parte delle squadre sulla ristrutturazione del vecchio Meazza rispetto all'edificazione di un nuovo stadio.

Questo non è vero, nel senso che può essere opinabile come sempre se le valutazioni siano state sufficienti o insufficienti. Le squadre hanno anche commissionato uno studio al Politecnico di Milano che va a rafforzare la loro proposta di costruire un nuovo stadio.

Però il Politecnico è appunto advisor delle due squadre. 

Sì, Milan e Inter hanno pagato al Politecnico uno studio che arriva a dire questa cosa qui. L'obiezione può essere che non esiste uno studio terzo a riguardo, però c'è anche da dire che non è che lo stadio lo può ristrutturare chiunque. Potrebbe farlo il Comune di Milano, ma non vedo perché la priorità di spesa del Comune dovrebbe essere lo stadio piuttosto che l'edilizia scolastica o le case popolari. Sull'allocazione delle risorse pubbliche secondo me un luogo dello sport professionistico si deve autofinanziare, quindi è giusto che siano le squadre a fare una proposta. Nel corso di tutte le riunioni negli ultimi due anni Inter e Milan ci hanno categoricamente escluso la possibilità di ristrutturare il Meazza, valutando o di non fare niente, o di costruirvi a fianco o di valutare altri luoghi nella Città metropolitana. Quindi queste sono le strade che abbiamo avuto davanti. Hanno fatto una verifica con il Politecnico – chiaramente come loro advisor, però stiamo parlando anche dell'istituzione tecnica più importante del Paese – che conferma il fatto che date le loro necessità specifiche il Mezza non sarebbe ristrutturabile. Il tema che resta aperto è chiaramente la premessa, cioè le loro esigenze: come tutti gli oggetti anche il Meazza può essere ristrutturato, oggi sicuramente non è più il top di gamma in Europa dal punto di vista della funzionalità, però stiamo parlando di uno stadio ben mantenuto nel corso degli anni.

E che nel 2016, solo quattro anni fa, ha ospitato una finale di Champions (tra Atletico e Real Madrid). 

Sì, ma il punto è che o ti accontenti di uno stadio che sta invecchiando progressivamente e che su alcuni elementi oggi essenziali per essere considerato uno stadio di fascia alta fa fatica, oppure provi a fare un'operazione diversa. Le squadre ci hanno detto che non valeva la pena investire per dargli un'ulteriore ammodernata.

Il consigliere comunale, Enrico Fedrighini, intervistato da Fanpage.it ha fatto una sorta di provocazione, dicendo: se le squadre dovessero dimostrare in maniera oggettiva che il Meazza non è più utile come stadio di calcio, perché non demolirlo completamente, evitando di lasciare un feticcio e soprattutto risparmiando i 74 milioni?       

Tutto è valutabile, però noi abbiamo un mandato votato dal Consiglio comunale che dice di rifunzionalizzarlo. In più, avendo un forte valore iconico il Meazza, mantenerne degli elementi essenziali ha un suo senso, è anche la storia di altri stadi, da Highbury in poi. Quello che abbiamo visto è che è molto difficile rifunzionalizzare l'oggetto integralmente: per esempio una delle strade intermedie che abbiamo valutato e che ci sembrava affascinante era l'idea di provare a costruire al piano terra e di immaginare un campo di calcio al primo anello. Sarebbe stato interessante, perché a Milano manca un impianto, a parte l'Arena civica, da 10-20mila spettatori. Però le verifiche, anche dei tecnici del Comune, hanno detto che è una soluzione infattibile. E quindi si è andati verso una soluzione che è quella di mantenere il Meazza come involucro architettonico su alcuni lati e immaginarlo per altri sport che non prevedano pubblico, quindi un legame con sport di base, attività di quartiere, un sistema di parchi e sport che sull'Ovest Milano è abbastanza diffuso.

