Presentato ai sindaci di Rozzano e Assago un' ipotesi di progetto: impianto da 70 mila posti, area verde per attrezzature sportive, aree di ristorazione, negozi e servizi per i tifosi
L’Inter fa il primo passo verso l’ipotesi di costruire un suo stadio lontano da San Siro. Mentre il Milan spinge sull’area di San Donato, il club nerazzurro ha identificato (solo identificato) l’area tra Rozzano e Assago, vicino al Forum e all’ultima fermata della linea verde della metropolitana. Nella giornata di oggi, 13 settembre, l’amministratore delegato corporate Alessandro Antonello, il chief operation officer Mark Van Huuksloot e altri manager della società di viale della Liberazione hanno presentato una prima introduzione al progetto del futuro stadio nerazzurro. Di fronte a loro i sindaci dei comuni di Rozzano e Assago, che sarà anch’esso interessato dalla nuova costruzione.
Ad accompagnare i dirigenti nerazzurri, c’erano anche esponenti di Infrafin, società del gruppo Cabassi proprietario dell’area. Il progetto dovrebbe portare all’edificazione di uno stadio con una capienza di 70mila posti, in linea con le esigenze del tifo nerazzurro. Per il resto è la solita solfa per fare cassa: una vasta area verde, strutture sportive, aree di ristorazione e di intrattenimento, negozi e servizi.
“Abbiamo identificato un’area alternativa a Rozzano, abbiamo firmato un’esclusiva con la controparte fino a fine aprile. L’intenzione è quella di approfondire l’area, che è interessante. E’ già presente un’arena in cui si svolgono importanti eventi sportivi e non solo”, dichiara Antonello ai microfoni di Sky Sport a margine dell’assemblea Eca. Antonello ha poi confermato anche le indiscrezioni, già trapelate a fine luglio, sul vincolo posto sullo stadio San Siro dalla sovrintendenza del comune di Milano, che di fatto ha fatto tramontare quello che era “il piano originario presentato a suo tempo” riguardante un possibile abbattimento di San Siro per fare sorgere una nuova struttura nella stessa area. In merito alle tempistiche previste, l’ad nerazzurro ha poi aggiunto che la società ha già “iniziato un lavoro per fare una valutazione molto dettagliata sull’area” e al momento è necessario “aspettare l’approvazione del Pgt da parte del Comune” che dovrebbe arrivare nel mese di gennaio, dopo di che si potrà “entrare in un percorso con l’amministrazione comunale per valutare la fattibilità del progetto”.
Particolarmente soddisfatto il sindaco di Rozzano, Giovanni Ferretti De Luca che preferisce andare con i piedi di piombo «È andata molto bene. L’Inter ha confermato il suo interesse per l’area e si è cominciato a parlare ufficialmente del progetto.
Il prossimo passaggio riguarda l’adozione del piano di governo del territorio che dovrebbe avvenire nell’arco di due settimane. «Non c’è nessuna preoccupazione — continua il primo cittadino —. Avevamo già previsto che per quell’area ci fosse un interesse pubblico e che lo spazio è più che sufficiente per ospitare lo stadio e tutte le altra iniziative». Così come Ferretti si dice tranquillo per quanto riguarda i vincoli del Parco Sud: «Tutti i vincoli e le fasce di rispetto sono state previste. L’area da destinare allo stadio è quella che ha individuato il piano di governo del territorio».
Dicevamo della prudenza, che in caso di nuovi stadi è d’obbligo. «Qualsiasi persona al mio posto direbbe che si tratta di una grande opportunità — conclude il sindaco —. Posso dire che è partito l’iter, che poi si concretizzi è un altro paio di maniche».
Come dare torto al primo cittadino? L’iter per realizzare la Cattedrale e demolire lo storico Meazza risale ormai al 2019 e dopo quattro anni di tira e molla, revisioni, cambiamenti, polemiche, richieste di vario tipo, non c’è stato ancora la rinuncia ufficiale da parte dei club.
Né l’Inter, né il Milan che punta su San Donato, hanno mai formalizzato l’addio al vecchio progetto che prevedeva l’abbattimento totale del Meazza e la realizzazione di un impianto da 60mila posti accanto alla Scala del calcio. E questo nonostante il vincolo della Soprintendenza impedisca la demolizione dello stadio e renda irrealizzabile il vecchio progetto. Come dire: meglio avere una carta di riserva o comunque avere in pancia un progetto che ha già avuto il pubblico interesse da parte del Comune.
Come il solito tante parole e pochi fatti, l'importante è mantenere viva la pressione sul sindaco di Milano Sala e farlo sentire costantemente "CON IL CERINO IN MANO".
In ogni caso ci aspettiamo che alla fine il sindaco trovi una soluzione per se stesso e i Club che salvi "Capra e Cavoli", in pratica Stadio + Concessioni Edilizie (senza abbattere San Siro) che permetta ai Club di rimpolpare la loro asfittica situazione economica.
Milano 14 Settembre 2023
La Redazione