San Siro: tra cemento, interessi privati e illusioni di democrazia
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Milano, 24 gennaio 2025, nella cornice della Commissione consiliare, va in scena l’ennesimo atto sul futuro dello Stadio di San Siro.
L’ultima proposta, firmata da Enrico Fedrighini del gruppo misto e da alcuni consiglieri di maggioranza contrari al nuovo stadio (Rosario Pantaleo, Alessandro Giungi e Angelica Vasile del Pd, Carlo Monguzzi di Europa Verde e Marco Fumagalli della Lista Sala), punta a due obiettivi ambiziosi:
1) un bando pubblico per ristrutturare il glorioso Meazza
2) mantenimento della proprietà dello stadio in capo al Comune di Milano.
Ma, come sempre, la trama si infittisce di colpi bassi, scontri interni e battaglie per il "bene pubblico" che, manco a dirlo, pare coincidere sempre meno con le decisioni della giunta.
La resa ai club: un atto politico o una tragedia annunciata?
Fedrighini apre i lavori ricordando a tutti che il volere di Inter e Milan non dovrebbe sovrastare il bene pubblico.
Il consigliere Carlo Monguzzi rincara la dose, definendo la gestione del sindaco Sala una lunga serie di concessioni: “Ha detto di sì a tutto: demolire il Meazza, costruire alla Maura, distruggere il Parco dei Capitani. Non c’è stata contrattazione, ma resa.”
L'idea di un bando pubblico per salvare lo stadio sembra l’ultima speranza per impedire che San Siro diventi un simbolo di interessi privati mascherati da innovazione urbanistica.
Le difese del PD: "Non è una resa, ma un percorso già tracciato"
Bruno Ceccarelli del PD si erge a difensore delle decisioni già prese, opponendosi con fervore alla delibera. Secondo lui, questa rappresenterebbe una minaccia all’ordine stabilito dal Consiglio: “È in contrasto con decisioni precedenti e rischia di mandare tutto all’aria. E poi, vogliamo davvero che i club si trasferiscano a San Donato Milanese, con tutta la concorrenza sleale che ne deriverebbe?”
Un argomento interessante, ma che sembra più un assist a favore degli interessi dei fondi proprietari dei club che una reale preoccupazione per i cittadini milanesi. Forse Ceccarelli dimentica che “concorrenza sleale” è proprio lasciare che un patrimonio pubblico come San Siro finisca svenduto per soddisfare le richieste di Inter e Milan, con un nuovo stadio costruito in nome di una “modernità” che avvantaggia esclusivamente i grandi investitori.
L’idea che questa sia la strada migliore per Milano suona come una barzelletta: lo stadio, che potrebbe essere riqualificato e mantenuto di proprietà pubblica, diventerebbe invece un simbolo della privatizzazione spinta, con il Comune a fare da spettatore impotente.
Forse il vero problema non è il rischio di “concorrenza sleale” con San Donato, ma il fatto che il PD sembri più preoccupato di accontentare i club piuttosto che tutelare il bene pubblico.
Il mito delle squadre milanesi “altrove”
Tommaso Gorini di Europa Verde cerca di riportare la discussione alla realtà: “Inter e Milan che giocano fuori Milano? Non facciamo ridere. Expo si è tenuto a Rho e non lo chiamiamo ‘Expo di Rho’. L’Olimpia gioca ad Assago e resta l’Olimpia Milano. Basta con questi scenari apocalittici.”
San Siro, il bottino conteso
Dal centrodestra arriva un sorprendente sostegno alla proposta di Fedrighini.
Enrico Marcora e Mariangela Padalino applaudono l’idea di riportare il dibattito sullo stadio all’aula consiliare: “San Siro non è solo un impianto sportivo; è un pezzo di città. E come tale, deve essere discusso politicamente.” Una posizione condivisibile, se non fosse che il centrodestra stesso sembra incline a sfruttare il caos per fare pressione sulla giunta.
Il grande assente: il cittadino
Tra le battute e le dichiarazioni, resta una domanda fondamentale: che ruolo hanno i cittadini in tutto questo? Per ora, il futuro di San Siro sembra appannaggio esclusivo di club milionari, fondi di investimento e una classe politica impegnata più a proteggere il proprio orticello che a rappresentare gli interessi collettivi.
In attesa di ulteriori sviluppi, il Meazza osserva silenzioso. Un monumento storico e sportivo trasformato nell’ennesimo campo di battaglia tra cemento e politica, dove il gioco più praticato non è il calcio, ma la speculazione edilizia.
Di seguito il testo della delibera: Proposta di delibera N° 1618 2024 - Indirizzo per la formulazione di un bando pubblico per la ristrutturazione dello stadio Meazza