A proposito dei parchi: una delle critiche al progetto è che la percentuale di terreno permeabile sarebbe molto bassa, pari a circa il 10 per cento della superficie totale

Ci sono tutte le fasi di valutazione in cui su questi punti penso e spero che ci saranno delle migliorie. Il progetto ad oggi interviene su un'area che è già fortemente impermeabilizzata. Come tutti i progetti è normale che ognuno abbia opinioni forti, anche divergenti e che si difenda lo status quo. Ma lo status quo è che oggi hai uno stadio iconico in mezzo a una distesa di asfalto, con una piccola area verde a lato. Da questo punto di vista la situazione ambientale del Meazza non è eccezionale, e in più quando non si gioca a pallone è veramente un luogo deserto, e in queste settimane la situazione è ancora più impressionante. Detto ciò, se si fanno le cose è chiaro che bisogna rifarle meglio: allora da un lato c'è un tema della superficie permeabile che non è altissima, è nei limiti della norma, e che spero che durante il percorso e già nella loro proposta iniziale potrà essere innalzata. Dall'altro lato sicuramente ci sono numeri più positivi sia per quanto riguarda gli spazi pedonali – perché si ipotizza un sistema completamente pedonale con tunnel automobilistici e parcheggi sotterranei -, sia per il verde fruibile. Anche interventi recenti a Milano, pur se non impermeabili sono verdi: ad esempio la Biblioteca degli alberi e Citylife. In ogni caso in settimana c'è stato un passo avanti importante, però saranno possibili ulteriori miglioramenti.

Secondo lei il nuovo stadio è un'opportunità per Milano, anche considerando il particolare momento che attraversa la città?

Io valuto positivamente che anche Milan e Inter, e devo dire fortunatamente non solo loro, vogliano proseguire con gli investimenti nonostante il periodo sia di incertezza. Questo va rispettato: ero come tanti un sostenitore più della ristrutturazione che di un nuovo impianto, però credo anche che se la volontà da parte delle squadre è così ferma bisogna cercare di far sì che il progetto sia il più bello possibile. E poi sarebbe un peccato se le condizioni portassero a spostare lo stadio in altre parti dell'area metropolitana…

Ma secondo lei l'ipotesi di abbandonare Milano è stata davvero presa in considerazione da parte delle squadre?

Io nel mio ruolo non devo escludere niente, so che ci sono tante aree nell'Area metropolitana che cercano un'identità. Si è parlato tanto di Sesto, ma pensiamo anche a Segrate dopo il fallimento del grande centro commerciale Westfield. So che esistono delle alternative e devo valutare anche questo elemento. L'altra questione è che noi nei decenni abbiamo costruito un sistema attorno a San Siro perché sia in grado di ospitare eventi di massa, compresa la nuova linea metropolitana, e quindi dobbiamo anche preservarla come zona. Secondo noi è il quartiere San Siro quello che deve ospitare lo stadio. E un altro elemento che va valorizzato ed è importante è che Milano è uno dei pochi casi in Europa in cui due società calcistiche hanno un progetto nuovo per stare insieme, altrove quasi tutte le big hanno un loro singolo stadio.

Assessore, per quanto riguarda le voci critiche anche all'interno della maggioranza, ci sarà un confronto in Consiglio?

Assolutamente, anche con i consiglieri di maggioranza critici e dubbiosi abbiamo un dialogo costante. Ci sta che su argomenti così difficili e spinosi sia difficile mantenere un'omogeneità, sia nella maggioranza, sia sul fronte dell'opposizione. Ad esempio c'è Forza Italia che è a favore del nuovo stadio e il presidente del Municipio 7, di Forza Italia, che addirittura ha proposto un referendum. I progetti di questo tipo creano valutazioni molto più diversificate.


Fan Page 25 GIUGNO 2020  di Francesco Loiacono 

Il Commento della Redazione

A nostro avviso escludere a priori l' uso del "Referendum" è un grosso errore. Riteniamo che la giunta attuale non abbia la forza e la volontà di portare avanti un progetto di RISTRUTTURAZIONE del Meazza, che riqualifichi  l' area con spazi dedicati ai giovani, allo sport, al verde comune e che allo stesso tempo vengano  mantenuti gli indici volumetrici del PGT a 0,35. Il Refendum potrebbe essere  l'ultima risorsa che noi cittadini  potremmo usare per sconfiggere questa mera speculazione edilizia.

 

San Siro, Ci vuole ancora uno sforzo, vanno abbassate le richieste di cemento

Commissioni Palazzo Marino

 

Ieri 17 Giugno 2020 a Palazzo Marino  si è tenuta una commissione con Ordine del giorno: INFORMATIVA E AGGIORNAMENTO SU AMBITO SAN SIRO. 

Alla riunione hanno partecipato:

  • l'Assessore Roberto Tasca,
  • l'Assessore Pierfrancesco Maran,
  • l'Assessore Roberta Guaineri,
  • il Direttore Bilancio e Partecipate dr. Roberto Colangelo,
  • il Direttore Urbanistica arch. Simona Collarini,
  • il Direttore di Direzione Servizi Civici Partecipazione e Sport dr. Andrea Zuccotti.

Concretizzando: “Da Palazzo Marino la palla ripassa ai club «Ci vuole ancora uno sforzo, vanno abbassate le richieste di cemento», questo è il messaggio spedito dalla politica comunale a Milan e Inter.
Solo così l’iter per la realizzazione del nuovo San Siro potrà finalmente ripartire.

La commissione consiliare di ieri è servita in ogni caso a mettere a verbale il cauto ottimismo dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran rispetto al buon esito della trattativa: «Ci aspettiamo una nuova proposta in fatto di volumetrie».
L’indice dello 0,65 da loro attualmente richiesto dalle società è ancora inaccettabile». Una possibile mediazione potrebbe concretizzarsi intorno a un indice compreso tra lo 0,50 e lo 0,55, proposta che deve però ancora essere formalizzata dalle due società, che sul piatto possono mettere gli extracosti da 74 milioni di euro per la «rifunzionalizzazione» del Meazza imposta dalla delibera di giunta.

Con queste premesse la partita sul nuovo impianto rischia comunque di trascinarsi ancora a lungo, anche nel caso di rapida risposta delle squadre. Perché poi gli appuntamenti tecnici prevedono:

  1. Studio di fattibilità (da approvare in giunta.)
  2. Scelta del progetto definitivo (con la scelta delle società tra i due masterplan ancora in corsa.)
  3. Via libera della Regione (perché il piano contiene nuove grandi superficie commerciali.)
  4. Passaggio finale per le forche caudine del Consiglio già, perché il centrosinistra è tutt’altro che compatto intorno all’effettiva pubblica utilità dell’operazione.
    Il capogruppo del Pd Filippo Barberis nota: "Abbiamo apprezzato il miglioramento del progetto e siamo per procedere, a condizione che si rivedano le volumetrie". L’ala ambientalista dei dem, capeggiata da Carlo Monguzzi, è più critica: "Arrivare a un indice di 0,53 sarebbe un compromesso deprimente". Critici anche Enrico Fedrighini e Natascia Tosoni di Mp.

    Dall’opposizione, invece, Fabrizio De Pasquale e Alessandro De Chirico di FI chiedono alla Giunta di prendere in mano la situazione e di "decidere sulle volumetrie entro 15 giorni".
    Insomma tantissimi rimangono nella maggioranza i dissensi, mentre è da segnalare il deciso cambio di strategia di Forza Italia sul tema: i consiglieri azzurri tifano ormai per il via libera e anzi invitano la giunta a fare in fretta e a non procrastinare le scelte.

    Qui di seguito potete scaricare e  stampare il documento di aggiornamento presentato dai Club:

    Aggiornamento Progetto Presentato dai Club in Commissione il 17 Luglio


    O qui di seguito per la sola visualizzazione:




    In molti, e non solo tra i banchi dell’opposizione, sono convinti che a pronunciare il definitivo sì alla rottamazione del vecchio Meazza sarà il Consiglio comunale che verrà con le elezioni della primavera prossima.

 

Milano 18 Giugno 2020

 

La Redazione

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